Germania in allarme: “Emergenza approvvigionamento”. Paura per il pagamento in rubli di grano e fertilizzanti. Lo spettro carestie

2 aprile 2022
  • La parola carestie non è esagerata. Soprattutto se alla guerra in Ucraina e alla guerra economica scatenata da Stati Uniti e Unione europea con le sanzioni alla Russia si aggiungeranno i cambiamenti climatici
  • Dopo aver tolto le sanzioni sui fertilizzanti russi gli Stati Uniti hanno eliminato anche i dazi sui fertilizzanti del Marocco
  • Vjačeslav Viktorovič Volodin: “Se vuoi benzina trova rubli”
  • Intanto cresce la preoccupazione per il diffondersi dell’influenza aviaria 

La parola carestie non è esagerata. Soprattutto se alla guerra in Ucraina e alla guerra economica scatenata da Stati Uniti e Unione europea con le sanzioni alla Russia si aggiungeranno i cambiamenti climatici

La notizia non è molto gettonata perché si vuole evitare il panico. Ma la notizia c’è e mettere la testa sotto la sabbia non serve: la guerra in Ucraina ha già creato enormi problemi alimentari in alcune aree del mondo e potrebbe dare luogo a carestie se dovessero intervenire i cambiamenti climatici registrati lo scorso anno. In pratica, in alcune aree del mondo si rischia di non mangiare! Non solo. Per il cosiddetto Occidente industrializzato – Unione europea in testa – che si è schierato contro la Russia, fino a mettere in campo un vera e propria guerra economica contro questo Paese, oltre alle ‘mazzate’ su gas sono in arrivo altri inconvenienti che potrebbero avere effetti nefasti anche sul piano alimentare. Ieri abbiamo dato notizia che la Russia ha deciso di far pagare in rubli non soltanto il gas, ma anche il grano, i fertilizzanti, il carbone e il legno. Già questo scenario, senza gli effetti dei cambiamenti climatici è un problema enorme. Come abbiamo scritto ieri, il gas americano in sostituzione del gas russo è una stupidaggine, un bluff un ridicolo degno di un pessimo giocatore di Poker. Ora il problema si estende ai fertilizzanti e al grano. E questo è un colpo durissimo per l’area del dollaro e per l’area dell’euro. Le divise esistono in un clima se non di pace, quanto meno di non belligeranza. Debbono essere accettate e, in alcuni casi, anche ‘spinte’. In un contesto economico internazionale in cui alla guerra in Ucraina si sta aggiungendo una guerra economica mondiale – iniziata, lo ricordiamo, con le sanzioni di USA e Unione europea alla Russia – la situazione rischia di diventare ingovernabile. Facciamo un esempio semplice: la Russia, nello scontro con l’Unione europea, ha il tallone di Achille nei mangimi per i polli, che i russi importano per l’80%; ma non crediamo che i russi moriranno se mangeranno meno polli o se li elimineranno dalle loro tavole. L’Europa, invece, ha problemi con il gas, con il grano, con la soia, con il mais.

Dopo aver tolto le sanzioni sui fertilizzanti russi gli Stati Uniti hanno eliminato anche i dazi sui fertilizzanti del Marocco

I problemi aumentano nei Paesi europei disorganizzati come l’Italia, dove mancano soia e mais per gli allevamenti. Ed è semplicemente patetico leggere, a fine Marzo, che la Ue ha tolto tutte le restrizioni, invitando gli agricoltori a coltivare tutto quello che possono coltivare, ignorando il costo esorbitante delle sementi, il costo esorbitante dei fertilizzanti, il costo esorbitante del gasolio agricolo. Se la Ue è messa male, l’Italia è messa malissimo, con il Governo dei ‘Migliori’ di Mario Draghi che non solo non ha fatto nulla su questioni che per l’agricoltura sono cruciali quali sementi, fertilizzanti e gasolio agricolo, ma insiste con le cambiali agrarie, con le banche che chiedono i rientri immediati dalle eventuali scoperture e con tutti i balzelli! Gli stessi Stati Uniti – che in Ucraina hanno combinato un gran casino – sono comunque governati da alti burocrati intelligenti: hanno fatto ‘rimangiare’ al presidente Biden le sanzioni sui fertilizzanti russi che rischiavano di mandare in rovina l’agricoltura americana. Non solo. Come scrive l’analista di mercati internazionali Sandro Puglisi nel suo report, una “recente lettera di un gruppo bipartisan di 86 senatori e rappresentanti degli Stati Uniti ha chiesto alla Commissione per il commercio internazionale di riconsiderare i dazi sui fertilizzanti fosfatici marocchini importati poiché le condizioni relative alle spese agricole negli Stati Uniti sono cambiate radicalmente da quando la Commissione per il commercio internazionale degli Stati Uniti (ITC) ha determinato l’inchiesta sui dazi compensativi sui fertilizzanti fosfatici provenienti dal Marocco”. Gli stessi senatori americani hanno chiesto una riduzione del costo dei fertilizzanti per gli agricoltori. Bravissimi ad armare guerre in altri Paesi del mondo, gli statunitensi sono abilissimi a tutelare la propria sovranità alimentare. Gli Stati uniti hanno la sovranità monetaria e si muovono liberamente. La Ue ha l’euro, una moneta elefantiaca, gestita da privati che speculano. Un sistema che in questa fase storica rischia di aggravare i problemi e, forse, di portarci alla fame.

Vjačeslav Viktorovič Volodin: “Se vuoi benzina trova rubli”

Puglisi ricorda che Mercoledì scorso il Cremlino “ha indicato che tutte le esportazioni russe di energia e materie prime potrebbero essere prezzate in rubli”. Una mossa che “ha costretto la Germania, la più grande economia d’Europa, a dichiarare un ‘allarme rapido’ che potrebbe andare verso un’emergenza di approvvigionamento”. Non sappiamo se riusciamo a comunicare ai nostri lettori la gravità del momento: qualche giorno fa la Germania – non un Paese qualunque: la Germania! – ha dichiarato un “allarme rapido” e ha precisato a chiare lettere che si “potrebbe andare verso un’emergenza di approvvigionamento”. Questo mentre il portavoce del presidente russo, Putin, Dmitrij Sergeevič Peskov, ha affermato che il ruolo del dollaro USA come valuta di riserva globale ha già subito un duro colpo e che una mossa per valutare le maggiori esportazioni russe in rubli sarebbe “nel nostro interesse e nell’interesse dei nostri partner”. E il presidente della Duma di Stato, Vjačeslav Viktorovič Volodin, su Telegram aggiunge telegrafico: “Se vuoi benzina, trova rubli”. La Russia, scrive sempre Puglisi, afferma che “le sanzioni – e in particolare il congelamento di circa 300 miliardi di dollari nelle riserve della banca centrale russa – equivalgono a una dichiarazione di guerra economica”. E l’Italia come risponde a questa crisi? Con il governo Draghi che ha ridotto di qualche decimo di euro il prezzo di benzina e gasolio, che non vuole toccare i grandi profitti delle società che hanno speculato su gas e carburanti (l’aumento del prezzo di gas e carburanti, in Italia, non ha nulla a che vedere con la guerra in Ucraina ed è invece il frutto in parte delle scelte liberiste della Ue, in parte delle speculazioni che il Governo di grillini, PD, Lega, Forza Italia, Italia Viva e ‘Sinistra’ di Liberi e Uguali non ha bloccato: chiedetevi il perché…), che non sta aiutando gli agricoltori, che non sta aiutando i cittadini alle prese con le stratosferiche bollette di gas e luce. Gli unici soggetti che il Governo Draghi sta aiutando sono le banche e i potenti. Il resto dell’Italia sta colando a picco.

Intanto cresce la preoccupazione per il diffondersi dell’influenza aviaria 

Come se tutto questo non bastasse, ci sono anche problemi con l’influenza aviaria che avanza. Puglisi racconta di un nuovo focolaio di influenza aviaria H5N1 in Belgio, ad alta patogenicità, in un allevamento di pollame, proprio mentre sperava di superare tale malattia. “L’Europa – leggiamo sempre nel report di Puglisi – ha assistito a nuovi focolai di influenza aviaria nelle ultime settimane, guidati dalla Francia, dove i servizi veterinari hanno avuto difficoltà a contenere il virus altamente contagioso. L’epidemia belga, che sarebbe la prima quest’anno, è stata rilevata a Tielt, non lontano dalla Francia, ha affermato l’Organizzazione mondiale per la salute animale (OIE). Ha ucciso 193 uccelli e ha portato alla macellazione del resto del gregge di quasi 19.000 animali, ha affermato l’organismo con sede a Parigi, citando le informazioni delle autorità belghe”.

Disastrose le notizie che arrivano dal mondo agricolo dell’Ucraina

Disastrose le notizie che arrivano dall’Ucraina: “Il raccolto di grano in Ucraina nel 2022 – leggiamo sempre nel report – potrebbe diminuire del 55% a 38,9 milioni di tonnellate a causa di una forte diminuzione delle aree di semina e raccolta, ha affermato la società di consulenza agricola APK-Inform. La previsione dettagliata per il 2022 di grano, semi oleosi e barbabietola da zucchero, fornita dalla consulenza è: frumento -54%; segale -71%; orzo -51%; mais -56%; avena -46%; miglio -61%; grano saraceno -50%; piselli -64% riso -54%; girasole -45%; colza -19%; fagioli di soia -23%”. Ancora Puglisi: L’Ucraina esportava fino a 5 milioni di tonnellate di prodotti agricoli al mese attraverso i porti di Odessa e Mykolayiv. Ora, questa cifra è scesa a 0,5 milioni di tonnellate di grano al mese. Pertanto, il Paese ha perso 1,5 miliardi di dollari, ha detto a Forbes Taras Vysotskyi, primo viceministro delle politiche agrarie e dell’alimentazione dell’Ucraina in un’intervista. Ridotte anche le esportazioni di girasole. Puglisi ci dice che la Cina ha stanziato altri 2 miliardi di yuan (315,10 milioni di dollari) per facilitare la crescita del suo raccolto di grano invernale. Il denaro sarà utilizzato per incrementare quantità e qualità del prodotto. “La Cina ha stanziato 5 miliardi di yuan in totale dal suo sistema finanziario centrale per stabilizzare la produzione di grano invernale in questo anno agricolo. Pechino ha adottato misure per rafforzare la gestione sul campo del raccolto, uno dei principali cereali alimentari di base nel Paese, come parte dei suoi sforzi per rafforzare la sicurezza alimentare”. Come possiamo notare, la guerra in Ucraina c’è, la guerra economica mondiale c’è, Stati Uniti, Russia, Cina si stanno attrezzando e sostengono concretamente i propri agricoltori. Mentre l’Unione europea lancia il suo ridicolo “amiamoci e partite”: dice agli agricoltori di aumentare le produzioni, ma non fa nulla per i costi aumentati di sementi, fertilizzanti, carburanti agricoli. Fa addirittura peggio il Governo Draghi in Italia tra banche, balzelli, cambiali agrarie e via continuando. Se l’agricoltura europea è nelle mani di dilettanti allo sbaraglio, l’agricoltura europea è nelle mani di nessuno!

Foto tratta da Tgcom24

 

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