In Argentina calo record del livello del fiume Paranà con danni all’export di prodotti agricoli. Giù il prezzo del grano negli USA e in Europa

14 gennaio 2022
  • La sintesi è che il clima resta ‘pazzerello’ in mezzo mondo. Se in Argentina (e anche in alcune aree del Brasile) ci sono problemi di siccità, in Australia ci sono problemi con le piogge
  • Dal fiume Paranà passa l’80% dell’esportazione di prodotti agricoli argentini (soia, mais e anche grano). Se l livello del fiume si abbassa, si debbono ridurre i carichi con aggravio economico  
  • Il prezzo del grano ‘frena’ negli Stati Uniti d’America e in Europa
  • La Russia ha ridotto le esportazioni di grano e orzo. Grande attività nell’export dell’Ucraina 
  • La grande siccità che ha colpito l’Iran alle prese anche con le sanzioni occidentali
  • Si riduce il costo del trasporto delle marci via mare, compreso il grano e altri prodotti agricoli  

La sintesi è che il clima resta ‘pazzerello’ in mezzo mondo. Se in Argentina (e anche in alcune aree del Brasile) ci sono problemi di siccità, in Australia ci sono problemi con le piogge

La notizia è particolare ed è legata ai cambiamenti climatici in corso nel mondo: le navi argentine cariche di grano che lasciano il principale snodo portuale di Rosario devono ridurre i carichi di circa il 30% a causa di un nuovo calo “record” del livello dell’acqua del fiume Paranà. Lo racconta Sandro Puglisi nel suo rapporto sull’andamento dei mercati agricoli nel mondo. Finite le vacanze di Natale riprendiamo i nostri consueti appuntamenti per fare il punto della situazione sul grano. Nei giorni scorsi abbiamo puntato i riflettori sull’aumento del prezzo della pasta con Mario Pagliaro. Oggi torniamo a riprendere le stimolanti ‘pennellate’ di Sandro Puglisi sui mercati internazionali dei prodotti agricoli (noi ci limitiamo a questo, perché Puglisi si occupa anche di altri argomenti economici e finanziari, dalle Borse valori a mercato del petrolio. Tonando al Paranà, va detto che, per l’Argentina, questo fiume è la chiave per miliardi di dollari di spedizioni di cereali ma anche di soia (l’Argentina è il primo esportatore mondiale di soia trasformata, il secondo Paese al mondo per esportazione di mais e un importante produttore di grano).

Dal fiume Paranà passa l’80% dell’esportazione di prodotti agricoli argentini (soia, mais e anche grano). Se l livello del fiume si abbassa, si debbono ridurre i carichi con aggravio economico  

Che conseguenze sta provocando il calo del livello dell’acqua del Paranà? Da questo fiume passa circa l’80% delle esportazioni agricole dell’Argentina. Con il livello più basso del fiume è stata necessaria una riduzione dei carchi pari a circa 13 mila tonnellate per una nave Handymax e 16 mila tonnellate in meno in una Panamax. “Il fiume – scrive Puglisi – è stato misurato Martedì a un’altezza di riferimento di -0,43 metri (-1,4 piedi) a Rosario, secondo i dati della Prefettura navale argentina, la più bassa dall’inizio di un calo del suo livello dalla fine del 2019 . Ciò si confronta con un’altezza media di gennaio di +3,55 metri (+11,65 piedi), secondo i dati del National Water Institute (INA) ufficiale tra il 1996 e il 2020. Il minimo record di tutti i tempi è stato nel 1944 quando è sceso a -1,39 metri (-4,46 piedi)”. In Argentina il clima non fa dormire sonni tranquilli. “Il basso livello del Paranà – scrive sempre Puglisi – si aggiunge alle preoccupazioni per le alte temperature e le condizioni asciutte che colpiscono le regioni agricole del Paese sudamericano, dove gli appezzamenti di mais a semina precoce stanno sviluppando raccolti e la semina di soia è in corso. Dal Sud America sono previste piogge per questo fine settimana in Argentina e nel sud del Brasile, ma ciò resterà da confermare, soprattutto viste le temperature attuali che potrebbero oscurare l’impatto benefico di queste precipitazioni”. Non si escludono problemi con una possibile riduzione della produzione di soia. E si prevede anche una riduzione della produzione di mais. Tutto questo a causa della siccità.

Il prezzo del grano ‘frena’ negli Stati Uniti d’America e in Europa

Negli Stati Uniti d’America si assiste a un andamento dei mercati contrastante, anche se lievemente in calo “dopo l’attesissimo rapporto WASDE (World Agricultural Supply and Demand Estimates) dell’USDA” scrive Puglisi. Qualche perdita per il mais, mentre è andata bene alla soia. “Al contrario, il complesso del grano ha subito perdite a due cifre dopo che l’USDA ha mostrato acri piantati più alti del previsto per il 2022 e le scorte finali di grano negli Stati Uniti sono state notevolmente aumentate. in effetti, per il grano CBOT SRW il consiglio è andato a casa in calo dell’1,62%. I prezzi del grano KC hanno chiuso con una perdita dell’1,74%. Il frumento primaverile ha chiuso la giornata in ribasso dello 0,83%”. In Europa il prezzo del grano ha subito una ‘frenata’ a seguito del rapporto USDA. “Su Euronext – scrive Puglisi – il grano ha perso circa 5 €/t nel raccolto 2021 e 2 €/t nel raccolto 2022”. L’ufficio agricolo FranceAgriMer qualche giorno fa ha abbassato le previsioni sulle esportazioni di grano tenero francese al di fuori dell’Unione europea nella stagione 2021/22 a 9,0 milioni di tonnellate dai 9,2 milioni stimati a dicembre.

La Russia ha ridotto le esportazioni di grano e orzo. Grande attività nell’export dell’Ucraina 

Qualche dato interessante sulla Russia. Questo Paese ha ridotto le esportazioni di grano (-18%), e di orzo (-33%), mentre ha aumentato le esportazioni di mais (+11%), di piselli (+76%), di crusca di frumento (+24%). Un Paese che ha incrementato le esporta nel mondo è l’Ucraina. “secondo il servizio doganale statale dell’Ucraina – leggiamo sempre  nell’articolo di Puglisi – dall’inizio del 2021/22 MY e dal 12 Gennaio l’Ucraina ha esportato 34,013 milioni di tonnellate di cereali e legumi, con un aumento di 6,81 milioni di tonnellate su base annua”… L’Indonesia era il più grande importatore di grano ucraino. Ha acquistato 2,7 milioni di tonnellate di grano nel periodo luglio-dicembre 2021/22 MY, con un aumento del 21% a/a. L’Egitto ha importato 2,4 milioni di tonnellate (+57%), la Turchia – 1,5 milioni di tonnellate (+3 volte). Le forniture di grano ucraino alla Turchia nella prima metà del 2021/22 MY hanno superato del 93% il volume spedito nell’intero 2020/21 MY (794 thsd tonnellate). APK-Inform prevede l’esportazione di grano ucraino a 22,5 milioni di tonnellate nel 2021/22 MIO. Pertanto, il potenziale di esportazione è stato realizzato per il 71%2. Se n Argentina e anche in Brasile ci sono problemi di siccità, in Australia ci sono problemi con le piogge. Da qui un grano umido che potrebbe presentare problemi.

La grande siccità che ha colpito l’Iran alle prese anche con le sanzioni occidentali

Grande siccità anche in Iran, che ha bisogno di importare grano. In questo Paese è stata registrata la peggiore siccità degli ultimi decenni. a questi si aggiungono i problemi politici, ovvero le sanzioni occidentali che, forse, alla luce di questi problemi, andrebbero riconsiderate. contro l’Iran continuano a rendere difficile il pagamento, hanno affermato i commercianti. Dall’Iran al Giappone che, come ci informa Puglisi, è alla ricerca di “80.000 tonnellate di frumento da foraggio e 100.000 tonnellate di orzo da foraggio da caricare entro il 15 febbraio e arrivare in Giappone entro il 17 marzo, tramite un acquisto e una vendita simultanei (SBS) asta che si terrà il 19 gennaio. Il Giappone acquista e vende il suo frumento da foraggio e l’orzo tramite le cosiddette aste SBS, in cui gli utenti finali e gli importatori specificano l’origine, il prezzo e la quantità di grano, consentendo ai mugnai di soddisfare le loro varie esigenze di grano da foraggio”.

Si riduce il costo del trasporto delle marci via mare, compreso il grano e altri prodotti agricoli  

Un altra notizia importante segnalata da Puglisi riguarda il trasporto merci. “Sul mercato del trasporto merci – scrive Puglisi – l’indice del trasporto marittimo di rinfuse solide del Baltic Exchange ha esteso le perdite mercoledì al minimo di 10 mesi, spinto da tariffe più basse su tutti i suoi segmenti di navi. In effetti, l’indice complessivo, che tiene conto delle tariffe per le navi capesize, panamax e supramax, è sceso di 124 punti, o del 5,8%, a 2.027, il livello più basso dal 16 Marzo. In particolare, l’indice capesize è sceso di 228 punti, o del 9,8%, al minimo in 10 mesi di 2.097. I guadagni giornalieri medi per capesizes, che trasportano carichi da 150.000 tonnellate come minerale di ferro e carbone, sono diminuiti di $ 1.894 a $ 17.390. L’indice panamax è sceso di 150 punti, o del 5,5%, a 2.565, il minimo dal 23 Dicembre. I guadagni giornalieri medi per i panamax, che traghettano 60.000-70.000 tonnellate di carbone o carichi di grano, sono diminuiti di $ 1.354 a $ 23.081”. A conti fatti, in questo momento il trasporto delle merci via mare costa meno.

 

 

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