Il Sifus, ‘carte’ alla mano, dimostra che sui 31 progetti irrigui persi dalla Sicilia ci sono responsabilità della Regione e dei Consorzi di Bonifica

1 dicembre 2021
  • In realtà, in questa storia ci sono sì responsabilità della Regione e dei Consorzi di Bonifica, ma c’è un vizio d’origine: la volontà del Governo nazionale di penalizzare il Sud e la Sicilia
  • L’errore della Regione siciliana: avere accettato criteri di assegnazione delle risorse in sede di Conferenza Stato-Regioni che avrebbero penalizzato la Sicilia
  • Sbagliatissimo avere accettato il criterio dei bandi, perché i fondi del Pnrr sono aiuti e gli aiuti non si mettono a bando!

In realtà, in questa storia ci sono sì responsabilità della Regione e dei Consorzi di Bonifica, ma c’è un vizio d’origine: la volontà del Governo nazionale di penalizzare il Sud e la Sicilia

Ricordate i circa 400 milioni di euro che sarebbero dovuti servire per potenziare l’irrigazione in Sicilia, fondi che la nostra Regione ha perso? Se ne è parlato nel corso di una conferenza stampa tenuta a Palermo dai sindacalisti del Sifus, il sindacato che si batte per la stabilizzazione degli operai forestali e che segue anche i lavoratori che operano nei Consorzi di Bonifica della nostra Isola. Per il Sifus erano presenti il segretario generale, Maurizio Grosso, Ernesto Abate e Fabio Barbera; poi c’erano anche i parlamentari nazionali Antonino Lombardo e Simona Suriano e i parlamentari regionali Vincenzo Figuccia, Valentina Palmieri, Danilo Lo Giudice. Al centro dell’incontro, i progetti ‘bocciati’ dal Ministero delle Politiche agricole. Sono 31 progetti su 31 che avrebbero dovuto essere finanziati con le risorse del Recovery fund che oggi si chiama Pnrr “più i 30 miliardi del bilancio italiano”. Una distribuzione delle risorse che, secondo il Sifus, “non tiene assolutamente conto della funzione di riequilibrio territoriale che persegue l’Europa in questa fase storica”.

L’errore della Regione siciliana: avere accettato criteri di assegnazione delle risorse in sede di Conferenza Stato-Regioni che avrebbero penalizzato la Sicilia

Qui già dissentiamo con gli amici del Sifus, perché l’Unione europea non persegua affatto il “riequilibrio territoriale”. Altrimenti non avrebbe avallato l’imbroglio del Pnrr scritto per fregare Sud e Sicilia. “Per quanto attiene i 31 progetti del Pnrr – leggiamo nel comunicato del Sifus – bocciati dal Ministero alle Politiche agricole, è stato dimostrato dal Sifus, attraverso un dettagliato dossier disponibile al pubblico, che le responsabilità oggettive ricadono tutte in capo i progettisti dei Consorzi, all’assessore all’Agricoltura Tony Scilla e al Presidente Nello Musumeci come emerge dall’accettazione dei criteri di assegnazione delle risorse in sede di Conferenza Stato-Regioni, dal soccorso istituzionale ministeriale non richiesto e, soprattutto, dagli errori grossolani dei tecnici rispetto il soddisfacimento dei criteri previsti dalla piattaforma Dania (non hanno pigiato financo i tasti in cui bisognava asserire che in Sicilia si ripetono lunghi periodi di siccità e che la desertificazione la fa da padrona). In ogni caso, come scaturisce dalla classificazione dei progetti finanziabili sulla base degli 880 milioni messi a bando (n.79), il 67% delle risorse del Pnrr servirà per realizzare opere nelle Regioni del Nord e il 33% in quelle del Sud con regioni come Sicilia, Puglia, Sardegna, Molise e Abruzzo completamente escluse. Significa – prosegue il Sifus – che si realizzeranno investimenti nelle Regioni dove le precipitazioni meteo sono frequenti, non esiste la desertificazione e il sistema irriguo è più moderno, mentre al contrario, non se ne realizzeranno laddove si registrano lunghi periodi di siccità, c’è la desertificazione e le reti irrigue sono colabrodo”. Tutto vero.

Sbagliatissimo avere accettato il criterio dei band,i perché i fondi del Pnrr sono aiuti e gli aiuti non si mettono a bando! 

Il Sifus ricorda che “l’Europa ha assegnato all’Italia molti più fondi dei 27 Stati membri ( 204 miliardi su 750)” non perché è stato bravo l’ex capo del Governo, Giuseppe Conte,  “ma perché l’Europa con il Recovery fund si è data l’obiettivo di riequilibrare le aree fragili dei vari Stati che presentano deficit infrastrutturali, occupazionali, economici, sociali”. E siccome il Sud Italia e la Sicilia sono area fragilissime, hanno ricevuto più fondi per colmare “il gap con il resto del Paese. Senza il Meridione l’Italia- sottolineano al Sifus – l’Italia avrebbe avuto assegnati almeno 100 miliardi in meno. Cosa hanno fatto il Presidente Draghi e il Parlamento Italiano? Hanno accettato i 204 miliardi assegnati dall’Europa usando il Meridione come specchietto per le allodole ma invece di redistribuire i fondi secondo le indicazioni europee e quindi il 70% di essi al Meridione e il 30% al Nord li hanno distribuiti prevedendo il 60% al Nord e il 40% al Meridione. Questo modello di redistribuire anziché ridurre le distanze tra il Nord e il Sud del Paese farà crescere il divario economico e infrastrutturale”. Il Sifus ricorda, inoltre, che “ogni euro speso al Nord produce un beneficio del 5% al sud mentre ogni euro investito al Sud produce vantaggi del 40,9% al Nord. Dalla conferenza stampa, grazie al significativo contributo dei parlamentari intervenuti – conclude la nota del Sifus – è emersa la necessità di una rivisitazione dell’assegnazione delle risorse del Pnrr a carattere nazionale (si chiederà un incontro al Ministro per il Sud) ma anche di individuare alternative, perché queste arrivino ai territori che ne hanno la necessità oggettiva senza passare dalle forche caudine dei progettisti ( si pensa ad un disegno di legge che preveda l’utilizzo dei tecnici degli ordini professionali) e soprattutto, dei bandi”. Corretta la precisazione sui bandi: il Pnrr non è assimilabile ai fondi strutturali europei e gli aiuti non si mettono a bando!

Foto tratta da Cronaca Oggi Quotidiano

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