Sud e Sicilia si mobilitino contro le trivelle petrolifere che il Governo Draghi vuole rilanciare con la scusa della crisi del gas

20 febbraio 2022
  • Le solite multinazionali petrolifere vogliono approfittare dell’attuale momento di crisi per distruggere il mare e il paesaggio di Sud e Sicilia con le trivelle 
  • E bravo il Ministro milanese Cingolani (regalo dei grillini) che doveva attuare la transizione ecologica!
  • Non è un caso e le mafie abbiamo puntato sui grandi impianti di eolico e fotovoltaico per diventare i monopolisti di questi settore, alla faccia dei piccoli impianti diffusi nel territorio   

di Enzo Lionetti

Le solite multinazionali petrolifere vogliono approfittare dell’attuale momento di crisi per distruggere il mare e il paesaggio di Sud e Sicilia con le trivelle 

Trattare il Sud Italia come colonia è un grande errore strategico e politico. L’errore lo sta commettendo il Governo Draghi e tutto il sistema politico del Partito Unico del Nord, locuzione che può sembrare strana a molti, ma corrisponde ad un preciso intento politico-imprenditoriale. Ovvero di far sviluppare la “locomotiva” d’Italia, ovvero il Nord, utilizzando le materie prime (petrolio, gas, prodotti agricoli, vento, sole….) per le esigenze produttive del sistema imprenditoriale del Nord, per poi imporre con la Grande Distribuzione Organizzata, con Banche e Assicurazioni, i beni e servizi del Nord ai consumatori del Sud. In un rapporto di sudditanza economica e politica che non ha eguali nei Paesi industrializzati e civili. La grande truffa che il Governo Draghi vuole imporre, con il suo Ministro milanese Roberto Cingolani, è far passare il concetto che l’Italia è in difficoltà per via dell’aumento dei prezzi energetici e quindi occorre far affidamento sulle risorse nazionali per produrre materie prime energetiche, che sono guarda caso al Sud. La perforazione con le trivelle del Mare Adriatico, del Tirreno e dello Ionio, mediante concessioni pubbliche rilasciate a multinazionali energetiche inglesi, australiane e via dicendo, rientra in questo piano di dissuasione mediatica, dove tali multinazionali vogliono approfittare della crisi energetica per ottenere risultati vantaggiosi che altrimenti non sarebbero mai e poi mai accordati.

E bravo il Ministro milanese Cingolani (regalo dei grillini) che doveva attuare la transizione ecologica!

E il ministro di Milano Roberto Cingolani costituisce un formidabile ed affidabile interlocutore politico per far passare il concetto che occorre sfruttare tutte le risorse naturali del Sud per ottenere la famosa autosufficienza energetica. Anche se il risultato è sventrare il Sud Italia, provocare danni incalcolabili al territorio, all’economia, al sistema imprenditoriale nelle Regioni meridionali oggetto di invasione da parte delle multinazionali energetiche di Stati esteri, che pagano royalties ridicole ma che realizzano guadagni stratosferici. E allora via con l’invasione delle pale eoliche, sventrando pianure, colline e montagne del Sud. E allora via con l’invasione dei pannelli fotovoltaici su terreni agricoli fertili per l’installazione di mega impianti di produzione di energia rinnovabile lasciando i terreni incolti e destinati alla desertificazione. E allora via con il potenziamento dell’estrazione di petrolio e gas naturale in Basilicata e Puglia con inevitabili ed incontrovertibili effetti negativi sul territorio. Ed adesso via con la trivellazione delle coste per l’estrazione di petrolio dove si sviluppa l’industria turistica meridionale, vanto del nostro territorio in tutto il mondo, esaltato da riviste internazionali e da molti anni ai primissimi posti per qualità delle destinazioni turistiche.

Non è un caso e le mafie abbiamo puntato sui grandi impianti di eolico e fotovoltaico per diventare i monopolisti di questi settore, alla faccia dei piccoli impianti diffusi nel territorio 

La strategia energetica del Governo Draghi in piena linea con il sistema di colonizzazione economica e politica che il Sud vive sulla propria pelle da decenni e decenni, da 160 anni, da quando il sistema politico finanziario industriale del Nord Italia affermò che al Sud non si deve più intraprendere e che occorre solo utilizzarlo come bacino di approvvigionamento di materie prime e forza lavoro a bassissimo prezzo. Dobbiamo essere pronti a dare battaglia su tutti i fronti, evitando di perderci in sterili disquisizioni politiche, compattando il blocco meridionalista sui temi della difesa del Territorio, sul rilancio dell’economia, sul riscatto sociale e sulla battaglia alle Mafie. Non è un caso infatti che il business energetico del fotovoltaico e dell’eolico vede, in alcuni casi, la commistione di multinazionali estere con organizzazioni delinquenziali dei nostri territori. I movimenti meridionalisti, le associazioni ambientaliste, le reti culturali e le organizzazioni civiche devono e possono lottare per non far proseguire questa scellerata strategia e proporre, di contro, un programma di sviluppo sociale, culturale, economico che poggi su reali ed attuabili piani sostenibili ed a bassissimo impatto ambientale. In primis con le Comunità Energetiche, con l’autosufficienza energetica familiare, con la trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli e con l’espansione della filiera turistica e filiera della meccanica al Sud. Dove si concentra altresì la filiera dell’innovazione tecnologica ed informatica. Ma anzitutto, occorre avviare una grande battaglia al Sud contro le trivelle, simbolo e non solo, della colonizzazione di un territorio.

P.s.

Ricordiamo che, purtroppo, il pericolo trivelle investe anche il Canale di Sicilia e e tante zone a terra della stessa Sicilia:

 

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