Prezzi del grano in aumento in tutto il mondo a causa dell’incertezza climatica. In Iraq si teme la carestia

26 maggio 2022
  • Sono i cambiamenti climatici e non la guerra in Ucraina che potrebbero innescare una crisi mondiale del grano 
  • Andamento della produzione e stime negli Stati agricoli d’America 
  • Brutte notizie dal Canada: problemi sia per il grano tenero Manitoba, sia per il grano duro 
  • Prezzi al rialzo in Europa. Preoccupa la crisi della granicoltura francese
  • Tutto bene invece in Russia grazie a un ottimo clima e al rublo sempre più forte
  • In Iraq si teme una carestia
  • Il solito Occidente di stupidi speculatori consegnerà anche l’Argentina alla Cina 

Sono i cambiamenti climatici e non la guerra in Ucraina che potrebbero innescare una crisi mondiale del grano 

Prezzi del grano ai aumento in tutto il mondo. A provocare il rialzo delle quotazioni è l’incertezza legata ai cambiamenti climatici, che potrebbero ridurre le produzioni. In realtà, ci sono aree del mondo dove il clima – con particolare riferimento alla siccità – ha già risotto la produzione. e altre riduzioni di produzioni si attendono in prospettiva. A questo si aggiunge che alcuni Paesi produttori, prima di esportare cereali – ma anche soia – diano, come dire?, un’occhiata alle rispettive scorte… Il risultato è che i prezzi vanno su. Complicati dalla guerra in Ucraina, con  l stessa Ucraina che ha difficoltà ad esportare il proprio grano. Così in questi giorni tanti giornali parlano della crisi del grano. Scrivono e commentano quanto sta avvenendo in Ucraina. Ma addebitare alla guerra tra Russia e Ucraina (sarebbe più corretto parlare di guerra tra Russia e Occidente, con in testa la NATO) la crisi mondiale del grano è un po’ un’esagerazione. Il vero problema è rappresentato dal clima, o meglio, dai cambiamenti climatici in corso. In alcuni casi si tratta danni alle produzioni agricole già evidenti, in altri casi di previsioni. Ma è da questi dati – e non solo dalla guerra in Ucraina – che si deve partire per capire quello che sta succedendo nel mondo e, soprattutto, quello che potrebbe succedere nel mercato del grano e, in generale, dei cereali (ma anche della soia, altra coltura strategica). Noi abbiamo un nostro principale punto di riferimento: i report di Sandro Puglisi, analista dei mercati internazionali. Ma anche le considerazioni di Mario Pagliaro, chimico del Cnr e appassionato di climatologia e agricoltura.  Oggi ci affidiamo a Sandro Puglisi, provando a fare il punto della situazione a metà settimana. Puglisi spiega che i mercati agricoli statunitensi, per ora, ‘viaggiano’ tra alti e bassi. Prezzi lievemente in rialzo per il mais, qualche battuta d’arresto per i semi di soia. “Il complesso del grano – scrive Pugisi – è stato scambiato al rialzo di due cifre dopo il ritiro della scorsa settimana dai nuovi massimi. I prezzi del grano invernale hanno registrato il rialzo maggiore, poiché i commercianti hanno continuato a monitorare la scarsa qualità del raccolto negli Stati Uniti e le interruzioni del lavoro sul campo e delle esportazioni in Ucraina”. L’analista ci dà subito due notizie: l’andamento dell’annata agricola negli Stati Uniti, che non si annuncia entusiasmante, e i problemi in Ucraina provocati dalla guerra.

 

Andamento della produzione e stime negli Stati agricoli d’America 

Puglisi ci regala un’analisi dettagliata sull’andamento dell’annata negli Stati americani: “In particolare – leggiamo nel suo report – il rapporto NASS Crop Progress ha mostrato che la semina del mais è progredita del 23% fino al 72% completa fino a domenica, rispetto al 49% di una settimana fa e quattro punti al di sopra dell’ipotesi commerciale media del 68%. Tuttavia, i progressi di quest’anno sono ancora notevolmente più lenti del ritmo del 2021 dell’89% e della media quinquennale precedente del 79%. North Carolina (97%), Tennessee (93%) e Texas (92%) continuano a guidare la carica, mentre il North Dakota (20%) ha ancora la strada più lontana da percorrere. L’emergenza del mais è salita al 39%, in aumento rispetto al 14% di una settimana fa, ma ancora sostanzialmente al di sotto del ritmo del 61% del 2021 e della media quinquennale precedente del 51%. Il North Dakota (1%) e l’Ohio (6%) stanno ancora vedendo progressi a una cifra in questa categoria fisiologica. In Iowa, il 47% del raccolto di mais è in aumento, rispetto all’8% della scorsa settimana, ma al di sotto della media del 60%. Anche l’emergenza del Nebraska è stata del 48%, rispetto al 19% della scorsa settimana e alla media del 56%. Le piantagioni di soia hanno raggiunto il 50% fino a domenica, in aumento rispetto al 30% di una settimana fa e superando leggermente la stima commerciale media del 49%. Ciò pone ancora il raccolto di quest’anno ben al di sotto del ritmo del 2021 del 73% e cinque punti al di sotto della media quinquennale precedente del 55%. La semina di soia in IA ha superato il ritmo medio di 2 punti percentuali con il 69% nel terreno rispetto al 34% della scorsa settimana e al 67% in media”. E ancora: “Tra i primi sei Stati di produzione, Minnesota (11%) e North Dakota (27%) registrano un trend significativamente al di sotto della media nazionale. L’emergenza nazionale del frumento primaverile è stata segnalata al 29% rispetto al 16% della scorsa settimana e al 50% in media. Le valutazioni sulla qualità del grano invernale sono migliorate di un punto e hanno soddisfatto le aspettative degli analisti con il 28% del raccolto valutato in condizioni da buone a eccellenti, rendendolo tra i peggiori mai registrati. Un altro 32% del raccolto è valutato discreto (invariato rispetto a una settimana fa), mentre il restante 40% è valutato scarso o molto scarso (in calo di un punto rispetto alla scorsa settimana)”. Si parla anche del “raccolto di grano del Kansas” che “è chiazzato e corto, ma la metà orientale dello Stato ha generalmente condizioni di crescita migliori rispetto alla metà occidentale. Un’altra sorpresa del tour di quest’anno è stata la mancanza di pressione sulla malattia, in particolare il virus del mosaico delle striature del grano. Inoltre, c’era poca o nessuna pressione degli insetti preoccupante per la riduzione della resa”. poi arrivano le stime: la stima dell’USDA per il raccolto di grano del Nebraska è di ¬ 36,9 milioni di stai, in calo rispetto al 41,2 dell’anno scorso. Il raccolto del Colorado è stimato a 49,6 milioni di staia, in calo rispetto ai 69,6 milioni di staia dell’anno scorso. L’Oklahoma ha riferito che la produzione dello Stato è stimata in 60 milioni di staia, in calo rispetto ai 115 milioni di staia dell’anno scorso, con una resa di 25 staia per acro”. Puglisi precisa siamo a 3-6 settimane dalla raccolta e possono ancora succedere “molte cose”.

Brutte notizie dal Canada: problemi sia per il grano tenero Manitoba, sia per il grano duro 

Non arrivano belle notizie nemmeno dal Canada, dove le piogge creano problemi nei distretti orientali, mentre la siccità imperversa nelle regioni occidentali.  “A metà della scorsa settimana – scrive l’analista dei mercati internazionali – l’Agricultural and Agri-Food Canada (AAFC) ha riferito che praticamente nessuna semina primaverile era stata completata in gran parte del Manitoba, con oltre il 90% della superficie coltivata della provincia che soffriva di umidità eccessiva. Al 17 maggio, AAFC ha riferito che solo il 4% dei raccolti primaverili della provincia era stato piantato, in grave ritardo rispetto alla media quinquennale del 50%. Di conseguenza, gli agricoltori in alcune parti del Manitoba stanno scambiando parte della loro superficie destinata a mais e soia con grano, orzo e colza poiché le loro stagioni di crescita sono più brevi”. Per la cronaca, Manitoba è una provincia occidentale del Canada dove si coltiva la varietà di grano tenero che prende il nome proprio da questa provincia. Forse è una delle varietà o cultivar di grano tenero ‘di forza’ più noto e diffuso nel mondo, soprattutto nell’industria dolciaria (ma non soltanto). Noi, di solito, parliamo del grano duro canadese, molto utilizzato per la produzione della pasta (anche se negli ultimi anni, per problemi legati alla presenza di glifosato e micotossine DON, si tende a nascondere l’uso del grano duro canadese: basti pensare alle pubblicità che imperversano nella televisione: “Pasta prodotta con solo grano duro italiano” e bla bla bla. Detto ciò, va aggiunto che la varietà di grano tenero canadese Manitoba non è meno importante del grano duro canadese: anzi. Nel report di Puglisi si legge che una stima dà il 29% delle praterie canadesi classificato come “anormalmente secco o in siccità da moderata a estrema”. Si parla anche dei “distretti agricoli dell’Alberta”, altra provincia del Canada importante per l’agricoltura. I distretti agricoli dell’Alberta “rappresentano 17,8 milioni di ettari (Mha)” e “stanno vivendo condizioni di siccità significative. Le condizioni meteorologiche estreme renderanno estremamente difficile per gli agricoltori canadesi soddisfare le previsioni sulle intenzioni di impianto pubblicate da Statistics Canada alla fine del mese scorso”.

 

Prezzi al rialzo in Europa. Preoccupa la crisi della granicoltura francese

Prezzi in rialzo Europa. Dove la siccità sta creando enormi problemi, per esempio nel Nord Italia e in Francia. “I timori di un forte calo della produzione francese rispetto allo scorso anno – scrive Puglisi – hanno spinto al rialzo i prezzi dei cereali. Inoltre i recenti temporali sono stati accompagnati in alcuni punti anche da chicchi di grandine, che hanno causato alcuni danni ai raccolti” (questo è accaduto anche in Spagna nelle scorse settimane con danni agli impianti di pesche, albicocche e nettarine)”. Puglisi, citando Agritel, scrive che “L’abbassamento del raccolto potrebbe impedire al Paese di esportare oltre 10,5 milioni di tonnellate di grano tenero al di fuori dell’UE la prossima stagione, ben al di sotto della domanda potenziale”. Puglisi cita anche il servizio di monitoraggio delle colture dell’Unione Europea, MARS, che “ha ridotto le sue previsioni di resa per i raccolti di grano, orzo e colza di quest’anno nell’UE a causa della siccità… Nella sua relazione mensile, infatti, MARS ha abbassato le sue previsioni sulla resa dell’UE per il frumento tenero nel 2022 a 5,89 tonnellate per ettaro (t/ha) dalle 5,95 t/ha previste il mese scorso. Ora è il 2,5% al ​​di sotto del livello del 2021, sebbene lo 0,9% in più rispetto alla media degli ultimi cinque anni, ha affermato. Idem per il duro, ora visto a 3,55 tonnellate per ettaro da 3,61 previsto il mese scorso. Tuttavia, ora è del +2,1% al di sopra del livello del 2021 e del +2,7% rispetto alla media degli ultimi cinque anni”. Lo scenario che si presenta in Europa e problematico. “L’ufficio agricolo FranceAgriMer – scrive Puglisi – ha mostrato che le condizioni di crescita per i raccolti di grano e orzo in Francia sono fortemente diminuite per la seconda settimana consecutiva”.

 

Tutto bene invece in Russia grazie a un ottimo clima e al rublo sempre più forte

In Russia le come non vanno male. I prezzi delle esportazioni di grano russo sono aumentati. Mentre nel mercato interno di questo Paese i prezzi sono diminuiti grazie a un rublo forte, alla debole domanda da parte di esportatori e consumatori e anche grazie all’aumento “dell’offerta da parte degli agricoltori che liquidano le loro scorte di grano prima del nuovo raccolto. La scorsa settimana – scrive Puglisi – le esportazioni russe hanno continuato a rallentare a causa di fattori stagionali. In particolare, la scorsa settimana la Russia ha esportato 300.000 tonnellate di cereali rispetto alle 330.000 della settimana precedente. Sovecon prevede che le esportazioni russe di grano di maggio raggiungeranno le 800.000 tonnellate, in calo rispetto ai 2,2 milioni di tonnellate di aprile, poiché la quota di esportazione statale si sta esaurendo”.

 

 

In Iraq si teme una carestia

Grandi problemi in Iraq, con il consiglio ministeriale dell’economia che ha deciso di aumentare il prezzo per gli acquisti statali di grano locale da 100.000 dinari a 850.000 dinari ($ 583) per tonnellata. L’Iraq, ci dice Puglisi, “sta adottando misure urgenti per garantire scorte strategiche di grano e sostenere un programma di sussidi alimentari locali. Le attuali riserve di grano dell’Iraq sono sufficienti per quattro mesi dopo aver acquistato 800.000 tonnellate da agricoltori locali, ha detto martedì all’agenzia di stampa statale INA un portavoce del ministero del Commercio, Mohammed Hanoun”.

 

Il solito Occidente di stupidi speculatori consegnerà anche l’Argentina alla Cina 

Situazione complessa in Argentina. Paese che non ha mai avuto pace con il Fondo Monetario Internazionale per via dei debiti. L’Argentina si trova in una situazione particolare: se esporta cereali e soia migliora la propria bilancia commerciale, ma peggiora l’inflazione interna, che è ormai al 60%. Sono i soliti imbrogli del capitalismo occidentale, che non può fare a meno di speculare sui Paesi in difficoltà. Non è un caso che, oggi, tanti Paesi del Sudamerica meditino di lasciare l’area del dollaro e di unirsi a un’area monetaria alternativa al dollaro, che poi è quella governata dalla Cina insieme con Russia e India. Il Brasile di Bolsonaro si è ormai dissociato dall’Occidente speculativo e non è un caso che l’informazione occidentale – oggi poco credibile . non faccia altro che parlare male di Bolsonaro. Il problema è che il Brasile e altri Paesi del Sudamerica – adesso anche l’Argentina – hanno i cabbasisi piani degli speculatori occidentali.

Foto tratta da DolceVita 

 

 

 

 

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