Svolta nella prevenzione degli incendi nei boschi siciliani: operai forestali al lavoro ad Aprile per realizzare i viali parafuoco/ MATTINALE 582

1 marzo 2022
  • Dopo il disastro ambientale dello scorso anno – quasi 80 mila euro di boschi della nostra Isola andati in fumo – il presidente della Regione, Nello Musumeci, e l’assessore al Territorio e Ambiente, Toto Cordaro, hanno cambiato strategia. Scelta opportuna e razionale. I dubbi sulla disponibilità dei fondi 
  • Il post del Sifus
  • Detto questo, per fronteggiare gli effetti dei cambiamenti climatici bisogna fare di più. Noi ribadiamo che bisogna assumere subito almeno 30 mila forestali per presidiare il territorio e fronteggiare possibili incendi e possibili alluvioni   

Dopo il disastro ambientale dello scorso anno – quasi 80 mila euro di boschi della nostra Isola andati in fumo – il presidente della Regione, Nello Musumeci, e l’assessore al Territorio e Ambiente, Toto Cordaro, hanno cambiato strategia. Scelta opportuna e razionale. I dubbi sulla disponibilità dei fondi 

Dopo cinque anni – e soprattutto dopo che lo scorso anno in Sicilia gli incendi estivi hanno incenerito quasi 80 mila ettari di boschi – il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, e l’assessore al territorio e Ambiente, Toto Cordaro, hanno capito che le opere di prevenzione del fuoco, nelle aree verdi della nostra Isola, bisogna cominciare a realizzarle ad Aprile. Inutile recriminare sugli errori del passato, molto più conducente guardare al presente e al futuro e prendere atto che, finalmente, l’attuale Governo siciliano, in materia di tutela dei boschi, ha cominciato a percorrere la retta via. Ne prende atto il Sifus, l’unica organizzazione sindacale che, da anni, si batte per la stabilizzazione del personale che opera in questo settore. In un Paese civile, a tutela del territorio, gli operai della Forestale sarebbero già stabilizzati. Invece assistiamo a una pubblica amministrazione siciliana – Regione, Comuni, società in house e chi più ne ha più ne metta – piena di precari stabilizzati con altri precari che attendono la stabilizzazione (che Roma bloccherà senza se e senza ma), mentre gli operai forestali che operano a tutela del territorio nell’azione di prevenzione degli incendi, spegnendo gli incendi e occupandosi anche della regimazione di fumi e corsi d’acqua, lavorano ancora da precari. Sono gli aspetti paradossali della politica siciliana che ancora oggi oscilla tra ‘arabiche imposture’ e vecchi e giovani di pirandelliana memoria.

Il post del Sifus

Un post del sindacato Sifus racconta gli effetti della mutagenesi del Governo regionale sulla tutela delle aree verdi della Sicilia dal fuoco. Dove si racconta che ieri “il gruppo dirigente del Sifus, ha incontrato il dirigente del dipartimento Sviluppo e Territorio, Mario Candore, per essere ragguagliato rispetto il cronoprogramma degli avviamenti relativamente il settore forestale anno 2022. Il Dott. Candore ha reso noto che l’ex azienda regionale (il riferimento dovrebbe essere all’Azienda Foreste Demaniali della Sicilia distrutta da una pessima riforma negli anni, altrettanto pessimi, del Governo regionale di Raffaele Lombardo ndr) dispone già di circa 57 milioni provenienti da fondi extraregionali dello scorso 2021. 30 milioni di queste somme verranno utilizzate per la realizzazione dei viali parafuoco assieme ad altri circa 55 milioni che verranno impegnati dai fondi del Bilancio regionale”. Qui già ci cominciamo a preoccupare, perché il Bilancio regionale 2022 ancora non c’è e non siamo nemmeno sicuri che sia regolare l’esercizio provvisorio dei primi quattro mesi di quest’anno approvato dal Parlamento siciliano: e il fatto che l’attività legislativa dell’Assemblea regionale siciliana sia ferma significa che anche il Parlamento e il Governo della Sicilia nutrano dei dubbi sulla validità contabile e giuridica dell’esercizio provvisorio a nostro avviso piuttosto temerario. Ma ormai ci siamo, nel senso che il Governo nazionale dovrebbe sciogliere la riserva in tempi brevi. “Per i viali parafuoco – leggiamo sempre nel post del Sifus – gli avviamenti sono previsti nel mese di aprile ed, in ogni caso, prima del voto alla Finanziaria regionale. Sono disponibili, inoltre, 17 milioni di euro per la realizzazione di lavori silvocolturali che verranno realizzati secondo le reali condizioni del territorio/ paesaggio delle varie province ed avranno inizio tra Marzo/Aprile nelle province di Siracusa, Catania e Trapani e a fine anno nel resto delle province (vi faremo sapere non appena incontreremo i dirigenti delle ex aziende provinciali)”. Il sindacato fa sapere che oggi renderanno noto lo stato dell’arte della proposta di riforma del comparto forestale. E qui bisognerà capire che cosa succederà, dal momento che in Assemblea regionale, sulla riforma forestale, c’è ancora molta confusione.

Detto questo, per fronteggiare gli effetti dei cambiamenti climatici bisogna fare di più. Noi ribadiamo che bisogna assumere subito almeno 30 mila forestali per presidiare il territorio e fronteggiare possibili incendi e possibili alluvioni   

Che dire, allora? Che – come già sottolineato all’inizio del nostro MATTINALE – il Governo regionale ha operato una scelta razionale. Ma, rispetto a quello che potrebbe succedere in Sicilia nei prossimi mesi, le azioni messe in campo dall’esecutivo Musumeci sono insufficienti. Basta dare uno sguardo su quanto sta avvenendo nel mondo in materia di cambiamenti climatici. In una parte consistente delle aree degli Stati Unti d’America dedicate alla cerealicoltura la siccità continua a non dare tregua. E lo stesso discorso vale per altre aree del mondo, dove siccità e precipitazioni temporalesche violente e inattese sono sempre in agguato. Cina e Russia non hanno iniziato ad incrementare le riserve d cereali e di altri prodotti agricoli in occasione della guerra in Ucraina, ma quasi un anno prima. Cosa volgiamo dire? Che se in Sicilia, nei prossimi mesi, si presenteranno le alte temperature registrate la scorsa Estate – e magari anche temperature più elevate – gli accorgimenti messi in campo oggi dal Governo regionale serviranno a poco; e lo stesso discorso vale per le eventuali piogge autunnali, che potrebbero essere rovinose come quelle dello scorso anno o anche peggiori. A nostro modesto avviso, a titolo di prevenzione, il Governo regionale farebbe bene a mettere in campo, già ad Aprile, non meno di 30 mila operai forestali stabilizzati, senza perdere altro tempo. Questi 30 mila operai forestali dovranno presidiare le aree verdi della Sicilia, giorno e notte, da fine Aprile a Novembre. Il Governo regionale si dovrebbe preoccupare anche degli equipaggiamenti e dei mezzi da mettere a disposizione del personale. Questo perché lavorare nelle aree verdi – magari in presenza di incendi che bisognerebbe a tutti i costi evitare prevenendoli – con temperature superiori a 40 gradi centigradi (e magari con temperature prossime a 50 gradi già raggiunte la scorsa Estate in alcune aree della Siciilia) è proibitivo senza un’adeguata attrezzatura. Lo scriviamo oggi a futura memoria, per evitare che qualcuno possa dire “non ce l’aspettavamo…”. Ci permettiamo di ricordare che il Po in secca a Gennaio non è un bel segnale, così come non sono ‘tranquillizzanti’ i 20 gradi centigradi di temperatura registrati in alcune aree della Sicilia a Febbraio, che dovrebbe essere il mese della ‘Merla’. La nostra speranza è che il concetto di cambiamenti climatici in corso entri nelle menti dei governanti siciliani.

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