Vogliono riempire di pale eoliche 346 km quadrati di mare al largo di Agrigento penalizzando pesca, archeologia marina e turismo

5 settembre 2022
  • Ormai stiamo assistendo a un vero e proprio assalto al mare della Sicilia da parte delle multinazionali che vorrebbero sfruttare il nostro mare per produrre energia eolica che non lascerebbe nulla alla nostra Isola, penalizzando le attività di pesca, l’archeologia marina e il turismo 
  • La lettera al Sindaco di Agrigento di Alessio Lattuca, Presidente del Movimento per la Sostenibilità per la difesa del Territorio per contrastare la collocazione del rigassificatore a ridosso della Valle dei Templi
  • “Occorre vigilare per evitare che possa essere rilasciata una concessione su un progetto che deve ancora essere sottoposto al vaglio della Valutazione di impatto ambientale”
  • Ennesima operazione di rapina ai danni della Sicilia: “Di tutta l’energia prodotta neanche un centesimo rimarrà ai Siciliani”. La necessità di sputtanare i partiti politici che avallano questa porcata invitando i cittadini a non votarli 
  • Cosa prevede la legge europea
  • Prospettive turistiche di Agrigento e dintorni calpestate 

Ormai stiamo assistendo a un vero e proprio assalto al mare della Sicilia da parte delle multinazionali che vorrebbero sfruttare il nostro mare per produrre energia eolica che non lascerebbe nulla alla nostra Isola, penalizzando le attività di pesca, l’archeologia marina e il turismo 

Ad Agrigento e dintorni non basta il folle progetto per la realizzazione del più grande rigassificatore d’Europa, fonte di enorme inquinamento dell’ambiente (a cominciare dal mare) ed elemento di grande pericolo per l’incolumità della popolazione. Dalle multinazionali arriva un nuovo assalto, questa volta al mare degli agrigentini e, in particolare, alle marinerie di Sciacca e li Licata e alle attività turistiche dell’Agrigentino. Si tratta del progetto di un mega parco eolico marino che potrebbe nascere a breve nello specchio acqueo di fronte Agrigento e Porto Empedocle, a circa 10 miglia dalla costa, fino ad arrivare in acque internazionali. A stigmatizzare questo nuovo assalto al territorio agrigentino – in questo caso al mare – è Alessio Lattuca, Presidente del Movimento per la Sostenibilità per la difesa del Territorio per contrastare la collocazione del rigassificatore a ridosso della Valle dei Templi di Agrigento. La battaglia si complica, perché adesso non c’è solo da difendere la Valle dei Templi di Agrigento dalla follia di un rigassificatore che dovrebbe vedere la luce a qualche km dall’area archeologica della Città dei Templi: adesso è arrivato un nuovo progetto per regalare il mare alla solita multinazionale che utilizzerebbe un immenso spazio marino per produrre energia eolica: insomma, la privatizzazione del mare. Ovvero le energie alternative che invece di essere messe a disposizione dei cittadini vengono privatizzate per consentire alle multinazionali di fare utili a palate. Sarà interessante capire – visto che siamo in campagna elettorale per le elezioni politiche nazionali e regionali – cosa faranno i rappresentanti delle forze politiche agrigentine: si metteranno ‘a disposizione’ dei potenti di turno, sacrificando il mare di queste zone, o si opporranno a questa nuova speculazione?

La lettera al Sindaco di Agrigento di Alessio Lattuca, Presidente del Movimento per la Sostenibilità per la difesa del Territorio per contrastare la collocazione del rigassificatore a ridosso della Valle dei Templi

Il primo a rispondere dovrebbe essere il Sindaco di Agrigento, Franco Miccichè, esponente degli Autonomisti siciliani che in questa provincia fanno capo all’onorevole Roberto Di Mauro. E al Sindaco Miccichè si è rivolto Alessio Lattuca con una lettera: “Egregio sig. Sindaco – scrive Lattuca – dalla stampa locale è emersa la notizia secondo la quale un mega parco eolico marino potrebbe nascere a breve nello specchio acqueo di fronte Agrigento/Porto Empedocle a circa 10 miglia dalla costa fino ad arrivare in acque internazionali (cioè oltre 12 miglia). La società Avenhexicon di Milano ha chiesto al Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile il rilascio della concessione demaniale marittima di 30 anni dello specchio acqueo di circa 346 chilometri quadrati, nel Canale di Sicilia. Il progetto si trova già alla Capitaneria di Porto Empedocle, unitamente all’avviso datato 1 Agosto indirizzato a quanti possano essere interessati a presentare ogni osservazione a tutela dei propri diritti, con scadenza 30 giorni. Decorso il termine, naturalmente, sarà dato corso al procedimento amministrativo del progetto. La questione riveste notevole importanza per l’economia, per le imprese e, anche, per le comunità presenti nel territorio perché ha significative ricadute sotto vari profili. In primo luogo per le marinerie, di cui parte delle flotte in molti periodi dell’anno svolgono attività di pesca proprio in quella zona e in quelle limitrofe”. Il riferimento è alle marinerie di Sciacca e Licata.

“Occorre vigilare per evitare che possa essere rilasciata una concessione su un progetto che deve ancora essere sottoposto al vaglio della Valutazione di impatto ambientale”

Ci sono anche problemi giuridici e ambientali: “Da una prima analisi del percorso – scrive sempre Lattuca – non sembrerebbe cha abbiano tenuto nella dovuta considerazione l’articolo 29 del decreto legislativo 152 del 2006 e successive modifiche e integrazioni che prevede la nullità di atti autorizzatori rilasciati in assenza di Valutazione di impatto ambientale (Via). Non si può non osservare che la concessione rientra nel concetto di autorizzazione sia ai fini dell’applicazione della normativa europea , sia ai fini della normativa italiana. Al riguardo occorre vigilare per evitare che possa essere rilasciata una concessione su un progetto che deve ancora essere sottoposto al vaglio della Valutazione di impatto ambientale. Tale eventualità potrebbe produrre un ingiusto vantaggio economico per il soggetto che richiede tale concessione e a cui viene rilasciata prima della conclusione della Valutazione di impatto ambientale per una serie di motivi che risultano evidenti: il primo motivo è che la valutazione di impatto ambientale potrebbe stravolgere il progetto addirittura assegnandogli altra collocazione, o riducendolo, o variando le distanze tra un aerogeneratore o un altro. Potrebbe sempre, la Valutazione di impatto ambientale, non ritenere compatibile l’impatto e quindi bocciare la proposta e, quindi, in tal caso il soggetto avrebbe acquisito un diritto reale su una porzione di mare che manterrebbe in ogni caso avendone quindi un certo vantaggio economico non potendosi escludere che attività svolte nel tratto di mare dato in concessione dovrebbero pagare una tariffa adeguata”. Questo passaggio è fondamentale: il progetto, una volta approvato senza la Via, lascerebbe alla società la titolarità di questo ampio tratto di mare!

Ennesima operazione di rapina ai danni della Sicilia: “Di tutta l’energia prodotta neanche un centesimo rimarrà ai Siciliani”. La necessità di sputtanare i partiti politici che avallano questa porcata invitando i cittadini a non votarli 

“Ma a prescindere dall’approfondimento di tale singolo impianto – osserva ancora Lattuca – bisogna analizzare la questione politica e, in generale, del ruolo a cui ancora – nonostante gli evidenti errori del passato – la ‘politica’ intende relegare la Sicilia in generale e il territorio agrigentino, in particolare. A tale proposito, si rende necessario svolgere alcune considerazioni sull’approccio riservato alla Sicilia a partire dagli anni ’50: anni da dimenticare, nei quali si decise che la Sicilia doveva sopportare il peso dell’inquinamento per fare benzina per l’Italia senza lasciare nulla in cambio, dato che le tasse si pagavano al Nord dove vi stavano le sedi Moratti delle maggiori società di idrocarburi. Ora è la volta delle rinnovabili in mano di pochi: grandi campi eolici o fotovoltaici. Appunto perciò bisogna impegnarsi per una maggiore ‘democrazia energetica’. Infatti lo schema reale prevede che l’energia prodotta nel Nord Africa arrivi tramite elettrodotto a Partanna (Tp) per proseguire sino al nodo di Ciminna e da raggiungere Termini lmerese, altro nodo per raggiungere il Tyrrhean link, cavo sottomarino che parte della Sardegna per appontarsi a Battipaglia ed il tutto per alimentare il Nord. Di tutta l’energia prodotta neanche un centesimo rimarrà ai Siciliani per questo non bisogna manifestare entusiasmo!”. Il Presidente del Movimento Per la Sostenibilità per la difesa del Territorio per contrastare la collocazione del rigassificatore a ridosso della Valle dei Templi di Agrigento pone una questione cruciale: invece di puntare sulle energie rinnovabili diffuse nel territorio (per esempio, pannelli solari sui tetti delle abitazioni), in Sicilia, complice una politica di ‘ascari’ c’è il rischio di realizzare grandi hub di energia eolica e fotovoltaica per consentire ai pochi di guadagnare montagne di denaro sulla pelle dei cittadini, secondo la logica ultra-liberista e globalista. Per questo è importante cominciare a sputtanare i partiti politici agrigentini che avallano questa porcata, invitando i cittadini di Agrigento e della provincia a non votarli.

Cosa prevede la legge europea

“Occorre segnalare – prosegue Lattuca – che per gli off shore, pur promuovendoli, la UE ha ricordato che devono essere fatte rigorosissime valutazioni per evitare che essi non rispettino il criterio DNHS. Dare concessioni marittime senza precisi vincoli che impediscano che quel pezzo di mare diventi una proprietà privata (da dove possono impedire il passaggio di navi o la pesca o qualsiasi altra attività) risulta, davvero, pericoloso. In tale contesto è evidente che i due grandi impianti di Offshore proposti una Largo delle Egadi e l’altro al largo di Porto Empedocle hanno ambedue lo scopo di connettersi – nel caso del campo eolico delle Egadi – direttamente al Tyrrhenian link mentre per quello di Porto Empedocle è possibile supporre che si vorrà connettere al punto di Approdo a Partanna del nodo di trasmissione di energia elettrica proveniente dal Nord Africa; quindi ambedue gli impianti non hanno alcuna connessione e alcuna intenzione direi di contribuire all’economia siciliana. Inoltre non offrono, certamente, un profilo occupazionale stanziale ma solo pochi posti di lavoro per la fase di montaggio o per la manutenzione rispetto ai grandi flussi economici generati verso i produttori di tutti i sistemi necessari per l’installazione di tale campo eolico offshore”. Lattuca cita il parco eolico che dovrebbe vedere la luce al largo delle isole Egadi che sta scatenando grandissime polemiche sia per i problemi che creerebbe alle attività di pesca, sia per l’impatto tremendo su un’area marina oggetto di ricerche archeologiche, come ha segnalato Domenico Macaluso, uno dei più grandi conoscitori dei fondali marini del Mediterraneo: “Questo tratto di mare potrebbe custodire preziosi reperti archeologici di tutte le epoche”. Non solo. Oltre a dare l’assalto al Canale di Sicilia, dalle Isole Egadi ad Agrigento, la speculazione minaccia anche il mare di Catania: “Un maxi parco eolico al largo di Catania: 33 turbine a 36 km dalla costa siciliana“.

Prospettive turistiche di Agrigento e dintorni calpestate 

“Senza voler demonizzare in via assoluta comunque soluzioni di questo tipo – dice sempre Lattuca – le stesse devono rispondere ai requisiti di sicurezza e di controbilanciamento tra la diminuzione della possibilità della fruizione delle risorse marine ed i vantaggi compensativi di natura economico-sociale che gli stessi possono produrre. In ogni caso, l’enorme area interessata (si tratta di una vera espropriazione di una vastissima area marina) comporterebbe un gravissimo danno per la marineria già falcidiata dalla chiusura di altri tratti di mare da norme comunitarie e anche regionali (piani di gestione locale). Un danno che si aggiunge alle ricorrenti crisi e all’emergenza del caro gasolio. La realizzazione del parco eolico galleggiante, su uno specchio di mare di 346 chilometri quadrati prevede anche il posizionamento di un cavo sottomarino della lunghezza di 34 chilometri, per la maggior parte all’interno delle acque territoriali. Ma occorre considerare l’impatto dell’impianto sull’ecosistema, sull’ambiente e, in particolare, sul settore del turismo e dell’ospitalità. Posto che la zona in oggetto è strategica: è infatti un crocevia di passaggio di turismo diportistico e di navi da crociera. Tutti elementi che potrebbe pregiudicare l’appeal, il fascino, l’attrazione, il richiamo e il messaggio che la Valle dei Templi, il Parco Pirandello, la Scala dei Turchi, la Villa Romana, Punta Bianca lanciano ai viaggiatori sempre più interessati a questi luoghi. Rappresenta in definitiva un’opera che potrà potenzialmente arrecare pregiudizio ad un settore economico già fortemente in difficoltà, quale quello della pesca che rappresenta oggi una delle poche attività economiche dei Comuni costieri. Al riguardo occorre segnalare che negli ultimi anni vi sono state proteste e delle vere e proprie sollevazioni popolari in varie zone d’Italia dove queste multinazionali hanno tentato di installare questi tipi di impianti. Si veda per esempio l’Adriatico e il Cilento in particolare. Con la presente si richiedono opportune informazioni in merito alla predisposizione di atti amministrativi volti alla salvaguardia del territorio e di atti propedeutici ad una opposizione al mega parco eolico. Si richiedono inoltre informazioni in merito alla opportunità di fare rete con gli altri Sindaci del territorio e, in particolare, con il Sindaco di Porto Empedocle, di Sciacca e di Licata le cui marinerie sono fortemente interessate ad ostacolare la realizzazione dell’ impianto eolico marino. Al riguardo occorre tenere nella dovuta considerazione l’esiguità del tempo a disposizione. Si chiede quindi voler comunicare le Sue intenzioni circa le azioni già intraprese e quelle che vorrà intraprendere”.

Qui di seguito l’istanza che Alessio Lattuca ha inviato alla capitaneria di Porto di Porto Empedocle:

Alla Capitaneria di Porto Empedocle

 

Oggetto: istanza di accesso agli atti del procedimento di concessione delle autorizzazioni per il parco eolico galleggiante  da ralizzazione nello specchio d’acqua antistante Agrigento/Porto Empedocle.

ll sottoscritto:

– Alessio Lattuca, nato a Aragona il 13 marzo 1951c.f. LT[LSS51C18A35LZ e

residente a Agrigento Via P. Nenni,75, n.q. di legale rappresentante del

Movimento Per la Sostenibilità, Per la tutela del Territorio, Per contrastare la collocazione del rigassificatore a ridosso della Valle dei Templi, con sede in Agrigento Via G. Amendola,35

pec: movipersos@pec.it.

 

Premesso

– che da fonti giornalistiche si apprende che sarebbero state presentata istanza  da parte della società Avenhexicon di Milano, per la realizzazione di un parco eolico galleggiante nello specchio d’acqua antistante Agrigento Porto Empedocle;

– che la scrivente intende presentare osservazioni entro i termini previsti;

– che per quanto l’impianto sarebbe realizzato a mare – ma a breve distanza dalla costa e visibile – lo stesso rappresenta un’opera che potrebbe arrecare danno e pregiudizio a un settore economico quale pesca e turismo già fortemente in crisi;

– che potrebbe incidere negativamente sulle rotte crocieristiche;

– che sarebbe una vera espropriazione la concessione per trent’anni di una vastissima porzione di mare pari a 346 kmq;

– per tali ragioni e al fine di tutelare gli interessi delle comunità presenti nel

territorio, la loro salute e la qualità della vita e dell’ambiente e la tutela di quelle

economiche: settori Pesca, Commercio, Agricoltura, lndustria, Turismo, dei quali è portatrice di un interesse diretto, concreto ed attuale ad esercitare il diritto di accesso ai dati;

– Tutto quanto sopra premesso

 

Chiede

 

– Di accedere ai dati relativi alla richiesta di rilascio di autorizzazioni, nulla osta ed eventuali rinnovi;

– Ai sensi della vigente normativa sulla trasparenza dell’azione amministrativa, l’accesso nonché il rilascio con urgenza degli atti relativi presentati a codesta Capitaneria di Porto sul progetto di realizzazione di un impianto eolico galleggiante con le annesse prescrizioni.

La richiesta ha finalità di consentire alla scrivente associazione di esercitare, unitamente alle altre associazioni interessate, l’azione legale/giurisdizionale prevista dalla legge.

Grazie e cordiali saluti

Alessio Lattuca,

Presidente Movimento Per la Sostenibilità, Per la tutela del Territorio, Per contrastare la collocazione del rigassificatore a ridosso della Valle dei Templi, con sede in Agrigento Via G. Amendola,35

 

 

 

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