Fuoco anche a Capo Gallo. Musumeci, Scilla e Cordaro spieghino perché è fallito il Piano di prevenzione degli incendi boschivi in Sicilia

20 agosto 2022
  • Lo sappiamo: il Governo regionale è dimissionario, ma il presidente e i due assessori sono ancora in carica. Convochino una conferenza stampa e illustrino il perché è fallito il Piano antincendio in Sicilia voluto dallo stesso Governo siciliano
  • L’incendio di Poggio Ridente a Palermo: si poteva intervenire con maggiore tempismo
  • Gli incendi boschivi di questa Estate non possono finire come quelli dello scorso anno, ovvero a tarallucci e vino!
  • La nota di Giuseppe Fiore, Sifus Confali
  • Antonella Panzeca, candidata alle elezioni regionali nella lista ‘Cateno De Luca Sindaco di Sicilia’: “Recuperare il grande lavoro fatto negli anni passati dall’Ufficio speciale servizi antincendi boschivi”

Lo sappiamo: il Governo regionale è dimissionario, ma il presidente e i due assessori sono ancora in carica. Convochino una conferenza stampa e illustrino il perché è fallito il Piano antincendio in Sicilia

Anche Capo Gallo è andato. O meglio, anche la Riserva naturale di Capo Gallo è stata ‘inghiottita’ dal fuoco. Mentre scriviamo gli incendi funestano la provincia di Trapani e altri luoghi della Sicilia. Non è esagerato affermare che nella settimana di Ferragosto mezza Isola è stata massacrata dalle fiamme. Il fuoco ha colpito anche Pantelleria e Lipari. Il culmine è andato in scena qualche giorno fa, quando una sciroccata ha fatto schizzare a 45 gradi e oltre le temperature. In verità, gli incendi sono cominciati nel Maggio scorso, con una giornata di vento di scirocco. Giugno e Luglio, per i ritmi incendiari della Sicilia, sono stati mesi sopportabili: per carità, sempre primi in classifica tra le Regioni italiane più incendiate d’Italia, ma senza il fuoco eclatante dell’Estate dello scorso anno, quando nella nostra Isola sono andati in fumo quasi 80 mila ettari di boschi. Poi sono arrivati due giorni di scirocco, poco dopo Ferragosto, peraltro attesi, “telefonati”, per dirla con un celebre giornalista sportivo che, alla radio, così definiva i tiri in porta che i portieri paravano senza difficoltà. Ma nonostante i due giorni di scirocco sono stati “telefonati”, il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, e gli assessori all’Agricoltura e al Territorio e Ambiente, rispettivamente, Tony Scilla e Toto Cordaro non sono riusciti a mettere a punto un piano per prevenire gli incendi. Evidentemente non hanno risposto al telefono… In due giorni di scirocco in mezza Sicilia è scoppiato l’inferno. A Palermo – e questo è veramente incredibile – è andata a fuoco anche una vasca della discarica di Bellolampo: e il fuoco non è ancora stato spento, così diossina e altri veleni si diffondono con ‘leggerezza’ a Palermo e nei centri del circondario: ‘tutta salute’ per le persone e per le aziende agrico9le e zootecniche. Ma a quanto pare non gliene frega niente a nessuno. La diossina come la ZTL illegittima e il Tram mangiasoldi. Ormai a Palermo succede di tutto.

L’incendio di Poggio Ridente a Palermo: si poteva intervenire con maggiore tempismo

Alla luce di quanto sta avvenendo – e di quanto continua ad avvenire, se è vero che gli incendi, in queste ore, in Sicilia, sembra che non diano tregua – non sarebbe il caso, egregio presidente della Regione Musumeci ed egregi assessori Scilla e Cordaro di convocare una bella conferenza stampa per spiegare perché è fallito il Piano antincendi che avete presentato in pompa magna la scorsa Primavera? Noi non l’abbiamo dimenticato: convenzione con i Vigili del fuoco, convenzione con la Protezione civile, convenzione non ricordiamo più con quante altre associazioni, poi elicotteri, aerei anfibi, persino droni. Risultato: incendi a tempesta. Senza alcuna prevenzione. E con interventi tardivi. Ne raccontiamo uno, di incendio, visto che l’abbiamo osservato con i nostri occhi. Da posto in cui abitiamo si vede molto bene Poggio Ridente. Dando le spalle al mare, si trova a sinistra del borgo di Boccadifalco. L’incendio è cominciato nel pomeriggio, quando il sole stava per tramontare. Se fosse stata presente una squadra di operai forestali lo avrebbero spento in pochissimo tempo. Noi abbiamo visto il fuoco in un punto, ma non abbiamo notato alcun intervento. Era un fuoco circoscritto. Due ore dopo il fuoco aveva guadagnato un po’ di spazio. Poi siamo andati a cena e siamo tornati a guardare dopo due ore. Il fuoco avanzava lentamente. Quella è stata una notte di grande caldo e ci siamo svegliati più volte, un po’ per rifrescarci, un po’ per vedere come procedeva l’incendioa Poggio Ridente. Alle tre di notte il fuoco disegnava un grande semicerchio. Solo allora abbiamo cominciato a distinguere i lampeggianti azzurri. Morale: la mattina c’era ancora fuoco e fumo. Lo ribadiamo: se ci fosse stata una squadra di operai forestali pronti a intervenire subito il fuoco sarebbe stato bloccato prima del tramonto. Invece è successo un ‘casino’!

Gli incendi boschivi di questa Estate non possono finire come quelli dello scorso anno, ovvero a tarallucci e vino!

Lungi da noi pensare che, in Sicilia, tutti gli incendi si affrontano così. Inutile ricordare a Musumeci e ai suoi due assessori che gli incendi boschivi si prevengono con gli operai forestali impegnati nelle aree verdi della Sicilia in servizio H 24 per tutto l’anno: tanto loro non ci credono. Però – lo ribadiamo – il presidente Musumeci e gli assessori Scilla e Cordaro debbono ai cittadini siciliani spiegazioni. Soprattutto perché siamo in campagna elettorale. Lo sappiamo: il presidente Musumeci si è dimesso con tre mesi di anticipo, il Parlamento siciliano è stato sciolto: ma il Governo regionale resta in carica fino all’insediamento del nuovo esecutivo. Lo ribadiamo: il presidente Musumeci e gli assessori Scilla e Cordaro debbono spiegare ai siciliani perché il Piano antincendio del Governo regionale è fallito. Non ci vengano a dire che la responsabilità è dei piromani delinquenti: questo lo sappiamo già. E come scriviamo spesso, il problema dei piromani delinquenti è mondiale e non solo siciliano. Tutti sappiamo che ci sono i delinquenti che appiccano il fuoco nelle aree verdi: bisognava predisporre un Piano, se non per bloccarli, quanto meno per ridurre i danni. Ma il Piano del Governo regionale è fallito. Il presidente Musumeci e gli assessori Scilla e Cordato non possono pensare che, come lo scorso anno, finirà tutto a tarallucci e vino.

La nota di Giuseppe Fiore, Sifus Confali

Scrive su Facebook Giuseppe Fiore, segretario regionale Sifus Confali Forestali: “Gli incendi che anche quest’anno stanno annientando interi ecosistemi naturali continuano ad essere frutto della criminalità organizzata e del menefreghismo politico che non stanzia le risorse che servono in tempo utile per combattere ad armi pari chi continua a lavorare per distruggere il territorio naturale siciliano, mettendo a repentaglio flora, fauna e vite umane. La politica di ieri e di oggi continua ad essere sorda rispetto al DDL 1009 ossia il progetto di riforma sponsorizzato dal SIFUS presentato il 12 Maggio c.a. da politici trasversali rispetto alle loro appartenenze partitiche. Tale idea di Riforma punta alla tutela dell’ambiente naturale, alla messa in sicurezza del territorio siciliano, alla promozione del turismo rurale -paesaggistico e alla stabilizzazione di tutti i forestali, i più antichi lavoratori precari della Regione siciliana. Confidiamo nella politica di domani affinché si possa portare avanti un progetto serio e programmato che tuteli ambiente e territorio, riconoscendo ai lavoratori della manutenzione e del settore antincendio una vita dignitosa con contratti a tempo indeterminato full time. LA LOTTA CONTINUA! Il SIFUS C’È!”.

Antonella Panzeca, candidata alle elezioni regionali nella lista ‘Cateno De Luca Sindaco di Sicilia’: “Recuperare il grande lavoro fatto negli anni passati dall’Ufficio speciale servizi antincendi boschivi”

Segnaliamo anche in intervento, sulla propria pagina Facebook, di Antonella Panzeca, candidata al Senato nel collegio Palermo 1, nella lista ‘De Luca Sindaco d’Italia Sud chiama Nord’ e, soprattutto, candidata alle elezioni regionali sempre con Cateno De Luca (che è candidato alla presidenza della Regione siciliana) nel collegio di Palermo nella lista ‘Cateno De Luca Sindaco di Sicilia’. “Da candidata alle elezioni politiche nazionali e alle elezioni regionali siciliane – scrive Antonella Panzeca – non devo limitarmi a sottolineare le insufficienze – che ci sono state – da parte della Regione (e del Comune di Palermo per la parte che riguarda la discarica di Bellolampo), ma devo anche mettere a disposizione dei cittadini elettori alcune possibili soluzioni. Ricordo che negli anni passati, per effettuare un’attenta analisi del problema incendi boschivi, era stato costituito un Ufficio speciale (Ufficio speciale servizi antincendi boschivi) che analizzava costantemente e attuava una serie di iniziative e strumenti per contrastare il fenomeno. Ottimi e significativi risultati sono stati raggiunti durante il periodo operativo di questo Ufficio speciale: mi riferisco al 2003, anno della sua costituzione, ma come tutte le cose che funzionano, l’Ufficio speciale è stato poi smantellato e parte dei risultati ottenuti vanificati. Questo Ufficio speciale si occupava della mappatura delle zone maggiormente a rischio, di una serie di possibili telecontrolli che consentivano di intervenire in tempi rapidi, nonché di progetti articolati sul territorio come il progetto Guardaboschi’ che prevedeva convenzioni con associazioni di volontariato che operavano nel territorio. Obiettivo: operare un controllo costante e servire nel contempo da deterrente per i piromani. Il servizio dell’Ufficio speciale – prosegue la candidata alle elezioni regionali siciliane nel collegio di Palermo – ha consentito di scattare centinaia di ortofoto che si sono dimostrate utilissime per la perimetrazione delle aree. Il servizio di ricognizione e sorveglianza aerea veniva effettuato in stretta collaborazione con il Corpo forestale della Regione siciliana. Venivano individuate le aree a maggiore rischio, seguendo le indicazioni della ‘Carta operativa delle aree a rischio incendio’. Un grande progetto abbandonato. E’ possibile recuperare il lavoro fatto e aggiornarlo? A mio avviso, sì. Molti significativi interventi si potrebbero oggi porre in essere per contrastare il fenomeno incendi. Sappiamo tutti che la quasi totalità di questi incendi sono di origine dolosa, una minima parte per incuria, rari, rarissimi quelli per autocombustione. Anche nella lotta agli incendi boschivi serve una svolta politica. Gli ultimi due Governi regionali rispetto agli incendi boschivi sono stati fallimentari. Lo scorso anno la Sicilia ha perso, a causa del fuoco, quasi 80 mila ettari di boschi! Quest’anno l’Estate – conclude Antonella Panzeca – non è ancora finita e già lo scenario è tragico. Ribadisco: serve una svolta politica, occorrono volontà, determinazione e l’ausilio di tecnici e tecnologie valide, oltre che leggi adeguate che servano da deterrente per chi commette simili reati”.

Foto incendio a Capo Gallo tratta da MeteoWeb 

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