La Cina acquisterà il grano russo: e questo per l’Occidente è un problema serio con e senza cambiamenti climatici. Le follie USA in Ucraina

11 febbraio 2022
  • La possibile invasione dei russi in Ucraina – una Russia, ricordiamolo, che si sta difendendo dal maldestro tentativo della Nato di piazzare missili in Ucraina – sta cominciando a manifestare effetti anche nel mercato internazionale del grano  
  • I due motivi
  • I due scenari
  • La sinistra italiana, o presunta tale, con chi sta? 

La possibile invasione dei russi in Ucraina – una Russia, ricordiamolo, che si sta difendendo dal maldestro tentativo della Nato di piazzare missili in Ucraina – sta cominciando a manifestare effetti anche nel mercato internazionale del grano  

La Cina è entrata di prepotenza – come grande acquirente – nel mercato mondiale dei cereali. Trattandosi di un Paese con un miliardo e 300 milioni di abitanti, gli acquisti sono stati massicci. E gli effetti economici, lo scorso anno, non sono mancati. Il 2021, è noto, è stato un anno di grandi mutamenti climatici. Con una siccità che ha ridotto le produzioni di Canada, Stati Uniti e Russia. Si è ridotta l’offerta mondiale di grano ed è aumentata la domanda con la Cina che ha raddoppiato gli acquisti di questo cereale (e anche di altri prodotti agricoli). Risultato inevitabile: riduzione delle scorte di grano e aumento del prezzo dello stesso grano in tutto il mondo. Degli acquisti di grano da parte della Cina hanno beneficiato anche Francia e Australia e un po’ meno il Canada che, come già accennato, lo scorso anno ha accusato una riduzione della produzione di grano del 50% circa. Ora lo scenario sta cambiando di nuovo, anche a causa del tentativo del cosiddetto Occidente industrializzato di far aderire l’Ucraina alla Nato. Cosa, questa, che alla Russia non piace proprio, perché non ha alcuna intenzione di tollerare le basi militari americane a due passi da casa. Da qui l’ipotesi dell’invasione russa in Ucraina (dove ci sono tante comunità legate alla Russia) con lo scoppio di una guerra. E’ in questo scenario che si inserisce l’accordo tra Russia e Cina sul grano. Argomento annunciato dal premier russo Putin in occasione della sua presenza a Pechino alla manifestazione di apertura delle Olimpiadi invernali. In pratica, la Cina diventa l’acquirente privilegiato del grano russo. La notizia, per l’Europa e, in generale, per tutto l’Occidente industrializzato è ‘pesante’ per una serie di motivi che proveremo a sintetizzare.

I due motivi

Il primo motivo è legato al momento storico che stiamo vivendo. Non è un mistero che ci troviamo nel pieno di cambiamenti climatici dagli esiti imprevedibili. Lo scorso anno c’è stata una riduzione della produzione di grano. L’anno in corso è un punto interrogativo: che succederà? In generale, i cinesi sono molto attenti. E se negli ultimi tempi hanno accentuato gli acquisti di cereali nel mondo un motivo ci sarà. La prima spiegazione è che i cinesi sono tanti – come già segnalato, una popolazione di un miliardo e 300 milioni di persone – e se in questo Paese si decide di aumentare il consumo di cereali, gli acquisti di grano, nel mercato mondiale, debbono essere significativi. Ma c’è una seconda possibile motivazione, forse un po’ inquietante. I cinesi stanno accumulando cereali, grano e non soltanto grano, perché mettono nel conto problemi che potrebbero essere legati all’andamento climatico o – perché no? – a problemi militari. L’Ucraina non è soltanto il Paese dove gli americani con la Nato vorrebbero andare a piazzare i propri missili contro la Russia, ma è anche un grande produttore di grano che viene esportato in tutto il mondo. E’ chiaro che una guerra in Ucraina non avrebbe effetti positivi: per quali motivi, se la Russia dovesse decidere di occupare militarmente l’Ucraina, la stessa Russia dovrebbe vendere il grano ucraino all’Occidente industrializzato?

I due scenari

Insomma, la situazione è estremamente complicata. “Russia e Ucraina – leggiamo in un articolo di Paolo Caruso su @ltropensiero. net – garantiscono circa un terzo delle esportazioni mondiali di grano. L’Italia importa il 64% del proprio fabbisogno di grano per la produzione del pane. Il nostro Paese nel 2021 ha importato oltre 120 milioni di kg di grano dall’Ucraina e circa 100 milioni di kg di grano dalla Russia (dati Coldiretti)”. Tirando le somme, l’accordo tra Russia e Cina – con la Cina che acquisterà grandi partite di grano russo – non favorisce i Paesi occidentali. Gli scenari possibili sono due e nessuno dei due agevola i Paesi occidentali. Non li favorirà se le cose quest’anno dovessero andare bene – primo scenario – senza effetti nefasti dovuti ai cambiamenti climatici, con grandi produzioni di grano: in questo caso la Cina, acquistando il grano dalla Russia (che è il più grande produttore di grano del mondo), non avrebbe più bisogno del grano francese (con buona pace del presidente Macron, che si è già catapultato in Russia), non avrebbe più bisogno del grano canadese e nemmeno del grano australiano. In questo primo scenario i prezzi del grano nel mondo potrebbero precipitare, causando un disastro in tutta l’agricoltura dell’Occidente, perché proprio quest’anno gli agricoltori stanno fronteggiando il raddoppio del costo delle sementi, l’aumento indiscriminato del prezzo dei fertilizzanti e anche un aumento del costo del carburante agricolo. Nemmeno il secondo scenario – con effetti negativi dei cambiamenti climatici – è positivo per i Paesi occidentali. Se, come lo scorso anno, la siccità e anche le possibili inondazioni dovessero ridurre la produzione mondiale di grano, l’Occidente potrebbe trovarsi in difficoltà e non potrebbe contare sul grano russo in caso di penuria di grano.

La sinistra italiana, o presunta tale, con chi sta? 

Che dire, in conclusione? Che in questo momento storico, tra pandemia e cambiamenti climatici, la cosa di cui il mondo non aveva affatto bisogno sono gli americani e le multinazionali che vanno a “rompere i coglioni” ai russi cercando di fare entrare l’Ucraina nella Nato. La verità è che fino a quando alla presidenza degli Stati Uniti c’è stato Donald Trump non ci sono state guerre, ma solo tutti gli ‘intellettuali intelligenti’ che lo attaccavano un giorno sì e l’altro pure. Ora che alla Casa Bianca – peraltro con elezioni ‘taroccate’ – sono arrivati i Democratici con Joe Biden il mondo è sull’orlo della guerra. Così, per curiosità, la sempre più fallimentare Unione europea sta con gli USA e con le multinazionali, questo è chiaro; invece la sinistra italiana, o presunta tale, con chi sta? Con l’America di Biden e con la Nato o con la Russia e la Cina?

Foto tratta da Policy Maker

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