Si potrà governare la Regione siciliana senza polemiche tra Governo e dirigenti regionali? La lettera del DIRSI

17 settembre 2022
  • Il DIRSI è il sindacato più rappresentativo della dirigenza della Regione siciliana. Che, con il suo presidente, Giampaolo Simone, ha scritto una lettera ai candidati alla presidenza della Regione siciliana
  • Gli attacchi del presidente uscente, Nello Musumeci, ai dipendenti regionali
  • L’anomalia della legge regionale n. 10 del 2000

Il DIRSI è il sindacato più rappresentativo della dirigenza della Regione siciliana. Che, con il suo presidente, Giampaolo Simone, ha scritto una lettera ai candidati alla presidenza della Regione siciliana

Il DIRSI, sindacato più rappresentativo della dirigenza della Regione siciliana, scrive una lettera ai candidati alla presidenza della Regione. A firmarla è il presidente di questa organizzazione sindacale, Giampaolo Simone. Non è la prima volta che questa organizzazione sindacale prova a discutere con la politica siciliana, fino ad ora in verità con poco successo. Ed è anche logico: tranne qualche rara eccezione, chi fino ad oggi ha governato la nostra Isola non ha mai guardato alla dirigenza regionale nel suo insieme. Il metodo usato dalla politica siciliana – o meglio, dalla vecchia politica siciliana – è quello che si riassume nella logica degli uffici di gabinetto composti da soggetti che sono fedeli al presidente della Regione e ai dodici assessori. Questa logica presuppone che il presidente della Regione (per la parte che gli compete) e i dodici assessori (ognuno per la parte che gli compete) tirino acqua ognuno per il proprio mulino senza una visione complessiva dell’amministrazione regionale. I risultati di questo modo di amministrare sono sotto gli occhi di tutti. Anzi, volendo essere onesti, il Governo uscente di Nello Musumeci ha provato in qualche area amministrativa a far prevalere l’interesse generale: per esempio, nel campo degli interventi per il dissesto idrogeologico. Ma se guardiamo a quella che è stata la gestione dell’agricoltura da parte del Governo Musumeci, o la gestione della prevenzione degli incendi boschivi o delle possibili alluvioni, ebbene, c’è solo da mettersi le mani nei capelli. Per non parlare dell’incredibile vicenda della gestione dell’Avviso 22 dove l’amministrazione regionale ne ha combinate di tutti i colori con una politica che non ha saputo tutelare i cittadini coinvolti.

Gli attacchi del presidente uscente, Nello Musumeci, ai dipendenti regionali

Detto questo, proviamo a leggere cosa dicono i sindacalisti del DIRSI. “È evidente a tutti (soprattutto ai cittadini che ne subiscono i disservizi e ai dipendenti stessi che ci rimettono la loro già vituperata reputazione chiamati a sopperire alle carenze strutturali dell’amministrazione stessa) – si legge nella lettera indirizzata da questo sindacato ai candidati alla guida della Sicilia – che l’Amministrazione regionale versa in una situazione di totale sbando e abbandono. Di questa disastrosa situazione ne prendiamo le distanze perché da almeno 15 anni, nonostante le nostre ripetute segnalazioni e grida di allarme, non riusciamo ad avere nessun dialogo costruttivo con i governi che si sono susseguiti negli anni, culminata con l’ultimo governo, con la totale assenza di dialogo con il presidente uscente che non si è mai preoccupato di ascoltare le organizzazioni sindacali”. In effetti, Musumeci non ha lesinato critiche ai dipendenti regionali, anche un po’ troppo sopra il rigo. Ed è scappata anche qualche querela.

L’anomalia della legge regionale n. 10 del 2000

“Appare abbastanza evidente – prosegue la lettera del DIRSI – che le gratuite offese e attacchi ingiustificati servono solo per giustificare i fallimenti e le incapacità del governo. Ma questo per nostra fortuna, fra qualche giorno apparterrà al passato! Per questo vogliamo sin da adesso intraprendere un dialogo costruttivo con i candidati affinché possano da subito inserire nei loro programmi un’attenzione particolare ai dipendenti della Regione siciliana con particolare riferimento a quello che riteniamo debba essere la struttura portante dell’amministrazione: la dirigenza. A partire dalla annosa questione del superamento della terza fascia dirigenziale che la legge 10 del 2000 aveva previsto come transitoria e che a distanza di 22 anni perdura ancora oggi. Anomalia tutta siciliana che pone la dirigenza su un piano indefinito e che tanti problemi determina nella individuazione delle figure apicali oltre a mortificare la professionalità di tanti dirigenti che fanno il loro dovere (in effetti il problema esiste. come potete leggere qui). Passando ad una riorganizzazione della Amministrazione che sia basata su criteri di efficienza, di efficacia e di economicità, piuttosto che, su mere riduzioni numeriche, che non individuano gli specifici dimensionamenti degli uffici per lo svolgimento delle attività istituzionali al fine di rendere servizi realmente utili all’utenza. E per finire, promuovere un immediato ricambio generazionale per disporre di una nuova classe dirigente in grado di cogliere le moderne sfide che si prospettano nei prossimi anni; profili con alte professionalità in modo che l’Amministrazione del futuro non sia più costretta a cercare all’esterno competenze che avrebbe già al suo interno. Diamo sin da adesso la nostra piena e costruttiva disponibilità per intraprendere un percorso condiviso per il superamento dell’impasse in cui versa l’Amministrazione regionale. Nello spirito di collaborazione che ha sempre caratterizzato questo Sindacato restiamo disponibili ad un incontro presso la sua segreteria politica o presso la nostra sede”.

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