Egregia Cgil, il problema degli incendi boschivi in Sicilia si affronta con 30 mila operai forestali dislocati nelle aree verdi 24 ore al giorno

6 maggio 2022
  • Giuste le indagini. Ma prima delle indagini viene la prevenzione del fuoco nei boschi e nelle aree abitate che si trovano a contatto con le zone verdi. Questa tutela non può che essere assicurata dalla presenza dell’uomo. Soprattutto nel pieno di inquietanti cambiamenti climatici
  • Da Novembre dello scorso anno proponiamo l’assunzione di almeno 30 mila operai forestali a tempo indeterminato  
  • Da qualche anno gli incendi boschivi sono un fenomeno mondiale che lascerebbe pensare a una strategia criminale e terroristica 

Giuste le indagini. Ma prima delle indagini viene la prevenzione del fuoco nei boschi e nelle aree abitate che si trovano a contatto con le zone verdi. Questa tutela non può che essere assicurata dalla presenza dell’uomo. Soprattutto nel pieno di inquietanti cambiamenti climatici

Come abbiamo scritto ieri, la prima sciroccata che ha colpito ieri la Sicilia – peraltro di breve durata – ha dato la stura a un incendio di vaste proporzioni ad Erice, nel Trapanese, e danni da fuoco anche nel Palermitano, tra   Pioppo, Monreale e Cefalù. Sulla vicenda interviene la Flai Cgil di Palermo: “Da stanotte bruciano i boschi di Casaboli, nel territorio di Pioppo Monreale, e a Cefalù incendi sono divampati a contrada Campella, Roccazzo e monte Sette Frati. La Flai Cgil Palermo torna a chiedere un pool di magistrati e un nucleo interforze che si occupino sinergicamente delle indagini sugli incendi e delle repressioni”. Per la cronaca, cinque anni fa, un incendio di vastissime proporzioni aveva incenerito buona parte del bosco di Casaboli, a Pioppo. “La stagione estiva non è ancora partita e già assistiamo alla devastazione del nostro patrimonio paesaggistico e boschivo – dichiarano il segretario generale Flai Cgil Palermo Dario Fazzese e la segretaria Flai Cgil Palermo Enza Pisa -. Due imponenti incendi hanno e stanno mandando in fumo pezzi di territorio preziosi quali quello di Casaboli agro di Pioppo-Monreale e quello di Cefalù. Condanniamo con forza e determinazione questi gesti vili e criminali di gente senza scrupoli e dignità e continuiamo a chiedere, anche quest’anno, che vengano costituiti un pool di magistrati e nuclei interforze specializzati che in sinergia si occupino delle indagini e della repressione di questi crimini ambientali, che sono anche crimini contro l’umanità. I siti più preziosi del nostro patrimonio naturalistico e forestale – aggiungono Fazzese e Pisa – quasi ogni anno sono soggetti a questi gesti vili. Urge che si proceda al posizionamento di telecamere nei punti sensibili e che si trovi una modalità più efficace e tempestiva per il rinettamento e l’ampliamento dei viali parafuoco. Serve, altresì, un ripensamento concreto della gestione dei tempi e delle modalità di intervento nella lotta attiva e passiva agli incendi”.

Da Novembre dello scorso anno proponiamo l’assunzione di almeno 30 mila operai forestali a tempo indeterminato  

Che gli incendi boschivi siano di origine dolosa non ci sono dubbi. Così come dovrebbe essere chiaro che gli incendi boschivi, ormai da qualche anno, interessano buona parte del Pianeta Terra. Ignorare che gli incendi boschivi siano anche legati – anzi soprattutto legati – ai cambiamenti climatici in corso è un errore. Dopo gli incendi del 2017, che in Sicilia non sono stati pochi, abbiamo cominciato con i nostri mezzi a monitorare incendi e clima; e abbiamo appurato che la situazione, dal 2018 ad oggi, è peggiorata di anno in anno. Lo scorso anno è stato un disastro: temperature medie di circa 40 gradi centigradi a Luglio e ad Agosto, con punte di quasi 50 gradi alcune aree della Sicilia, e quasi 80 mila ettari di boschi andati in fiamme. Poi, in Autunno, sono arrivate le alluvioni rovinose a Catania e nel Catanese e a Siracusa e nel Siracusano. E’ per questo che, dallo scorso Novembre, chiediamo con insistenza di assumere almeno 30 mila operai forestali da dislocare in tutte le aree verdi dell’Isola organizzando un servizio h24, con opportuno equipaggiamento per consentire al personale di resistere a eventuali alte temperature. Per prevenire gli incendi – oltre alle opere di natura tecnica (vali parafuoco e altro) – è necessario assicurare la presenza di operai forestali nelle aree verdi e nelle aree verdi vicine ai centri abitati, se è vero che ieri ci sono stati problemi in alcuni centri abitati avvicinati, se non colpiti, da fuoco. Scaricare sui Comuni senza soldi e senza personale specializzato anche questa incombenza significa solo creare caos e danni. I 30 mila forestali dovrebbero anche occuparsi dei fiumi e dei corsi d’acqua, per cercare di limitare le inondazioni che sono ormai la regola, sia perché gli eventi meteorici sono sempre più estremi, sia perché solo da qualche anno – dopo un ventennale abbandono, sono ricominciati gli interventi di tutela del territorio che ad oggi sono comunque insufficienti.

Da qualche anno gli incendi boschivi sono un fenomeno mondiale che lascerebbe pensare a una strategia criminale e terroristica 

Ben vengano i controlli sollecitati dalla Flai Cgil. Ma la vera emergenza, oggi, sono i cambiamenti climatici. Abbiamo raccontato che quest’anno la temperatura nell’Antartide è salita di ben 40 gradi: e questo è un fatto che non può passare inosservato. Il Po, quest’anno, era in secca da Gennaio. Oggi si teme la siccità in alcune aree d’Europa, dalla Francia alla Germania; e ci sono problemi di siccità anche in Sudamerica. Il problema è mondiale. Cinque anni fa l’ecologo Silvano Riggio ha detto che la Sicilia si trovava nel pieno di una “Bolla sahariana” e che la situazione sarebbe peggiorata di anno in anno. E infatti la situazione peggiora di anno in anno. Quanto ai piromani che approfittano della siccità e del caldo per fare fuoco alle aree verdi, questo – lo ribadiamo – è un fenomeno mondiale. C’è chi pensa possa trattarsi di una setta di invasati: e il fatto che negli ultimi anni gli incendi boschivi di vaste dimensioni hanno colpito varie aree del mondo, dalla Siberia all’Indonesia, dalla California all’Amazzonia e ancora Algeria, Portogallo, Australia, Europa lascerebbe pensare a una strategia criminale e terroristica. Detto ciò, serve una protezione subito: e questa non può che essere assicurata dalla presenza dell’uomo nelle aree verdi.

Foto tratta da il Sicilia     

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