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Il portellone della nave Pace ha deciso di prendere un bagno nel porto di Trapani p’arrifriscarisi anticchia…

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  • I portelloni delle navi che svolgono il servizio tra la Sicilia e le Isole Minori hanno una natura ‘espressionista’ e, ogni tanto, decidono di prendere un bagno
  • La nave Pace, in barba al nome che porta, ne ha viste di tutti i colori
  • Dalla Sardegna alla Sicilia con furore

I portelloni delle navi che svolgono il servizio tra la Sicilia e le Isole Minori hanno una natura ‘espressionista’ e, ogni tanto, decidono di prendere un bagno

E’ normale che il portellone di un nave finisca in mare? In Sicilia è normale. E successo nell’Agosto del 2020, dalle parti di Linosa, con la nave Sansovino: è la nave che assicura (o assicurava, visto che i cambiamenti sono all’ordine del giorno) i collegamento tra Porto Empedocle e le isole Pelagie, ovvero Lampedusa e Linosa. Era Estate e il portellone si è riposato un po’ negli splendidi fondali di Linosa. Ieri sera, invece, il portellone della nave Pace – la nave che assicura il collegamento fra Trapani e le isole Egadi (Favignana, Levanzo e Marettimo) ha deciso di prendere un bagno a Trapani: insomma il portellone della nave Pace è finito in mare. Uno potrebbe pensare che i portelloni che finiscono in mare sono il segnale di imbarcazioni vetuste, in pratica, un po’ ‘andate’: invece non è così, perché le navi che assicurano il trasporto tra la Sicilia e le isole che la circondano, dette impropriamente Isole Minori, hanno un’anima ‘espressionista’: ogni nave che svolge il servizio di collegamento tra la Sicilia e le Isole Minori – sia il servizio regionale, sia il servizio statale –  gode di una propria ‘soggettività’, anche nella scelta dei portelloni di prendere il bagno. Il portellone della nave Pace, a differenza del portellone della nave Sansovino, preferisce le acque fredde invernali: un ‘bagno rigenerante’ che, stando alla testimonianza – ovviamente ‘espressionista’ dello stesso portellone della nave Pace – gli consente di sopportare meglio tutti i ‘casini’ legati ai collegamenti tra Trapani e le isole Egadi: passeggeri che si lamentano, politici che aspettano con fiducia…

La nave Pace, in barba al nome che porta, ne ha viste di tutti i colori

Non è la prima volta che noi ci occupiamo della nave Pace. Lo abbiamo fatto nel Gennaio del 2020. raccontavamo, in questo articolo, di un sequestro di navi disposto dalla Magistratura: “Ricordate l’inchiesta giudiziaria sui trasporti marittimi di Messina? Ebbene, abbiamo scoperto una cosa un po’ strana: abbiamo scoperto che nel 2016, quando la società Navigazione generale italiana (N.G.I. spa) si aggiudica la gara per svolgere il servizio fra Trapani e le Isole Egadi erano già presenti i problemi emersi con l’inchiesta della magistratura. Quasi quattro anni fa era già tutto chiaro. Eppure… La notizia dell’inchiesta della magistratura è di circa dieci giorni fa (nei primi giorni di Gennaio del 2020), quando i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria – nel quadro di un’inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica della Città dello Stretto – hanno posto sotto sequestro 3 navi traghetto della Caronte & Tourist (la ‘Pace’, la ‘Caronte’ e la ‘Ulisse’), soldi, beni mobili ed immobili e quote societarie, per oltre 3,5 milioni. Le indagini, effettuate dalla Guardia di Finanza di Palermo e coordinate dal procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Messina, Maurizio De Lucia, hanno accertato che le tre imbarcazioni poste sotto sequestro presenterebbero gravi carenze tecniche e strutturali: in particolare, non garantirebbero la sicurezza nel trasporto delle persone a mobilità ridotta. Abbiamo appurato è che, nel 2016, la società Navigazione Generale Italiana (N.G.I. spa) si aggiudica la gara per la tratta Trapani-Isole Egadi e, tra le navi che si propone di utilizzare, c’è anche la citata ‘Pace’. La cosa strana è che questa nave ‘Pace’ – sequestrata dieci giorni fa dalla magistratura per “gravi carenze tecniche e strutturali” che non consentirebbero la sicurezza nel trasporto delle persone a mobilità ridotta – nel 2013, era di proprietà della Enermar Trasporti srl. Direte: e allora? La Enermar Trasporti srl, nel 2013, era in aperto contenzioso con la Regione Sardegna. Motivazione: era stata esclusa dalla dalla gara per l’affidamento del servizio pubblico notturno di collegamento marittimo, per il trasporto di persone e veicoli, con le isole minori della Sardegna”.

Dalla Sardegna alla Sicilia con furore

E ancora: “Perché la Enermar Trasporti srl era stata esclusa dalla gara? Perché era stata accertata, a seguito di apposito sopralluogo, che le navi di tale società non presentavano i requisiti necessari per il trasporto dei soggetti diversamente abili. I titolari di tale società hanno contestato l’esclusione  e si sono rivolti alla Giustizia amministrativa. Il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) della Sardegna ha dato ragione alla Regione Sardegna. La società Enermar Trasporti srl si è rivolta al Consiglio di Stato, organo di appello del TAR Sardegna. E il Consiglio di Stato – come potete leggere nella sentenza che pubblichiamo in calce a questo articolo (Consiglio di Stato, sez. V, sentenza 22 giugno – 12 settembre 2017, n. 4248) – ha dato ragione alla Regione Sardegna… La nave che la Regione Sardegna non aveva voluto perché non garantiva la sicurezza nel trasporto delle persone a mobilità ridotta è finita a svolgere il servizio in Sicilia!“. Che altro c’è da dire? Dopo tutte queste vicissitudini è giusto o no che il portellone della nave Pace senza pace decida di prendere un bagno a Trapani? Sardegna, Sicilia, isole Egadi: via, nn’arrifriscata ci sta…

Foto di prima pagina tratta da Shipping Italy

 

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