L’allarme dell’Ance di Catania sul blocco del Superbonus: “In bilico il futuro di centinaia di aziende”

19 novembre 2022
  • Un convegno organizzato dall’Ance di Catania ha rilanciato la questione Superbonus, provvedimento bloccato dal Governo Draghi e dal Governo Meloni. Il peso dei massoni e affaristi dell’Unione europea dell’euro
  • La posizione dell’Ance di Catania
  • Tutti si siedono sempre attorno ai ‘tavoli’, ma il Superbonus resta bloccato
  • “Si è persa per strada la reale criticità da affrontare e superare poiché i Bonus avrebbero dovuto consentire la messa in sicurezza del patrimonio edilizio, la riqualificazione urbana e ambientale, dal punto di vista della qualità architettonica e dell’efficientamento energetico”
  • Il gettito fiscale è aumentato ma al Governo nazionale non gliene può fregare di meno
  • I due problemi insormontabili del Superbonus

Un convegno organizzato dall’Ance di Catania ha rilanciato la questione Superbonus, provvedimento bloccato dal Governo Draghi e dal Governo Meloni. Il peso dei massoni e affaristi dell’Unione europea dell’euro

Prima il Governo di Mario Draghi e adesso il Governo di Giorgia Meloni hanno bloccato il Superbonus al 110% voluto dal Governo di Giuseppe Conte.  Il provvedimento ha rilanciato l’edilizia e, in generale, l’economia italiana. Ed è proprio questo che all’Unione europea non va giù: per l’Europa, unita solo sulla carta e sugli affari loschi, che l’economia italiana si riprenda nel concreto non va proprio giù. Tanto più se ciò avviene superando i problemi creati dall’euro, la fallimentare moneta unica europea. Del blocco del Superbonus si è parlato ieri nel corso di un convegno che si è svolto nella sede dell’Ance di Catania. Per la cronaca, l’Ance è una sigla che sta per Associazione nazionale costruttori edili. Si tratta degli imprenditori che creano lavoro vero, non Reddito di cittadinanza. Sempre per la cronaca, il convegno di ieri è stato organizzato in collaborazione con l’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Catania, Confindustria Catania e l’Ordine degli Ingegneri di Catania.

 

La posizione dell’Ance di Catania

“È una situazione che crea molta preoccupazione: i cantieri sono fermi, le imprese vivono una condizione di grande difficoltà poiché non riescono a monetizzare i crediti, il sistema rischia di subire un danno importante, in un momento davvero critico – ha detto Rosario Fresta, presidente di Ance Catania, l’Associazione dei Costruttori etnei  -. Il bonus ha creato a livello nazionale migliaia di posti di lavoro, ha dato impulso alle costruzioni e all’economia oltre ad aver permesso una notevole riqualificazione urbana. Ance chiede di sedersi intorno a un tavolo e confrontarsi sul futuro e sulla programmazione, per capire come andare avanti: i continui cambi e la perenne incertezza risultano inaccettabili”.

 

Tutti si siedono sempre attorno ai ‘tavoli’, ma il Superbonus resta bloccato

“Questo strumento legislativo ha permesso una grande ed importante ripresa dell’edilizia – ha precisato il presidente di Confindustria Catania, Antonello Biriaco – ha ridato valore agli immobili, quel valore che, negli anni, si era perso. Dal punto di vista economico, smantellarlo, sarebbe una sciagura”. Salvatore Virgillito, presidente Odcec Catania, ha aggiunto: “Oggi siamo riusciti a mettere attorno a un tavolo imprenditori, professionisti, banche e Agenzia delle Entrate (presente il capo area Imprese Minori dell’Ufficio Controlli Giovanni Cutuli), con l’obiettivo di comprendere insieme qual è la direzione da seguire. Il nostro ruolo, a garanzia e controllo degli iter procedurali, continuerà ad essere di supporto e sostegno sia alle imprese che ai privati cittadini, soprattutto sulle questioni ancora aperte in tema di circolazione dei crediti e riattivazione del circuito della cessione”.

 

“Si è persa per strada la reale criticità da affrontare e superare poiché i Bonus avrebbero dovuto consentire la messa in sicurezza del patrimonio edilizio, la riqualificazione urbana e ambientale, dal punto di vista della qualità architettonica e dell’efficientamento energetico”

“Ma il Bonus – leggiamo sempre nel comunicato dell’Ance di Catania – non si configura solo come uno strumento tecnico, è necessario sottolinearne il valore intrinseco, poiché soprattutto in una terra come la nostra, ad alto rischio sismico, la riqualificazione e messa in sicurezza degli edifici si traduce in tutela della salute e delle vite umane. Considerando che la prima legge antisismica organica è stata approvata nel 1974 – ed è diventata operativa l’anno successivo – il 70% del patrimonio edilizio esistente è stato costruito in regime di asismicità. Questa percentuale si alza all’80% in Sicilia, tenuto conto del fatto che la maggior parte del territorio è stato dichiarato sismico alla fine del 1981”. Precisa la disamina di Alfio Torrisi, segretario Ordine Ingegneri di Catania: “Si è persa per strada la reale criticità da affrontare e superare poiché i Bonus avrebbero dovuto consentire la messa in sicurezza del patrimonio edilizio, la riqualificazione urbana e ambientale, dal punto di vista della qualità architettonica e dell’efficientamento energetico. Gli ingegneri si sono sempre battuti per chiedere il potenziamento di uno strumento che può davvero cambiare il volto delle nostre città. Si sta rischiando di vanificare una grande opportunità, non solo per la nostra categoria, ma per tutti i cittadini”.

 

Il gettito fiscale è aumentato ma al Governo nazionale non gliene può fregare di meno

“Grazie ai Bonus il gettito fiscale è aumentato – ha affermato Salvatore Messina, vicepresidente Ance Catania Urbanistica e Territorio – sono aumentati i contributi, ma soprattutto è stato possibile rigenerare buona parte del patrimonio edilizio del nostro territorio. Adesso ci troviamo in un momento di stallo, di schizofrenia normativa che ha limitato il nostro operare. Sono stati emanati oltre 20 provvedimenti: una norma contraddice un’altra, ne rimuove un’altra ancora. Da Luglio speriamo in una ripresa che tarda ad arrivare, le banche sono piene di crediti: adesso spetta al Governo prendere le opportune decisioni su come sbloccarli”. All’incontro sono intervenuti Concetto Costa (presidente BCC di Pachino), Eleonora Contarino (segretario e consigliere Odcec Catania), Nicolò La Barbera (presidente Odcec Palermo), Carlo Napoleoni (Responsabile Divisione Imprese Area CBO BCC Banca ICCREA) e Giuseppe Avanzato (commercialista di Agrigento).

 

I due problemi insormontabili del Superbonus

Concludendo, va detto che il Supebonus sconta due problemi insormontabili. Il primo è di ordine politico, il secondo è di ordine ‘europeista’ massonico. Il problema politico è che il Superbonus al 110% è frutto di una lungimirante intuizione del Governo di Giuseppe Conte: cosa, questa, che la vecchia politica italiana di centrodestra e di centrosinistra non può tollerare. Non si deve dire che Conte e i grillini hanno rilanciato l’economia italiana! Il secondo problema è che il Supebonus, nei fatti, ha introdotto una forma di liquidità alternativa al sistema bancario e alla truffa della moneta unica europea, monta unica europea che è stata pensata per sostenere l’economia tedesca e dell’Europa del Centro Nord e per affossare l’economia dell’Europa mediterranea. Il progetto ‘europeista’ per l’Italia prevede che la stessa Italia venga ‘saccheggiata’ da Germania e Francia, cosa che fanno dai primi anni ’90 del secolo passato, quando sono state avviate le privatizzazioni. Ciò significa che l’Unione europea non consentirà mai all’economia italiana di riprendersi. Il Governo Conte è riuscito a far passare il Supebonus al 110% perché c’era la pandemia, ma appena l’emergenza è finita i massoni ‘europeisti’ hanno bloccato tutto. Il resto sono chiacchiere. Ultima notazione: un rilievo che viene mosso al Superbonus è quello di aver favorito i più ricchi. E’ vero? In parte sì. Ma se ha prodotto occupazione, reddito e maggiori entrate fiscali il problema qual è?

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