Il prezzo del grano duro nel mondo va giù? Parla Sandro Puglisi protagonista della pagina Facebook Amici del “Grano Duro di Sicilia”

16 dicembre 2021
  • “Dottore Puglisi, sbagliamo, o c’è una ‘frenata’ del prezzo del grano a livello internazionale? E se è così, a cosa è dovuta se l’offerta è carente?”
  • I fattori che influenzano il prezzo del grano: politica monetaria, prezzo dell’energia, politica energetica, geopolitica, consumi, ritmi di crescita, meteorologia e la stessa pandemia. E l’intervento della finanza
  • Le  ‘male lingue’: sostituzione del grano duro con il grano tenero?  
  • “Buon Natale a tutti”

“Dottore Puglisi, sbagliamo, o c’è una ‘frenata’ del prezzo del grano a livello internazionale? E se è così, a cosa è dovuta se l’offerta è carente?”

Abbiamo posto una domanda all’amministratore della pagina Facebook ‘Amici del grano duro di Sicilia’, Sandro Puglisi: “Dottore Puglisi, sbagliamo, o c’è una ‘frenata’ del prezzo del grano a livello internazionale? E se è così, a cosa è dovuta se l’offerta è carente?”. Con grande cortesia il dottore Puglisi ci ha fornito una risposta esauriente che noi, con grande piacere, riprendiamo. E lo facciamo perché il dottore Puglisi, che ha una grande conoscenza e una grande esperienza del mercato internazionale del grano, traccia un quadro interessante che, ne siamo certi, tanti nostri lettori avranno il piacere di leggere. “Caro Direttore Giulio Ambrosetti – ci scrive Puglisi – potrei liquidarla con un semplice detto siciliano ‘tanti su i chianati e tanti su i scinnuti!!!’. Tuttavia, ritenendo che il lavoro svolto da I Nuovi Vespri è molto prezioso ai tanti agricoltori che seguono attentamente la Vs. rubrica ed apprezzando alquanto l’impegno da Voi profuso nel realizzarlo, con l’intento di valorizzarlo ulteriormente, cerco di riassumere alcuni elementi essenziali per evitare di farvi scadere in inutili ‘faziosismi’ e mantenere una posizione equilibrata nell’interesse collettivo. Orbene, come lei ben sa, nel corso degli ultimi due anni, nell’implementare le varie declinazioni del progetto SWB – Sicilian Wheat Bank – La Banca del Grano SpA, abbiamo attivato un servizio, al momento totalmente gratuito, che mira a formare ed informare la platea degli utenti che opera nelle filiere agricole, non solo italiane, e che a tutt’oggi non ha ancora un approccio esattamente ‘Imprenditoriale’ al proprio settore di appartenenza (siano essi agricoltori, stoccatori, broker, industria di prima e seconda trasformazione). Questo servizio è il frutto di una intensa attività di market intelligence a livello internazionale che viene realizzata a supporto di un’altra attività che è quella di market consulting e che consente agli utenti di cui sopra di poter progettare, col supporto di uno specialista, un apposito piano di marketing relativamente alle proprie produzioni aziendali. Questo strumento, ovviamente, è tanto più utile quanto più in profondità riesce a scendere, essendo esso stesso in grado di consentire un’attenta pianificazione, non solo delle vendite dei prodotti già ottenuti, bensì anche la preventiva programmazione della relativa produzione”.

I fattori che influenzano il prezzo del grano: politica monetaria, prezzo dell’energia, politica energetica, geopolitica, consumi, ritmi di crescita, meteorologia e la stessa pandemia. E l’intervento della finanza

“Quello che intendo dire – prosegue l’amministratore della pagina Facebook ‘Amici del grano duro di Sicilia’ – è che bisogna cambiare passo, tutti insieme. Non si può più continuare a fare agricoltura senza una attenta programmazione, a partire dalle semine per poi passare alla gestione, alla trasformazione ed alla commercializzazione dei prodotti realizzati. Non si può continuare a svolgere una qualsiasi attività imprenditoriale legata al modo dell’agricoltura, senza conoscere tutte le dinamiche che ne determinano il destino. E come ormai lei è abituato ad apprendere dalle mie pubblicazioni quotidiane, i fattori che intervengono sono tantissimi. Si va dalla politica monetaria, al prezzo dell’energia, la politica energetica (pensi all’etanolo). Questi fattori a loro volta possono essere influenzati dalla geopolitica o dai consumi, ovvero dai ritmi della crescita economica di un Paese o di un altro. Poi ci sono le condizioni meteorologiche, che in relazione ai ritmi produttivi nei diversi emisferi, ai consumi ed alle scorte nei diversi Paesi consumatori, spesso pongono le basi per un mercato meteorologico. Ci sono anche i consumi, quelli reali, a cui si affiancano, quegli acquisti fatti dai cosiddetti Paesi importatori, che cercano di mantenere ad un sufficiente livello, le loro scorte strategiche. Di fatto a livello internazionale, dopo il Covid-19 molti sono passati da un approccio ‘just in time’, ad un approccio ‘just in case’. Tutto ciò determina l’intervento della finanza che, per il tramite di appositi strumenti finanziari, in relazione agli input che nell’arco della giornata arrivano da tutte le parti del mondo, sposta una quantità ingente di danaro che, ultimamente, a seguito delle politiche monetarie non tanto restrittive, è diventata anche più grande del solito”.

Le  ‘male lingue’: sostituzione del grano duro con il grano tenero?  

“Come può ben capire, quindi – prosegue Puglisi – attribuire ad un solo fattore la determinazione dei prezzi è pura dietrologia e perdita di tempo. Nello specifico, sì, è vero, il grano duro sta subendo una battuta di arresto. I motivi sono molteplici. Andiamo in corso alle festività di Natale, storicamente i consumi in questo periodo dell’anno diminuiscono perché si passa dal consumo prevalente di pane e pasta, al consumo di prodotti sostitutivi quali panettone, dolci, biscotti etc. E’ fondamentalmente un momento di incertezza, legato alla variante Omicron ed alle future politiche monetarie che verranno determinate nell’arco di questa settimana da parte di diverse banche centrali. Pertanto le industrie non sono intenzionate ad eccedere negli acquisti, rinviando gli stessi al nuovo anno. Chi ha comprato prima tanto grano, oggi non è disponibile a fare nuovi acquisti. L’insistenza di alcuni operatori che non intendono riportarsi al nuovo anno la produzione, ed offrono in maniera ostinata il prodotto non fa altro che pesare sui prezzi. Tante industrie hanno concluso contratti col grano Australiano e sono in attesa di riceverlo. Il grano Francese deteriorato ha fatto la sua parte calmierando di fatto il mercato europeo. Poi mancano alcuni consumi, soprattutto quelli verso l’estero. Le ‘male lingue’, con rispetto parlando, ma non me ne vogliano perché gli voglio bene, dicono che parzialmente il duro viene sostituito dal tenero, ma in Italia c’è una legge che lo vieta, almeno che questo non venga indicato in etichetta. Non dimentichiamo poi che il circuito turistico alberghiero, il catering e quello della ristorazione non si sono ripresi del tutto. E con essi manca anche lo spreco”.

“Buon Natale a tutti”

“Nella scena internazionale sul grano duro i classici Paesi importatori non sono stati ancora molto presenti, forse per via degli alti prezzi e, pertanto, c’è da chiedersi se non abbiano già dirottato almeno parzialmente la domanda attesa su altri prodotti sostitutivi. Dall’altro lato, c’è da dire che le scorte di grano duro sono veramente ridotte a livello internazionale. In Italia non essendoci un monitoraggio ufficiale costante non sappiamo a quanto ammontano le scorte effettive. Tuttavia è certo che molte aziende devono ancora seminare per via delle cattive condizioni meteo che hanno imperversato nel Sud Italia. Il grano Australiano arriverà, ma al momento in quantità ridotte rispetto alle aspettative iniziali e ciò, per via dei ritardi nella raccolta, che hanno costretto gli australiani a spedire il raccolto residuo del 2020 pur di soddisfare le esigenze degli esportatori. Per quello che arriverà dopo non si conoscono ancora le condizioni qualitative. I Canadesi riprenderanno la campagna di commercializzazione vera e propria a Gennaio 2022. In questo frangente di tempo, tanti altri fattori potranno influenzare, in un verso o nell’altro, l’andamento del prezzo. Conseguentemente invito tutti, acquirenti e venditori, a godersi le festività Natalizie in tutta serenità, con l’augurio che per il nuovo anno molte aziende possano approcciarsi al mondo dell’agricoltura e dell’agroalimentare in maniera totalmente diversa rispetto al passato. Buon Natale a tutti”.

Foto tratta da Agronotizie

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