Vogliono togliere la casa a una famiglia povera di Palermo per darla a una famiglia di profughi ucraini?

9 aprile 2022
  • Il dubbio lo mette nero su banco in un post su Facebook Toni Pellicane, protagonista del Comitato di lotta per la casa 12 Luglio 
  • Sarebbe interessante conoscere la posizione delle autorità di una vicenda che potrebbe diventare paradigmatica  
  • I candidati sindaci non hanno nulla da dire? I candidati al Consiglio comunale non sono interessati a intervenire su questa storia?  

Il dubbio lo mette nero su banco in un post su Facebook Toni Pellicane, protagonista del Comitato di lotta per la casa 12 Luglio 

Ma veramente i profughi ucraini dovranno avere la precedenza, nell’assegnazione delle abitazione, delle circa 2 mila e 500 famiglie di Palermo che sono senza casa da anni? Noi non ci vogliamo e non ci possiamo credere, ma il nostro amico Tony Pellicane (nella foto a destra), che da sempre si occupa degli ultimi di Palermo – è il protagonista del Comitato di lotta per la casa 12 Luglio – ha scritto un post su Facebook raccontando una storia che amareggia: “Ennesima situazione che appare un abuso vero e proprio – scrive Pellicane -. Una famiglia senza reddito e senza casa da circa 8 anni occupa un alloggio confiscato alla mafia che non è mai transitato nella disponibilità del Comune. Non hanno mai ricevuto alcuna contestazione ufficiale. Circa 2 anni fa si vedono arrivare i carabinieri e un assistente sociale che gli dicono che da lì a pochi giorni dovevano andare via altrimenti li avrebbero sgomberati, il tutto senza notificargli assolutamente nulla. Due anni fa incontriamo la famiglia, gli diciamo che non era assolutamente quella la prassi ufficiale per un azione di sgombero, infatti nessuno si presentò. Qualche giorno fa tornano, questa volta solo i carabinieri, si presentano per intimare di lasciare l’alloggio, se non lo fanno entro giorno 14 li andranno a sgomberare, ancora una volta senza un documento ufficiale alla mano e senza notificare nulla alla famiglia. Quando un alloggio confiscato è occupato da un nucleo familiare svantaggiato, anche se non è mai transitato al Comune, vengono comunque allertati i servizi sociali, in questo caso non ve n’è traccia, nessuno sa nulla. Al nucleo familiare è stato detto dai carabinieri che ci sarebbe stata una riunione del comitato per l’ordine e la sicurezza e che è stato stilato un elenco di alloggi confiscati occupati che saranno sgomberati a partire dal 14 Aprile, due ogni settimana. Tutto sembra avere le sembianze di un enorme abuso, certo che se poi dall’alto hanno deciso di mettere per la strada famiglie disagiate per ospitare eventuale profughi ucraini, così come ha deciso il governo nazionale, sarebbe veramente un sopruso e un atto di mafiosità istituzionale!”.

Sarebbe interessante conoscere la posizione delle autorità di una vicenda che potrebbe diventare paradigmatica  

Lo scorso 4 Aprile abbiamo scritto questo articolo: “A Palermo vogliono dare le case confiscate alla mafia ai profughi ucraini lasciando in mezzo alla strada le 2 mila e 500 famiglie di senza casa della città?“. Il ‘succo’ del nostro ragionamento è il seguente: tutti hanno diritto a una casa, i senza tetto palermitani, i senza tetto extra comunitari che sono a Palermo da tempo e sono in mezzo alla strada e i profughi ucraini. Non esiste che questi ultimi abbiano la precedenza sulle 2 mila e 500 famiglie di palermitani e di extracomunitari che, da anni, aspettano una casa. Né può essere accettato – ed è il caso sollevato da Tony Pellicane – che una famiglia senza reddito, quindi povera, che occupa da anni un’abitazione confiscata alla mafia e mai transitata nella disponibilità del Comune venga gettata in mezzo alla strada per fare posto ai profughi ucraini. Questo non creerebbe soltanto una guerra tra poveri, ma attirerebbe sui profughi ucraini che andrebbero eventualmente ad occupare la casa abitata da altri l’antipatia – e non soltanto l’antipatia – di tantissimi cittadini. Sarebbe, questo, il modo peggiore modo per integrare gli ucraini a Palermo. Siamo certi che il Prefetto e il sindaco di Palermo escluderanno tassativamente che si proceda secondo lo scenario ipotizzato da Tony Pellicane. Che sempre su Facebook aggiunge: “Abbiamo consultato un avvocato, sembrerebbe che le presunte procedure di sgombero siano del tutto illegittime, non abbiamo intenzione di indietreggiare, non è accettabile che le cosiddette “forze dell’ordine ” si adoperino con la pratica del terrore a danno di famiglie estremamente disagiate”.

I candidati sindaci non hanno nulla da dire? I candidati al Consiglio comunale non sono interessati a intervenire su questa storia?  

Ciò posto non possiamo non ricordare che, in questo momento a Palermo c’è ancora un sindaco: in uscita ma sempre in carica come sindaco. Cosa pensa di questa storia Leoluca Orlando? E’ giusto togliere la casa a una famiglia disagiata per fare posto ai profughi ucraini? Crediamo che il sindaco debba una risposta ai cittadini. C’è anche in carica un Consiglio comunale: nessun consigliere comunale di Palermo – sono se non ricordiamo male 40 – prende posizione su tale questione? Ricordiamo anche che siamo in campagna elettorale per l’elezione del sindaco e per l’elezione del nuovo consiglio comunale. Nessun candidato sindaco è interessato a intervenire su tale vicenda? Nessun candidato al Consiglio comunale è interessato a dire la sua su questa storia? Da parte nostra c’è la disponibilità ad ospitare interventi e comunicati stampa.

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