Sale del 2% il prezzo del petrolio mentre l’OPEC riduce la produzione di 3,58 milioni di barili al giorno

22 settembre 2022
  • L’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio (OPEC) si aspetta un rallentamento dell’economia globale dopo l’annuncio della FED di un nuovo aumento dei tassi di interesse. Da qui la riduzione dell’offerta mondiale di petrolio per non far cadere il prezzo
  • La Ue annuncia il blocco dell’importazione di petrolio e derivati del petrolio russo, ma i Paesi europei fanno l’esatto contrario 

L’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio (OPEC) si aspetta un rallentamento dell’economia globale dopo l’annuncio della FED di un nuovo aumento dei tassi di interesse. Da qui la riduzione dell’offerta mondiale di petrolio per non far cadere il prezzo

Il mondo è in subbuglio tra la guerra in Ucraina che sale di tono (ieri abbiamo scritto che la Cina non abbandonerà la Russia alle prese con la guerra in Ucraina, perché di mezzo ci sono le grandi ricchezze della Siberia dove i cinesi hanno iniziato un processo di valorizzazione delle risorse del territorio in perfetta sintonia con i russi) e l’inflazione che non dà tregua. E siccome la Banca Centrale degli Stati Uniti d’America, proprio per cercare di ‘domare’ l’inflazione, si accinge ad effettuare un ulteriore aumento dei tessi d’interesse (sembrerebbe intono a 0,75), i grandi produttori di petrolio del mondo, temendo un rallentamento globale dell’economia, e quindi un calo della domanda di petrolio, riducono l’offerta dello stesso petrolio per evitare che il prezzo di questo bene vada giù. Mossa fino ad ora riuscita, se è vero che, ieri, il prezzo del petrolio è aumentato del 2%. “L’escalation del conflitto porterà a una maggiore incertezza sulle forniture energetiche russe”, scrive nel suo report di ieri l’analista dei mercati internazionali, Sandro Puglisi. L‘OPEC, l’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio, scrive Puglisi, “sta ora scendendo a un record di 3,58 milioni di barili al giorno in meno rispetto ai suoi obiettivi di produzione, ovvero circa il 3,5% della domanda globale. Il deficit mette in evidenza la sottostante ristrettezza dell’offerta nel mercato. Nel frattempo, il capo del colosso petrolifero statale saudita Aramco ha avvertito che la capacità di produzione mondiale di petrolio di riserva potrebbe essere rapidamente esaurita quando l’economia globale si riprenderà. In questo contesto, i future sul greggio Brent sono aumentati di $ 2,28, o del 2,5%, a $ 92,90 al barile entro le 07:07 GMT dopo essere scesi di $ 1,38 il giorno precedente. Il greggio US West Texas Intermediate era di $ 86,16 al barile, in rialzo di $ 2,22 o del 2,6%… Su questa scia, le scorte di greggio e carburante statunitensi sono aumentate di circa 1 milione di barili per la settimana terminata il 16 settembre, secondo fonti di mercato che citano i dati dell’American Petroleum Institute di martedì”.

La Ue annuncia il blocco dell’importazione di petrolio e derivati del petrolio russo, ma i Paesi europei fanno l’esatto contrario 

Lo scenario dovrebbe essere questo, perché l’Unione europea, per ripicca contro la Russia che ha tagliato il gas, dovrebbe iniziare a bloccare le importazioni di petrolio e derivati del petrolio dalla Russia, non si capisce se entro la fine di quest’anno e nei primi mesi del prossimo anno. Il condizionale è d’obbligo, perché i governanti dell’Unione europea di oggi sembrano piuttosto confusi e incerti. Non è un caso se i Paesi della stessa Ue si comportano in modo opposto ai ‘desideri’ della Commissione europea: e questo la dice lunga sulla scarsa credibilità dell’attuale Commissione europea in verità piuttosto dilettantesca. Scrive scenarieconomici.it: “L’Europa sta cercando di aumentare le scorte a un livello che le consenta di superare in sicurezza i mesi invernali. Per il momento, lo sconto della Russia, anche se inferiore a quello di maggio, appare ancora interessante per cui c’è la corsa all’acquisti di quel carburante sino a quando sarà disponibile”. Il giornale economico riporta anche la dichiarazione a Reuters un commerciante europeo: “Chi può, comprerà russo e farà scorte. Il passaggio dal gas al petrolio ha aumentato la domanda e noi stiamo passando al diesel invernale. Questo è uno dei fattori per cui il prodotto russo non è più così economico come un tempo”.

Foto tratta da Guadagnare sul Forex

 

 

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