L’escalation della guerra in Ucraina fa schizzare all’insù prezzi di grano e mais. Missili nucleari russi puntati sulla Sicilia?

22 settembre 2022
  • Prezzi globali di grano e mais alle stelle dopo le ultime mosse di Putin. Il prezzo del grano duro aumenterà anche in Sicilia o il solito ammuino farà prevalere la speculazione al ribasso?
  • In Europa cominciano le proteste popolari contro il caro-bollette. In Italia invece tutto tace. Due sottomarini russi armati con missili nucleari nel Mediterraneo. Luca Pinasco: “Uno si trova di fronte la Sicilia probabilmente puntato contro la base americana di Sigonella” 
  • Traballa l’accordo sul grano tra Russia e Ucraina. Decimato dai cambiamenti climatici il raccolto di grano in Siria

Prezzi globali di grano e mais alle stelle dopo le ultime mosse di Putin. Il prezzo del grano duro aumenterà anche in Sicilia o il solito ammuino farà prevalere la speculazione al ribasso?

“I prezzi globali del grano e del mais sono saliti alle stelle dopo che è stata diffusa la notizia che il Cremlino si sta muovendo per organizzare votazioni sull’annessione delle regioni dell’Ucraina che le sue forze ancora controllano. Le cosiddette Repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk, così come le regioni di Kherson e Zaporizhzhia, hanno infatti annunciato che terranno le loro votazioni tra il 23 e il 27 settembre. L’Ucraina ei suoi alleati hanno denunciato i referendum come illegali. Il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti ha affermato che Washington ha respinto inequivocabilmente tali referendum… Il capo della politica estera dell’UE ha affermato che il blocco e i suoi Stati membri non riconoscerebbero l’esito dei referendum e prenderebbero in considerazione ulteriori misure contro la Russia se le votazioni andassero avanti”. Così scrive nel report l’analista dei mercati internazionali, Sandro Puglisi. Bisognerà capire se questi aumenti del prezzo del grano si materializzeranno anche nel Sud Italia e soprattutto in Sicilia, dove è in corso una speculazione per far precipitare il prezzo del grano duro. In ogni caso, come si può notare, oggi non si può parlare dei mercati agricoli ignorando l’andamento della guerra in Ucraina. Così in questo momento i prezzi di alcuni prodotti agricoli salgono. Anche se, in verità, in tante aree del mondo si registra inflazione. A cominciare dagli Stati Uniti d’America dove, in queste ore, la FED – la Banca Centrale americana – ha aumentato il tasso sui federal funds di 75 punti base, portandolo al 3%-3,25%; si tratta del terzo aumento consecutivo di tre quarti di punto (come potete leggere in questo articolo di scenarieconomici.it). I vertici della FED dicono che lo fanno per combattere l’inflazione, ma c’è il dubbio – che è più di un dubbio – che gli statunitensi stiano agendo anche per mettere in difficoltà le economie di altri Paesi. Per dire in parole più semplici, oltre a provare a frenare l’inflazione – che è un fatto reale – gli americani, contemporaneamente, provano a creare problemi all’economia globale nel quadro dello scontro tra area del dollaro e Cina.

In Europa cominciano le proteste popolari contro il caro-bollette. In Italia invece tutto tace. Due sottomarini russi armati con missili nucleari nel Mediterraneo. Luca Pinasco: “Uno si trova di fronte la Sicilia probabilmente puntato contro la base americana di Sigonella” 

Il mondo è in grande fibrillazione. In Belgio vanno in scena proteste popolari contro il carovita. I cittadini belgi contestano, in particolare, le bollette alle stelle di luce e gas. Manifestazioni popolari anche in Slovacchia c nella Repubblica Ceca. In Italia, invece, a parte qualche manifestazioni di commercianti, imprese e famiglie sembra che abbiano accettato la realtà che si va approssimando: chiusura di migliaia e migliaia di aziende e disperazione per milioni di famiglie. Puglisi riporta una dichiarazione del Segretario Generale dell’ONU, António Guterres: “Siamo in mare agitato. Un inverno di malcontento globale si profila all’orizzonte, infuria una crisi del costo della vita, la fiducia si sgretola, le disuguaglianze esplodono e il nostro pianeta brucia. Abbiamo il dovere di agire e tuttavia siamo bloccati in una colossale disfunzione globale. La comunità internazionale non è pronta né disposta ad affrontare le grandi sfide drammatiche della nostra epoca”. Nel report si legge anche3 una dichiarazione di Margarita Simonyan, caporedattore dell’emittente televisiva pro-Cremlino RT, che sembra un avvertimento all’Occidente: “Oggi referendum, domani riconoscimento come parte della Federazione Russa, dopodomani scioperi in territorio russo diventano una vera e propria guerra tra l’Ucraina e Nato e Russia, che slegano le mani della Russia sotto ogni aspetto”. Il conflitto tra Russia e Stati Uniti d’America sale di tono. Scrive sulla propria pagina Facebook il giovane economista siciliano, Luca Pinasco: “La Russia mobilita altre 300.000 persone, l’escalation verso il ritorno dell’atomica e della guerra globale avanza senza interruzioni. Due sottomarini russi armati con missili nucleari si aggirano nel Mediterraneo, ed uno si trova di fronte la Sicilia probabilmente puntato contro la base americana di Sigonella”. Pinasco tocca un tasto dolente, per la Sicilia, dove, oltra alla base militare di Sigonella, nella Piana di Catania, c’è anche il MUOS a Niscemi, nell’entroterra della Sicilia. Se la guerra salirà di tono in Sicilia dobbiamo mettere nel conto il peggio. Non si tratta di essere pessimisti, si tratta di guardare alla realtà per quella che è.

Traballa l’accordo sul grano tra Russia e Ucraina. Decimato dai cambiamenti climatici il raccolto di grano in Siria

In questo scenario l’accordo tra Russia e Ucraina per le esportazioni di cereali e di altri prodotti agricoli traballa. Tutto questo avviene mentre in Europa si contano i danni provocati dalla siccità all’agricoltura e mentre in altre parti del Pianeta si fanno sempre i conti con i cambiamenti climatici. Puglisi ci informa su quanto sta accadendo in Siria causa del clima non certo favorevole all’agricoltura: “I cambiamenti climatici, un’economia vacillante e problemi di sicurezza  – leggiamo nel report dell’analista dei mercati internazionali – hanno decimato il raccolto di grano della Siria del 2022, lasciando la maggior parte dei suoi agricoltori in una posizione precaria… Il raccolto di grano siriano del 2022 è stato di circa 1 milione di tonnellate, in calo di circa il 75% rispetto ai volumi pre-crisi, mentre l’orzo era quasi inesistente”. I problemi provocati dal clima mettono a dura prova la Siria, già in difficoltà a causa delle sanzioni occidentali. A parte l’agricoltura – che è un problema serio – Puglisi segnala le restrizioni bancarie e il congelamento dei beni che rendono difficile la vita per le società commerciali di questo Paese. Secondo la FAO, braccio operativo dell’ONU in agricoltura e nelle politiche alimentari, la Siria dovrà importare circa 2 milioni di tonnellate di grano dall’estero dall’estero per alimentare le aree controllate dal governo di questo Paese. Superfluo ricordare che la Siria, alla fine, ha il torto di non aver consentito agli americani, durante l’amministrazione di Obama, di ‘sfondare’ verso la Russia.

Foto tratta da Sicilia Agricoltura 

 

 

 

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