Con il fiato sospeso in attesa del rapporto WASDE dal quale dipendono i prezzi di mais e grano tenero. L’Italia fa il pieno di grano duro americano

12 agosto 2022
  • Il rapporto WASDE influenza tradizionalmente l’andamento del mercato dei cereali in termini ribassisti o rialzisti
  • Intanto le industrie italiane stanno acquistando grandi quantitativo di grano duro dagli Stati Uniti d’America (Desert Durum)   
  • Finalmente è partita la prima nave dall’Ucraina carica di grano
  • La Russia, nonostante i problemi legati alla guerra, ha fornito grano all’Egitto e lo esporterà anche nel Bangladesh

Il rapporto WASDE influenza tradizionalmente l’andamento del mercato dei cereali in termini ribassisti o rialzisti

Sono due oggi le notizie nel settore dei cereali: il rapporto WASDE (World Agricultural Supply and Demand Estimates) di Agosto del Dipartimento Agricoltura degli Stati Uniti d’America e la grande quantità di grano duro degli Stati Uniti d’America acquistato dalle industrie italiane. Il WASDE, scrive nel suo report l’analista dei mercati internazionali, Sandro Puglisi, è un appuntamento tradizionale per capire quale potrebbe essere l’andamento dei mercati nei prossimi giorni. Bisognerà capire che rese di mais sono previste in America. Se tali rese saranno inferiori alle aspettative si dovrebbe configurare una riduzione dell’offerta e, di conseguenza, un aumento del prezzo del mais. Viceversa, se le rese saranno maggiori, si potrebbe prevedere un aumento dell’offerta di mais e una riduzione del prezzo. Di solito, il prezzo del mais influenza il prezzo del grano tenero: se sale il primo (mais) sale anche il secondo (grano tenero); se scende il primo scende anche il secondo. Va da sé che il secondo scenario complicherebbe la situazione per i Paesi europei che producono mais e grano tenero come la Francia. Ad ogni modo ne sapremo di più domani. Lo scenario è complicato e bisogna essere profondi conoscitori di certi meccanismi per cercare di intuire come potrebbero andare le cose. In Europa, ad esempio, complice la siccità, la produzione del mais è scesa: cosa che viene segnalata nel report di oggi di Puglisi. Ma nello stesso report si legge che in Brasile la produzione di mais è aumentata quasi a dismisura. In tutto questo c’è anche la ripresa delle esportazioni di cereali dall’Ucraina, che fino a ieri non contemplava il grano, mentre la prima nave carica di grano – come segnala con puntualità il report di Puglisi- è partita oggi. E lì si aprirà un altro capitolo con qualche incognita, se è vero che i cereali stoccati già da qualche mese potrebbero presentare problemi.

Intanto le industrie italiane stanno acquistando grandi quantitativo di grano duro dagli Stati Uniti d’America (Desert Durum)   

Un po’ diverso il discorso per il grano duro. La raccolta è in fase avanzata negli Stati Uniti ed è iniziata in Canada. In quest’ultimo Paese qualche problema lo sta creando l’andamento meteorologico e qualche altro fattore: “La maggior parte dei danni alle colture di questa settimana – leggiamo nel report di Puglisi – è stata causata da vento, forti piogge, grandine, stress da siccità, caldo, fauna selvatica e cavallette”. Nella Provincia di Manitoba, dove si produce una varietà di grano tenero di forza molto nota in tutto il mondo (la varietà Manitoba, per l’appunto), “la fioritura dei cereali primaverili è completa – leggiamo nel report – e lo sviluppo del nocciolo sta raggiungendo un impasto da morbido a duro nella maggior parte delle località. Il raccolto di grano primaverile è valutato per lo più da buono a eccellente, con alcune eccezioni dovute all’umidità estrema”. A proposito di grano duro – e siamo alla seconda notizia di peso di oggi – sembrerebbe che le industrie italiane avrebbero acquistato – e stanno continuando ad acquistare – grandi quantitativi di grano duro americano, circa 60 tonnellate a settimana. Lo scorso anno non c’erano stati acquisti di grano americano, anche perché la siccità ha distrutto il 50% circa della produzione statunitense dello stesso grano. Quest’anno invece le cose stanno andando bene e le industrie italiane si sono accaparrate tanto grano duro americano. Dovrebbe trattarsi del Desert Durum, una varietà di grano duro americana di alta qualità. Puglisi ci dà anche una notizia sulle coltivazioni di girasoli in Canada. Dove è in corso “l’applicazione di fungicidi e/o insetticidi per le cavallette nei girasoli. La putrefazione basale/cancro del fusto di Sclerotinia è comune nei campi di girasole e comporterà un maggiore rischio di insediamento al momento del raccolto e rese significativamente ridotte sulle piante infette”.

Finalmente è partita la prima nave dall’Ucraina carica di grano

Ieri abbiamo ripreso il report di Puglisi con una notizia che non abbiamo letto in nessun altro mezzo di informazione: e cioè che, fino a ieri, dall’Ucraina, nonostante le trattative tra ONU, Russia, Ucraina e Turchia non è stato esportato un kg di grano ucraino. Oggi nel suo report l’analista scrive che è finalmente partita la prima nave carica di grano ucraino. La nave Sormovsky, “battente bandiera del Belize – leggiamo nel report – ha lasciato il porto ucraino di Chornomorsk, trasportando 3.050 tonnellate di grano nella provincia turca di Tekirdag nord-occidentale. La Star Laura battente bandiera dell’isola Marshall è partita dal porto di Pivdennyi, diretta in Iran con 60.000 tonnellate di mais a bordo”. Fino ad ora sono 14 navi di prodotti agricoli ucraini partite dai porti di questo Paese. “La Razoni, la prima nave a lasciare l’Ucraina in base all’accordo – leggiamo ancora nel report – è attraccata Giovedì in Turchia ed è stata diretta in Egitto Venerdì, dopo che il suo primo acquirente in Libano ha rifiutato la consegna a causa di un ritardo di cinque mesi. L’agente marittimo Toros, che ha gestito lo sbarco della Razoni in Turchia, ha dichiarato Giovedì che la nave avrebbe sbarcato 1.500 tonnellate del suo carico di mais da 26.527 tonnellate a Mersin, nella Turchia meridionale, e il resto sarebbe andato in Egitto”.

La Russia, nonostante i problemi legati alla guerra, ha fornito grano all’Egitto e lo esporterà anche nel Bangladesh 

La Russia, secondo il monitoraggio della Russian Grain Union, leggiamo sempre nel report, “dall’1 Luglio all’8 Agosto, ha esportato 4,72 milioni di tonnellate di grano, in calo dell’8% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Le esportazioni di grano sono diminuite del 6,2% a 4.161 milioni di tonnellate, l’orzo del 31% a 404 thsd ton, il mais del 9% a 124 thsd ton. Tuttavia, come per i primi 8 giorni di Agosto, la Russia ha esportato 1.586 milioni di tonnellate di grano, in aumento del 16,4% a/a, di cui 1.357 milioni di tonnellate di grano (+7,9%), orzo – 223,5 (+ quasi 2 volte). L’aumento delle esportazioni ad Agosto si basa su maggiori spedizioni di grano in Egitto”. Questa è una buona notizia, perché l’Egitto, con i suoi circa 100 milioni di abitanti, era in affanno per mancanza di cereali a causa della guerra in Ucraina e rischiava di patire una carestia. La Russia ha deciso di abbassare le tasse sulle esportazioni di grano per il 17-23 Agosto. Giù anche le tasse per l’export di orzo e mais. Un’altra notizia riguarda il Bangladesh, che importerà circa 300 mila tonnellate di grano dalla Russia. E anche questa è una buona notizia, perché significa che la Russia – che rimane il più grande produttore di grano nel mondo – si preoccupa di fornire grano a Paesi che ne hanno bisogno.

 

 

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