Ricordate il grano duro canadese respinto dall’Algeria perché non andava bene e arrivato a Ravenna? E’ ancora tra noi…

15 febbraio 2022
  • In pratica, questa partita di grano duro canadese, che gli algerini non hanno voluto perché a loro avviso non andava bene, è arrivata nel luglio dello scorso in Italia, a Ravenna. E, da allora, è in corso una battaglia legale
  • Sarà il TAR dell’Emilia Romagna a dire, il prossimo Luglio, se questo grano è buono oppure no 
  • E’ normale che una partita di grano respinta dall’Algeria arrivi in Italia? 

In pratica, questa partita di grano duro canadese, che gli algerini non hanno voluto perché a loro avviso non andava bene, è arrivata nel luglio dello scorso in Italia, a Ravenna. E, da allora, è in corso una battaglia legale

Ricordate la nave Sumatra? Ne abbiamo scritto il 21 Luglio dello scorso anno. E’ una nave carica di grano duro canadese – circa 32 mila tonnellate – respinta dall’Algeria e finita in Italia. Se non ci fossero stati problemi il grano sarebbe stato scaricato. Invece ci sono stati problemi. Noi pensavamo che la vicenda si fosse chiusa lì: il grano non può essere scaricato perché ci sono problemi. Del resto, se il carico di grano è stato respinto dall’Algeria perché non andava bene, perché dovrebbe andare bene in Italia? Invece ci siamo sbagliato, perché il grano è rimasto in Italia, a Ravenna, in attesa di ulteriori verifiche. Noi avevamo dimenticato questa storia. Invece sul sito di GranoSalus – un’associazione di agricoltori e consumatori che si batte da anni per la tutela del grano duro del Sud Italia e della Sicilia – scopriamo che questo carico di grano esiste ancora ed è in corso una battaglia legale per utilizzarlo! “La partita di grano duro imbarcata dalla motonave Sumatra il 4 marzo dell’anno scorso a Vancouver, dopo essere stata respinta in Algeria è stata bloccata il 27 luglio allo scalo di Ravenna. Il provvedimento di non ammissione è arrivato dal PCF (Posto di controllo frontaliero). Successivamente era stata stoccata in deposito al terminal ‘Eurodocks srl’. La vicenda, riguardante una partita di circa 32.000 tonnellate di grano, ha suscitato notevole interesse nell’opinione pubblica”.

Sarà il TAR dell’Emilia Romagna a dire, il prossimo Luglio, se questo grano è buono oppure no 

GranoSalus cita un articolo del quotidiano Il Resto del Carlino nel quale si legge che si è conclusa la fase cautelare del giudizio promosso dinanzi al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) per l’Emilia Romagna che ha sede a. Bologna. In parole semplici, è stato presentato un ricorso contro il provvedimento di non ammissione di questo grano duro adottato dall’Ufficio PCF di Ravenna nello scorso Luglio. I giudici del TAR non sono entrati nel merito di questa vicenda, cosa che faranno il prossimo Luglio. Intanto hanno intimato alle autorità sanitarie di riaprire il procedimento entro 20 giorni. E hanno condannato il Ministero della Salute a pagare 2 mila euro di spese legali. Come già accennato, sembra un po’ singolare che una partita di grano che viene respinta da un Paese finisca in un alro Paese, in questo caso in Italia. “Secondo l’autorità sanitaria italiana – scrive GranoSalus – l’indicazione univoca del luogo di destinazione, rappresenta la garanzia di rispetto delle disposizioni previste per il Paese di arrivo del carico. Infatti gli alimenti importati sul suolo comunitario, per essere immessi sul mercato, devono rispettare le norme di settore. In questo caso – sempre secondo l’autorità competente – non erano state fornite informazioni sulla tracciabilità della partita e soprattutto, all’arrivo, non c’erano state delucidazioni su un’eventuale contaminazione con acqua di mare, come avevano rilevato le autorità algerine. La relazione chimica di parte depositata giusto Martedì scorso, ha escluso la presenza di ‘grani avariati, riscaldati e germinati o danneggiati per bagnamento da acqua di mare’. I difensori di Casillo inoltre hanno affermato che è normale nel commercio internazionale agricolo che i carichi cambino acquirente nel corso delle traversate oceaniche tanto che sovente le merci verrebbero imbarcate ancora prima di individuarne la destinazione”.

E’ normale che una partita di grano respinta dall’Algeria arrivi in Italia? 

Noi, lo scorso 27 Luglio abbiamo ripreso un post di GranoSalus dove si raccontava la storia di questa nave: “Al porto di Ravenna è approdata il 7 Luglio la nave Sumatra, respinta dalle autorità algerine perché il carico di frumento duro canadese era avariato. Se n’è parlato ieri al question time in Senato con il Ministro Patuanelli2. Per la cronaca, Stefano Patuanelli è il Ministro delle Politiche agricole grillini e nordista di Trieste che ha penalizzato l’agricoltura del Sud e della Sicilia per favorire l’agricoltura del Nord Italia. “La nave è una Bulk carrier, IMO 9753260, battente bandiera portoghese – citiamo sempre il nostro articolo del 27 Lugliodello scorso anno – che si è rimessa in mare il 30 Giugno dopo essere stata respinta al porto di Annaba, in Algeria, dalle autorità statali per motivi sanitari. “Dopo circa un mese di blocco – leggiamo ancora su GranoSalus – la nave ha ripreso il mare dieci giorni fa e dopo un breve rifornimento presso il sito di Sarroch, in Sardegna, si è diretta con il suo carico presso il porto di Ravenna. Stando alle dichiarazioni delle autorità algerine, il carico è stato rifiutato perché non soddisfaceva ‘gli standard concordati’ con il fornitore Richardson. Le autorità italiane hanno dichiarato che la Sumatra contiene sicuramente un carico di 33.492 tonnellate di grano di terza categoria Western amber durum, proveniente da Vancouver, in Canada” (qui per esteso il nostro articolo). Oggi come nel Luglio dello scorso anno ci chiediamo e chiediamo: è normale che questi grani possano arrivare in un Paese dell’Unione europea – in questo caso in Italia – dopo essere stati respinti da un Paese nordafricano che non ha voluto utilizzarlo né per uso alimentare e nemmeno per uso mangimistico?

Foto tratta da greenMe

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