L’ironia di Ernesto Abate sui Geyser siciliani (le condotte idriche abbandonate che esplodono). Ma per Sicilacque i soldi ci sono sempre!

6 agosto 2022
  • Lo sfascio della Sicilia con le condotte idriche abbandonate che in Estate esplodono e sembrano i Geyser dell’Islanda. La Regione siciliana non ha né il tempo, né i soldi per occuparsi delle reti idriche che servono in agricoltura per l’irrigazione
  • Invece la stessa Regione, come confessa candidamente l’assessore regionale Daniela Baglieri, ha trovato 24 milioni di euro “a titolo di anticipazione ” (nel senso che poi gli darà altri soldi) da dare a Sicilacque spa, la società che vende ai siciliani l’acqua che è già dei siciliani…

Lo sfascio della Sicilia con le condotte idriche abbandonate che in Estate esplodono e sembrano i Geyser dell’Islanda. La Regione siciliana non ha né il tempo, né i soldi per occuparsi delle reti idriche che servono in agricoltura per l’irrigazione

L’ironia, si sa, è la migliore arma per prendersi gioco dei potenti (anche se quando i potenti sono dei ‘banditi’ i calci nel sedere vanno anche bene). E’ il caso di Ernesto Abate, segretario regionale Sifus Consorzi di Bonifica, che ironizza sulla Regione siciliana che, di fatto, ha abbandonato le strutture irrigue. “Anche in Sicilia i Geyser come in Islanda?”. I Geyser, per la cronaca, sono dei getti d’acqua e di vapore che si sprigionano dal sottosuolo. sono fenomeni di vulcanismo secondario presenti in alcune aree del mondo. Uno dei più famosi Geyser si trova in Islanda. Ma, a quanto pare, qualcuno si trova anche in Sicilia… “Non attraggono i turisti i Geyser siciliani – scrive Ernesto Abate – poiché il Geyser è un tipo di sorgente d’acqua bollente che ha delle eruzioni intermittenti che creano delle colonne di acqua calda e vapore; mentre in Sicilia si possono apprezzare soltanto in Estate, quando il Consorzio di Bonifica eroga il servizio irriguo all’utenza consortile! Si tratta pur sempre di effetti naturali, ma nel secondo caso si verificano per effetto di mancata manutenzione e mancato ammodernamento delle reti infrastrutturali”. Questo succedere perché, spiega sempre Abate, “quello consortile è un servizio ‘stagionale’, piuttosto che un servizio efficace, efficiente e continuativo! E finché i Consorzi di Bonifica verranno considerati tra i servizi di stagione come i lidi balneari, navigheremo in brutte acque… quelle che allagano puntualmente i campi di coltivazione! Caro assessore all’Agricoltura Toni Scilla, finché i tempi della politica saranno diversi da quelli della necessità biologica ed oggettiva della categoria testè rappresentata… i Consorzi di Bonifica conterranno più elementi di critica che pregi, per il servizio offerto ad una utenza sempre più adirata per i disservizi e i crescenti costi dei canoni irrigui!”. La verità, aggiungiamo noi, è che alla politica siciliana non gliene fotte niente dell’agricoltura e del fatto che l’irrigazione va a farsi benedire. L’assessorato all’Agricoltura, per la politica siciliana, serve per produrre clientela e voti, il resto non interessa.

Invece la stessa Regione, come confessa candidamente l’assessore regionale Daniela Baglieri, ha trovato 24 milioni di euro “a titolo di anticipazione ” (nel senso che poi gli darà altri soldi) da dare a Sicilacque spa, la società che vende ai siciliani l’acqua che è già dei siciliani…

Comunque noi vorremmo ‘rasserenare’ il nostro amico sindacalista del Sifus. Perché se è vero che la Regione siciliana non si occupa quasi mai dei Consorzi di Bonifica, se non per qualche elargizione, e se è vero che sta mandando in malora l’agricoltura della nostra Isola, non altrettanto può dirsi degli amici di Sicilacque spa. Per la cronaca, Sicilacque spa è una società privata, con una minima partecipazione della Regione siciliana, che vende ai siciliani l’acqua che è già dei siciliani. Ancora per la cronaca, la Regione siciliana, in un momento di estasi, ha  ceduto gratuitamente a Sicilacque spa, fino al 2044, il sovrambito, ovvero grandi condotte, dighe e potabilizzatori, opere realizzate con i soldi dei siciliani. In cambio, Sicilacque spa, come già ricordato, vende ai siciliani l’acqua che è già dei siciliani a prezzo maggiorato. Di fatto, con quasi vent’anni di anticipo, la Regione siciliana ha anticipato il Disegno di legge Concorrenza voluto dal banchiere-statista, Mario Draghi, e approvato da PD, Movimento 5 Stelle, Lega, Forza Italia, Italia Viva e Liberi e Uguali. Si tratta del provvedimento che ha privatizzato l’acqua alla faccia del referendum sull’acqua pubblica che, nel 2011, aveva sancito proprietà e gestione dell’acqua pubblica. Siciliacque avrebbe dovuto occuparsi del sovrambito, sistemando, in particolare, le reti irrigue. Invece ha fatto solo piccole cose, con i soldi della Regione siciliana. E meno male che nei primi anni del Governo nazionale Berlusconi 2001-2006 era stato presentato come un privato che avrebbe sistemato le reti idriche della Sicilia. Chiacchiere. Oggi leggiamo un comunicato dai toni trionfalistici dell’assessore regionale all’Energia, Daniela Baglieri: “Salva l’erogazione dell’acqua ai siciliani”. Che significa? Che il Parlamento siciliano il disegno di legge per il ‘Riequilibrio economico finanziario della gestione dei sistemi acquedottistici di sovrambito della Regione siciliana’. “Con la norma proposta dal governo Musumeci – afferma l’assessore – è stato autorizzato un trasferimento di quasi 24 milioni di euro in favore di Siciliacque a titolo di anticipazione per far fronte alla complessiva morosità causata alla società da parte dei Comuni”. I Comuni siciliani, quasi tutti senza soldi grazie allo Stato e alla Regione, non possono pagare l’acqua – che è già dei Comuni siciliani – ma che i Comuni siciliani debbono pagare a Sicilacque spa. Paga la Regione, ufficialmente per togliere le castagne dal fuoco ai Comuni, in pratica per parere favorire Sicilacque spa. Come vede, segretario del Sifus Consorzi di Bonifica Abate, quando vuole la Regione trova soldi e tempo per fare le cose…

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