L’Italia? Piena di grano duro canadese, ma non si deve dire. Complimenti alla Lega di Salvini per il Manitoba che arriva al Nord…

19 dicembre 2018

Il Canada aumenta la propria produzione di grano e aumenta le esportazioni. E se il Canada aumenta le esportazioni, l’Italia aumenta le importazioni di grano canadese: di grano duro e anche di grano tenero. Questo ed altro viene fuori da un convegno celebrato ad Altamura, in Puglia. Alla presenza dei tecnici del Canada, che vengono a ‘spiegare’ a noi come si produce il grano! La Barilla chiede notizie sulle rotazioni culturali… Sullo sfondo, i disastri combinati dall’Unione Europea con glifosato e micotossine DON

La notizia è che il Canada sta incrementando la produzione di grano duro e di grano tenero, perché la domanda è in crescita. Non la domanda interna, ovviamente, ma la domanda che arriva da altri Paesi del mondo. E tra i Paesi del mondo che acquistano grano canadese c’è l’Italia!

E in Italia – e precisamente ad Altamura, cittadina della Puglia nota per il suo pane e, quindi, per il suo grano duro – si sono catapultati i canadesi, per presentare la ‘bontà’ del loro grano. Si sono presentati ad Altamura lo scorso 10 dicembre in nove per cercare di convincere gli italiani che il Canada è sulla strada giusta…

E’ interessante notare lo spirito neo-colonialista con il quale i canadesi si presentano in Italia – tra l’altro in Puglia, ‘Capitale’ del grano duro italiano insieme con la Sicilia, per raccontare quello che combinano nel proprio Paese. Di questo incontro, promosso dall’Associazione Meridionale Cerealisti si parla in un articolo pubblicato Newsfood.com.

Serve a poco raccontare che il grano coltivato nelle aree fredde del Canada viene fatto maturare con il glifosato (COME POTETE LEGGERE QUI). Ci rispondono che il glifosato contenuto nel grano canadese è al di sotto dei limiti di sicurezza fissati dall’Unione Europea. Dimenticando di aggiungere che la UE i limiti li ha elevati proprio per consentire al grano canadese di essere commercializzato in Europa!

E’ anche interessante il momento scelto per dare la parola, in Puglia, ai canadesi: proprio quando il grano duro del Mezzogiorno d’Italia versa in una pesantissima crisi, dovuta alla speculazione al ribasso sul prezzo dello stesso grano duro, da due anni bloccato a 18 centesimi al quintale (4-5 euro sotto il costo di produzione, che nel Sud Italia si attesta intorno a 22-23 euro al quintale), arrivano, guarda caso, i canadesi per dirci che il loro grano duro è buono e ce lo possiamo mangiare producendo pasta, pane, dolci e via continuando.

Leggiamo insieme l’articolo. Ecco il sommario:

“Convegno cerealisti canadesi ad Altamura:
I Coltivatori Canadesi illustrano la qualità dei loro raccolti
Grande interesse ed apprezzamento dei Coltivatori Italiani”.

“Il convegno dei cerealisti canadesi, tenutosi ad Altamura Venerdì 14 Dicembre 2018 presso la Sala ricevimenti ‘il Gattopardo’, organizzato dall’A.M.C./Associazione Meridionale Cerealisti, è stato seguito con molta attenzione. Presenti numerosi coltivatori dell’Alta Murgia, brokers, importatori, stoccatori e titolari di aziende molitorie, di panificazione e di pastificazione. Il Presidente dell’A.M.C., Nunzio Panaro, è rimasto soddisfatto di questo incontro.. ritenuto importante per fugare ogni dubbio ai tanti operatori economici che trattano i frumenti canadesi, soprattutto per pastifici e panificatori che ritengono necessario miscelare il grano italiano con quello d’importazione per aumentare il grado di percentuale di proteine e soddisfare il fabbisogno giornaliero di materia prima”.

Noi non abbiamo dubbi sul fatto che “pastifici e panificatori che ritengono necessario miscelare il grano italiano con quello d’importazione per aumentare il grado di percentuale di proteine e soddisfare il fabbisogno giornaliero di materia prima”. I dubbi, sul grano duro canadese, li hanno i consumatori, alla luce di tutto quello che ormai si conosce sul grano duro canadese prodotto nelle aree fredde di questo Paese (COME POTETE LEGGERE QUI)

Molto interessante quanto detto dal Dott. Scott Hepworth, produttore, componente della Commissione per lo sviluppo del grano del Saskatchewan, il quale ha riferito “che il Canada sta incrementando la produzione di grano, vista la domanda in continua crescita. Il governo canadese tra l’altro sta migliorando tutte le infrastrutture e modificando il sistema ferroviario con nuovi vagoni per trasporto merci”.

Quindi quello che hanno cercato di farci credere in Italia non è vero: l’export di grano duro canadese è in aumento, non in diminuzione; e siccome i principali acquirenti di grano duro sono le industrie della pasta e l’Italia ha il primato nel mondo per la produzione della pasta, ne consegue, sul piano logico, che l’Italia ha aumentato e aumenterà l’import di grano duro canadese. Altro che battaglia contro il glifosato!

Questo spiega anche il perché, quest’anno, l’Unione Europea ha prorogato, per altri cinque anni, l’uso del glifosato: perché se il glifosato è ‘legale’ in Europa, si possono importante prodotti agricoli che contengono glifosato.

Altro passaggio dell’articolo:

“In risposta alla domanda del Dott. Cesare Ronchi ed del Dott. Emilio Ferrari dell’ufficio Acquisti della Barilla sulla rotazione delle colture per non stressare i terreni, è stato fatto presente che si cerca di seguire delle linee guida adattandosi alle esigenze del momento: superfici coltivabili, andamento del mercato e valutazione dei dati storici in funzione delle campionature delle produzioni precedenti conservate in azienda”.

Queste è bella, no? Invece di chiedere ‘notizie’ sul glifosato chiediamo ai canadesi se effettuano le rotazioni colturali…

“Il Dott. Gino Castonguay, Ispettore Capo Qualità – Canadian Grain Commission – leggiamo sempre nell’articolo – si è invece soffermato sui contributi dati dalla ricerca scientifica per migliorare la qualità e la sicurezza dei cereali. Oltre 1.075 campioni sono stati sottoposti a valutazione. Le cultivar prese in esame sono state CWRS, CPSR, CWAD. Il CWRS (Canada Western Red Spring) è un frumento tenero primaverile rosso, il quale quest’anno a causa del gelo ha subito un calo di produzione durante il raccolto. Nonostante tutto si è attestato su un valore proteico medio di 13,5 – 14,2% su sostanza umida al tasso di 13,5%. Il frumento CPSR (Canada Prairie Spring Red) è un frumento tenero rosso, coltivato nella regione di Alberta che ha avuto un valore proteico medio del 12,5% su sostanza umida al tasso di 13,5%”.

Questo passaggio dell’articolo ci conferma che i canadesi producono e, supponiamo, esportano anche grano tenero. Che qualità ha il grano tenero canadese? Come viene fatto maturare? Giriamo la domanda a Giuseppe Li Rosi, protagonista di Simenza, grande conoscitore del mondo cerealicolo:

“Anche il grano tenero coltivato nelle aree fredde del Canada viene fatto maturare artificialmente, con il glifosato. Ricordatevi che il Manitoba arriva ovunque”.

Il Manitoba, per la cronaca, è un grano tenero canadese originario della provincia di Manitoba. La farina di grano tenero di Manitoba viene definita ‘forte’ per distinguerla dalle farine ‘deboli’. La farina di Manitoba è ricca di glutine e povera di amidi (QUI POTETE APPROFONDIRE LE NOTIZIE).

A questo punto non possiamo non fare i nostri ‘complimenti vivissimi’ alla Lega di Matteo Salvini. Direte: che c’entra la politica? Invece c’entra, c’entra eccome!

Nel Sud si sta facendo una battaglia contro i grani duri esteri al glifosato. I tanti articoli di questo blog lo testimoniano. E lo testimoniano le battaglie di GranoSalus e le querele che hanno preso I Nuovi Vespri e GranoSalus (per la cronaca, i Tribunali hanno riconosciuto la giusta battaglia nostra e di GranoSalus).

Ora le navi cariche di grano tenero estero non arrivano al Sud: arrivano nei porti del Centro Nord Italia. Che è invaso dal grano tenero estero. Vi risulta che la Lega di Salvini stia conducendo una battaglia per controllare la qualità dei grani teneri che arrivano nel Centro Nord Italia?

Attenzione: la battaglia sul grano tenero non è solo del Centro Nord Italia, ma è di tutta l’Italia, perché la farina di Manitoba, come ci ricorda Li Rosi, “arriva ovunque”. Anche nel Sud Italia sotto forma, ad esempio, di dolci, merendine, eccetera eccetera. Per questo è importante, anche qui da noi nel Sud, cominciare a capire da dove arriva la farina con la quale vengono preparati i dolci.

Nell’articolo, ovviamente, si parla anche di grano duro canadese:

“… la cultivar di grano duro denominata CWAD (Canadian Western Amber Durum) è coltivato principalmente in 2 regioni canadesi ovvero il Saskatchewan e Alberta, il cui raccolto è stato eseguito prima dell’arrivo delle precipitazioni dannose (freddo, gelo, piogge). La fusariosi, malattia che porta al disseccamento prematuro della spiga, quest’anno è stato meno negativo rispetto agli anni precedenti… Nonostante tutto, il tenore proteico si è attestato nella misura media del 14% su sostanza umida al tasso di 13,5%”.

“I grani canadesi – ha sottolineato Gino Castonguay – sono certificati con attestati finali di garanzia, in cui sono indicati: tutti i parametri qualitativi ed organolettici, i residui chimici, la percentuale di metalli pesanti, tossine, pesticidi, tutti al disotto dei parametri massimi stabiliti dall’Unione Europea”.

Torniamo al punto centrale: quelli che vanno contestati – e ci auguriamo che lo faccia il nuovo Parlamento europeo che si insedierà dopo le elezioni del maggio del prossimo anno – sono proprio i parametri stabiliti dall’Unione Europea! I parametri sul glifosato e sulle Micotossine DON, la cui presenza è responsabile della diffusione della patologia nota come Sensibilità al glutine (Gluten sensitivity).

Questo è un punto importante. L’Unione Europea parte dal presupposto che il consumo pro capite di pasta sia pari a circa 5 chilogrammi all’anno. E, in effetti, il consumo medio europeo di pasta è questo. Il problema è che in Italia il consumo di pasta pro capite è più alto: circa 27 chilogrammi all’anno. Se poi andiamo dalle nostre parti, al Sud del nostro Paese, il consumo pro capite di pasta annuo aumenta ancora. Ora l’Unione Europea ha stabilito che un uomo può ingerire, senza subire danni, i residui di micotossine DON contenuti in 5 chilogrammi di pasta all’anno. Ma se, come avviene nel Sud d’Italia, una persona consuma ogni anno un quantitativo di pasta cinque volte superiore va ben oltre i limiti previsti dalla stessa Unione Europea.

Questo ci dimostra che noi dobbiamo mangiare la pasta fatta con i nostri grano duri – i grani duri del Sud Italia – che non contengono né glifosato, né micotossine DON!

“La verità – dice Saverio De Bonis, presidente di GranoSalus, senatore del Movimento 5 Stelle – è che i limiti di queste sostanze tossiche, per l’Italia, alla luce del grande consumo di derivati dal grano, dovrebbero essere pari a zero” (QUI UN’INTERVISTA CON SAVERIO DE BONIS).

“Dalla platea – proseguiamo con l’articolo – ha fatto eco, a tale riguardo, il Cav. Vincenzo Divella, Amministratore dell’omonimo molino-pastificio, il quale ha confermato quanto già si conosceva sull’ottima qualità dei grani canadesi di questo anno. Premesso che l’anno scorso ha sponsorizzato il grano appulo-lucano commissionandone 80 mila tonnellate. Piuttosto – ha incalzato il Cavaliere – perché non fate ampia informazione sull’alta qualità dei vostri grani e sul fatto che la presenza di glifosato rientra nei parametri previsti dalla legge?”.

E torniamo sui parametri europei che, lo ribadiamo, vanno rivisti.

“Il Dott. Bin Xiao Fhu, Ricercatore, Direttore di Programma per la ricerca su panificazione e grano duro Canadian Grain Commission – leggiamo sempre nell’articolo – ha riferito che la qualità della semola ottenuta dai grani canadesi è la migliore. Il Canada è il maggiore esportatore mondiale di grano duro, la cui qualità è riconosciuta di colore giallo, con maggiore resa di semola e con una forza maggiore di glutine”.

Noi lo sappiamo che il Canada è il maggiore esortatore mondiale di grano duro. Il problema è che in Italia ci vogliono far credere che non è così. Ci auguriamo che dopo la testimonianza autorevole del “Direttore di Programma per la ricerca su panificazione e grano duro Canadian Grain Commission” si renda atto di questa situazione: e cioè del fatto che la presenza di grano duro canadese in Italia è notevole e non si è affatto affievolita.

Foto tratta da Granosalus 

QUI L’ARTICOLO DI NEWSFOOD.COM SUL CONVEGNO DEI CEREALICOLTORI CANADESI AD ALTAMURA    

 

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