Grano, si ‘svegliano’ i mercati statunitensi, in Sicilia si comincia a seminare e c’è chi utilizza il glifosato

20 dicembre 2021
  • Non c’è da strapparsi i capelli: il glifosato in pre-semina si dissolve e non inquina il grano. Un po’ diverso il discorso per i terreni che ne risentono un po’. Intanto nel mercato internazionale torna a crescere il prezzo del grano negli Stati Uniti d’America
  • Di nuovo in crescita la domanda mondiale di grano
  • Buono il raccolto di grano in Argentina e Regno Unito 
  • Ottima annata per il grano in Australia. Dove, però, ci sono due problemi: le piogge e una parte del grano duro povero di proteine  
  • In Sicilia si torna a seminare. Difficile il diserbo meccanico e così in tanti optano per il diserbo chimico 

Non c’è da strapparsi i capelli: il glifosato in pre-semina si dissolve e non inquina il grano. Un po’ diverso il discorso per i terreni che ne risentono un po’. Intanto nel mercato internazionale torna a crescere il prezzo del grano negli Stati Uniti d’America

La scorsa settimana abbiamo fatto il punto della situazione sull’andamento del mercato del grano nel mondo con Sandro Puglisi, il protagonista della pagina Facebook Amici del ‘Grano Duro di Sicilia’. Sabato scorso ci siamo un po’ eclissati. Oggi torniamo sull’argomento provando a illustrare, per grandi linee, quello che è successo la scorsa settimana. Va detto subito che dopo qualche settimana di stasi – con il prezzo del grano che si è ‘raffreddato’ – la scorsa settimana i mercati agricoli statunitensi si sono ‘risvegliati’ un po’. Insomma, prezzi di nuovo in salita per grano e mais. La domanda è tornata a crescere e, di conseguenza, l’export ha registrato una dinamica ‘rialzista’. Non mancano le tensioni. C’è il punto interrogativo della variante Omicron che fa registrare impennate di contagi e di ricoveri negli Stati Uniti e nell’Unione europea: e questo è uno scenario che non aiuta i mercati; anzi! Ci sono inoltre le tensioni tra l’America di Biden e la Cina dopo che il Congresso degli Stati Uniti ha annunciato di voler bloccare le importazioni dalla regione cinese dello Xinjiang dove va in scena lo sfruttamento selvaggio dei lavoratori. Iniziativa corretta che, però, non può toccare solo la Cina, perché sono tante le aree del mondo che fanno concorrenza ai prodotti del cosiddetto Occidente industrializzato con costi del lavoro bassissimi (che significa sfruttamento dei lavoratori).

Di nuovo in crescita la domanda mondiale di grano

Puglisi racconta che le vendite all’esportazione di grano “sono salite ai massimi dell’anno di marketing e hanno avuto un trend notevolmente superiore alla media delle quattro settimane precedenti, 650,600 tonnellate… Metà dell’attività della settimana è stata di HRW, con il grano primaverile che rappresenta il 20%. I totali cumulati per la campagna di commercializzazione 2021/22 rimangono moderatamente indietro rispetto allo scorso anno, con 10.314.609 tonnellate. Le spedizioni di esportazione di grano sono aumentate del 29% rispetto a una settimana fa e hanno raggiunto la media di quattro settimane precedenti, con 274.400 tonnellate”. Il mercato internazionale del grano è in movimento. Ad acquistare grano sono Giappone, Messico, Nigeria, Taiwan e Venezuela. Ma il risveglio della domanda internazionale di grano non fa venire meno le preoccupazioni legate ai cambiamenti climatici. E se in alcune aree del mondo si fanno i conti con le piogge che creano problemi alla raccolta del grano (Australia), in Sudamerica, dal nord dell’Argentina e sud del Brasile si registra ancora siccità. E quando c’è siccità – lo ha dimostrato ciò che è avvenuto quest’anno in Canada, negli Stati Uniti e in Russia – va messa nel conto una riduzione della produzione di grano.

Buono il raccolto di grano in Argentina e Regno Unito 

Buone notizie arrivano dall’Argentina. Dove si stima un raccolto record di grano pari a 21 milioni di tonnellate. Si parla di rese pari a 45 quintali per ettaro. Gli agricoltori hanno già raccolto il 65% dei 6,6 milioni di ettari coltivati a grano. In Francia Strategie Grains, ci informa sempre Puglisi “ha  aumentato di oltre un milione di tonnellate le sue stime per le esportazioni di grano tenero dell’UE al di fuori del blocco per l’attuale stagione 2021/22. Infatti, nel suo rapporto mensile, l’azienda francese ha fissato le esportazioni di grano tenero 2021/22 al di fuori dell’UE dei 27 paesi a 31,5 milioni di tonnellate, rispetto ai 30,4 milioni di tonnellate stimati il ​​mese scorso”. Puglisi ci informa che, “secondo Refinitiv, le spedizioni francesi di #grano tenero fuori dall’UE il mese scorso hanno raggiunto 802.700 tonnellate.
L’#Algeria è stata la più grande destinazione extra-UE, con 256,700 tonnellate, seguita dalla Cina con 237,700 tonnellaTE. La Cina in ottobre aveva caricato 514.800 tonnellate di grano tenero. Le esportazioni francesi di orzo fuori dall’UE hanno raggiunto 354.400 tonnellate, in aumento rispetto alle 269.300 tonnellate registrate in ottobre, ma ancora al di sotto delle 909.900 spedite in agosto.
La Cina è stata la destinazione numero uno con le spedizioni di novembre, che includevano 255.800 tonnellate di #orzo #mangime e 62.000 tonnellate di orzo #maltingbarley. Altre 28.000 tonnellate di orzo da birra sono state spedite in Colombia, mentre 8.500 sono andate in Brasile. Le spedizioni di cereali verso tutte le destinazioni dai porti #francesi il mese scorso – tra cui orzo, orzo da birra, mais, mais ceroso, malto e #granoduro – hanno totalizzato 1,36 milioni di tonnellate”. Come scriviamo già da qualche settimana, l’alluvione che lo scorso Luglio ha colpito il Nord Europa e la Francia – che non ha certo migliorato la qualità del grano francese – non ha avuto effetti negativi sulle vendite. Bene anche il Regno Unito. Secondo il ministero dell’Agricoltura britannico, scrive Puglisi, “il raccolto di grano del quest’anno è salito a 13,99 milioni di tonnellate, con un aumento del 44,8% rispetto alla stagione precedente. Tuttavia, la stima è leggermente inferiore a una previsione iniziale di 14,02 milioni emessa a ottobre. L’aumento è stato guidato in parte da un aumento del 29,1% della superficie a 1,79 milioni di ettari a seguito di condizioni di impianto più favorevoli. Le rese medie di frumento sono aumentate del 12,2% a 7,8 tonnellate per ettaro”.

Ottima annata per il grano in Australia. Dove, però, ci sono due problemi: le piogge e una parte del grano duro povero di proteine  

In Australia la produzione statale totale per tutti i cereali supererà i 22 milioni di tonnellate, circa il 17% in più rispetto al precedente record del 2018. Ottima annata sotto il profilo produttivo, anche se in alcune aree di questo paese continuano ad esserci problemi nella raccolta del grano a causa delle piogge. L’acqua ha danneggiato il grano australiano? Il Governo di questo Paese, ovviamente, minimizza. Ed è anche logico. Con le industrie della pasta di tutto il mondo che chiedono grano duro (anche se c’è chi non esclude un po’ di facite ammuina, per dirlo alla napoletana, magai utilizzando grano tenero per la pasta: pratica che in Italia è vietata) meglio far sapere che qualcosa, sì, c’è stata, ma solo in aree isolate. Sempre con riferimento al grano duro, ci sono stata aree dove non sono state effettuate le concimazioni con azoto, elemento indispensabile per produrre il glutine. “Tuttavia scrive Puglisi – la consueta relazione inversa tra resa in grani e proteine ​​si traduce in un basso contenuto proteico laddove le rese in grani sono state ben al di sopra della media. I gradi proteici più alti sono usciti principalmente da aree ghiacciate”.

In Sicilia si torna a seminare. Difficile il diserbo meccanico e così in tanti optano per il diserbo chimico 

E in Sicilia? Le piogge sono in fase di ‘riposo’. C’è chi ha già iniziato a seminare e chi deve ancora iniziare. In generale, nel terreni collinari l’acqua ristagna meno e si può seminare. Anche se c’è il problema del diserbo. Non è facile effettuare il diserbo meccanico e tanti produttori di grano in convenzionale stanno potano per il diserbo chimico, che in molti casi significa glifosato. Va precisato che il glifosato utilizzato in pre-semina è agronomicamente corretto: questo diserbate elimina le cosiddette malerbe e non va a inquinare il grano (e quindi non ci sono problemi di residui di glifosato nella pasta, nel pane e nelle pizze). Diverso il discorso per i terreni dove rimane un certo grado di inquinamento. In ogni caso, nulla a che vedere con il glifosato utilizzato in pre-raccolta per far maturare artificialmente in grano, come si fa nelle zone fredde e umide dove il grano non dovrebbe essere coltivato. Quanto al prezzo, in Sicilia il mercato del grano duro è sempre un po’ ‘addormentato’. In ogni caso va detto che se i mercati americani del grano sono in fase di ‘risveglio’, in Europa la scorsa settimana il mercato del grano era ancora ‘freddo’. A conti fatti, in Sicilia il prezzo dovrebbe essere intorno ai 47-48 euro per quintale di grano duro.

Foto tratta da L’Informatore Agrario  

 

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