Scippo alla Sicilia dei fondi irrigui: il PNRR non è assimilabile ai fondi strutturali europei e gli aiuti non si mettono a bando!

7 ottobre 2021
  • Tra malafede e disinformazione
  • La ‘filosofia’ del PNRR non ha nulla a che vedere con i fondi strutturali europei
  • Mettere a ‘bando’ gli aiuti come ha fatto il Ministero delle Politiche agricole è solo un immorale atto di scorrettezza. Gli ‘aiuti’ servono per aiutare, non per gabbare chi deve essere aiutato! PD e grillini non stanno aiutando gli agricoltori siciliani
  • Il Ministro grillino e nordista Stefano Patuanelli e il Ministero delle Politiche agricole sono quelli dello scippo del FEASR
  • E siccome siamo degli ‘scassaminchia’ seriali, ricordiamo che il Ministero delle Politiche agricole è anche quello dell’operazione Senatore Cappelli, altra penalizzazione a Sud, Sardegna e Sicilia 

Tra malafede e disinformazione

Continuiamo a leggere in tutte le salse che la Regione siciliana, a causa della sua burocrazia incapace, ha perso gli oltre 400 milioni di euro del PNRR di fondi per l’irrigazione. Che la burocrazia regionale sconti problemi enormi non è una novità. Ma che ci sia, in queste ore, un po’ di confusione – in parte voluta da chi deve nascondere la propria malafede – è altrettanto vero. Associare le risorse del PNRR ai fondi strutturali europei è un errore. I due interventi non sono sovrapponibili. Per l’impiego dei fondi del PNRR non possono essere applicati – peraltro in modo distorto – le regole che sovraintendono alla spesa dei fondi strutturali europei. I fondi strutturali europei seguono regole precise e dovrebbero servire a colmare i divari economici e strutturali tra le diverse aree dell’Unione europea. Il ricorso ai bandi nella spesa dei fondi europei segue una logica precisa: mettere in competizione le migliori aziende di un territorio per premiare le più meritevoli. Almeno per certi interventi dovrebbe essere così (anche se spesso non è così). Poi ci sono anche interventi più semplici che, spesso, la burocrazia regionale complica. Il PNRR è un’altra cosa: sono aiuti.

La ‘filosofia’ del PNRR non ha nulla a che vedere con i fondi strutturali europei

La ‘filosofia’ del PNRR non è quella dei fondi strutturali. Il PNRR è stato pensato per intervenire in un momento di crisi economica e sanitaria gravissima provocata dal Covid-19. Il PNRR è stato strutturato per dare più aiuti alle aree che presentano maggiori difficoltà economiche. L’Italia – per essere chiari – ha avuto assegnati 193 miliardi di euro non perché “è stato bravo l’ex capo del Governo Giuseppe Conte”, come vanno ripetendo i grillini, ma perché in Italia ci sono aree nelle quali i problemi del Covid si sono sommati a carenze infrastrutturali. Per dirla in breve, è grazie (sarebbe meglio dire purtroppo) ai problemi economici e infrastrutturali del Sud e della Sicilia che l’Italia ha avuto assegnato 193 miliardi di euro! Stando a questi criteri – che sono i criteri del PNRR voluto dall’Unione europea – il 67% delle risorse dei fondi PNRR assegnati all’Italia dalla Ue dovrebbe essere impiegato nel Sud e in Sicilia. Invece il Governo dei ‘Migliori’ di Mario Draghi ha deciso che poco più di 150 miliardi di euro andranno alle Regioni del Nord e – sulla carta – solo 40 miliardi di euro al Sud e alla Sicilia. E questa già è una scelta immorale per accontentare i soliti egoismi del Nord a scapito di Sud e Sicilia. Chissà perché questo particolare non lo ricorda nessuno. Perché scriviamo “sulla carta”? Perché il Governo Draghi e i nostri cari amici del Nord non hanno alcuna intenzione di assegnare a Sud e Sicilia 40 miliardi di euro, ma sì e no la metà. Per questo riamo rimasti basiti nel leggere le dichiarazioni del vice presidente della Regione siciliana, Gaetano Armao, e del coordinatore della Lega in Sicilia, Nino Minardo, che parlano di 50 miliardi di euro del PNRR alla Sicilia. Ma da dove hanno tirato fuori questo dato?

Mettere a ‘bando’ gli aiuti come ha fatto il Ministero delle Politiche agricole è solo un immorale atto di scorrettezza. Gli ‘aiuti’ servono per aiutare, non per gabbare chi deve essere aiutato! PD e grillini non stanno aiutando gli agricoltori siciliani

Attenzione. Quando sono stati assegnati a Sud e Sicilia 40 miliardi del PNRR (che sono vergognosamente pochissimi!) è venuta fuori la notizia che ci sarebbero stati dei ‘bandi’. La logica dei bandi – per altro mettendo in competizione Regioni italiane diverse – cozza con la ‘filosofia’ del PNRR che, lo ribadiamo, non è quella dei fondi strutturali. I fondi del PNRR sono aiuti. Se si deve aiutare un’area colpita dal Covid – in questo caso la Sicilia per migliorare gli impianti di irrigazione gestiti dai Consorzi di Bonifica – ricorrere a un bando scrivendo regole che, in partenza, si sa benissimo che i Consorzi di Bonifica siciliani non potranno rispettare, è quanto di più scorretto si possa fare. La ‘filosofia’ del PNRR – lo diciamo ai signori del Ministero delle Politiche agricole, che sono bravi e intelligenti – è quella di aiutare le aree in difficoltà, non di creare le condizioni per togliergli i fondi! C’erano problemi nei progetti presentati dai Consorzi di Bonifica siciliani? Bene, siccome questi non sono fondi strutturali e la ‘filosofia’ non è quella della ‘competizione’, i tecnici del Ministero avevano il dovere di chiamare i dirigenti dei Consorzi di Bonifica siciliani e di sistemare le cose. Ma il vero obiettivo non era aiutare la Sicilia, ma semmai di penalizzarla scippandogli i fondi. E così è stato! E i signori del PD e del Movimento 5 Stelle hanno poco di che gioire. Il vero dramma è che in Sicilia ci sono ancora persone che votano questi due partiti (pochi, per fortuna, ma ci sono ancora). Quanto al Governo regionale siciliano, il presidente Nello Musumeci e l’assessore all’Agricoltura, Tony Scilla, avrebbe fato bene a contestare subito il ‘bando’ su fondi irrigui del Ministero delle Politiche agricole, che non ha motivo di esistere!

Il Ministro grillino e nordista Stefano Patuanelli e il Ministero delle Politiche agricole sono quelli dello scippo del FEASR

I signori de Ministero delle Politiche agricole non sono nuovi a queste bravate. I signori del Ministero delle Politiche agricole e l’attuale signor Ministro delle Politiche agricole, il grillino nordista di Trieste, Stefano Patuanelli, sono quelli che, qualche mese fa, hanno scippato alla Sicilia e al Sud quote importanti del FEASR, il Fondo Europeo Agricolo di Sviluppo Regionale. Questi grandi ‘scienziati’ non si sono limitati a questo. Di fatto, questi signori hanno modificato i criteri per la ripartizione dei fondi del Secondo Pilastro della Politica Agricola Comune (PAC) senza modificare i criteri della ripartizione dei fondi del Primo Pilastro della PAC. Proviamo a illustrare meglio questa porcata. Quando parliamo del Secondo Pilastro della PAC – i cui criteri di ripartizione delle somme sono stati modificati  dal Ministero e dal Ministro per favorire le aziende agricole del Nord a scapito delle aziende agricole del Sud e della Sicilia – ci riferiamo alle politiche di sviluppo rurale finanziate, come già accennato, dal Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR). Per Primo Pilastro della PAC, invece, semplificando, si intendono i pagamenti diretti agli agricoltori. Ebbene, cari lettori, sappiate che, da decenni, fatti 100 i fondi dei pagamenti diretti, 80 vanno alle aziende agricole del Nord e 20 alle aziende agricole del Sud e della Sicilia! Perché? Perché l’Italia, pur avendo meridionali e siciliani ai vertici della Stato, tratta Sud e Sicilia come colonie! Non contenti d tenersi da decenni l’80% dei fondi del Primo Pilastro della PAC, i nostri amici del Nord, il Ministero e il Ministro hanno deciso di prendersi una parte del FEARS di Sud e Sicilia e modificare i criteri di ripartizione, così lo scippo sul FEARS andrà automaticamente avanti ogni anno.

E siccome siamo degli ‘scassaminchia’ seriali, ricordiamo che il Ministero delle Politiche agricole è anche quello dell’operazione Senatore Cappelli, altra penalizzazione a Sud, Sardegna e Sicilia 

Lo sappiamo che siamo dei rompicoglioni che danno fastidio a chi, ‘democraticamente’ e a norma di legge, penalizza scientificamente e sistematicamente Sud e Sicilia. E siccome siamo degli ‘scassaminchia’ seriali ricordiamo che i signori del Ministero delle Politiche Agricole sono anche quelli della varietà grano duro Senatore Cappelli, che non è una varietà di grano antico, come pensano e scrivono certi amici del Nord che non conoscono nemmeno la storia dell’agricoltura italiana, ma una varietà selezionata nei primi del ‘900 che è stata coltivata sino alla fine degli anni ’60 del secolo passato, poi è stata abbandonata sulla scorta di considerazioni scientifiche che, a lungo andare, si sono rivelare sbagliate, ed è stata rilanciata negli ultimi anni, a partire dalla Sardegna, in tante aree del Sud e in Sicilia. E che hanno fatto i signori del Ministero delle Politiche agricole? Si sono inventati un marchingegno per consegnare questa varietà a una società del Nord Italia che ha creato un monopolio: società che è stata anche sanzionata dall’Antitrust. Questo è il Ministero delle Politiche agricole italiano, questi sono i fatti. Le minchiate le lasciamo agli altri.

 

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