Per la prima volta al mondo si comincia a commercializzare la farina prodotta da grano geneticamente modificato (OGM)

15 novembre 2021
  • Questa varietà di grano OGM è stata prodotta in Argentina su circa 55 mila ettari i terreni. In questi giorni il Brasile ha detto sì alle importazioni dall’Argentina di farine prodotte con grano geneticamente modificato 
  • Oltre a resistere alla siccità, la varietà di grano OGM è anche resistente all’erbicida glufosinato. Proviamo a illustrare che cose potrebbe significare per la salute umana 
  • Il nostro augurio è che il Brasile non utilizzi questo grano OGM per alimentare i bovini, se è vero che è il primo Paese al mondo nell’esportazione di carni bovine
  • Anche la Cina apre agli OGM 

Questa varietà di grano OGM è stata prodotta in Argentina su circa 55 mila ettari i terreni. In questi giorni il Brasile ha detto sì alle importazioni dall’Argentina di farine prodotte con grano geneticamente modificato   

Per la prima volta al mondo si commercializza la farina prodotta con grano OGM, sigla che sta per Organismo Geneticamente Modificato. Non è una bella notizia, almeno dal nostro punto di vista. Perché non si conoscono gli effetti del grano geneticamente modificato nell’organismo umano e animale. Eh già, perché questo grano geneticamente modificato, anche se gettato fuori dalla porta dai Paesi che non vogliono sentire parlare di OGM, potrebbe rientrare dalla finestra con le carni importate in un mercato globale che è diventato quasi impossibile controllare. Ma andiamo alla notizia che leggiamo su SWB: “Il Brasile ha approvato… le importazioni di farina dall’Argentina ottenuta da un ceppo di grano geneticamente modificato, resistente alla siccità e al glufosinato. È la prima decisione di questo tipo al mondo, ma riguarda solo la farina di frumento, dopo che i mugnai brasiliani hanno minacciato di boicottare i cereali argentini. In effetti, le spedizioni della nuova varietà sono improbabili a breve data l’incertezza su una più ampia accettazione globale e l’opposizione da parte di una potente lobby dei mugnai di grano. Inoltre, l’opinione pubblica sembra essere contraria all’uso di grano OGM e i mugnai brasiliani affermano che stanno valutando opzioni legali contro l’approvazione”.

Oltre a resistere alla siccità, la varietà di grano OGM è anche resistente all’erbicida glufosinato. Proviamo a illustrare che cose potrebbe significare per la salute umana 

Ci sono osservatori molto ottimisti che pensano di risolvere così il problema della siccità arrivata con i cambiamenti climatici. Una siccità che, quest’anno, ha ridotto drasticamente la produzione di grano nel mondo, con particolare riferimento a tre Paesi grandi produttori di grano: Russia, Canada e Stati Uniti d’America. Questo ci dice che è già da qualche anno che si lavora per fronteggiare la siccità e che gli eventi di quest’anno non erano inattesi. Con l’occasione questa varietà di grano – che come vedremo è stata sperimentata in Argentina – è anche resistente al glufosinato, un erbicida di contatto, non selettivo e parzialmente sistemico che viene assorbito dalle foglie e si localizza sulle parti verdi delle piante. Questa resistenza induce gli agricoltori ad utilizzare il glufosinato per eliminare le erbe che fanno concorrenza alle piante di grano nell’assorbimento degli elementi nutritivi dal terreno: le piante di grano restano vive mentre le erbe (chiamate ‘Malerbe’ in gergo agronomico) crepano. Il problema è che questo veleno rimane nelle piante di grano. E – lo ribadiamo – non sappiamo che effetti avranno nell’organismo umano il grano OGM e gli eventuali residui di glufosinato. Ovviamente, gli ‘scienziati’ diranno che il grano geneticamente modificato non crea problemi all’organismo umano, che il glufosinato vene eliminato e, in ogni caso, non fa male alla salute umana, che i terreni non si inquineranno con la presenza di glufosinato, che gli animali non ingeriranno glufosinato e bla bla bla. Cose che conosciamo già, vista l’esperienza con un altro noto erbicida, il glifosato (dove, proprio in Argentina, dove viene prodotto questo grano OGM, non se la passano molto bene con il glifosato).

Il nostro augurio è che il Brasile non utilizzi questo grano OGM per alimentare i bovini, se è vero che è il primo Paese al mondo nell’esportazione di carni bovine

A noi questa storia sembra una follia. Anzi, una doppia follia. Perché alle incognite di un grano geneticamente modificato si sommano le incognite di un grano che verrà trattato con il glufosinato. SWB ci racconta che in Argentina circa 55 mila ettari di terreni sono stati coltivati ​​con grano OGM in via sperimentale. Ora, una sperimentazione di fa su pochi ettari di terreno, non su 55 mila ettari! “Bioceres Crop Solutions, la società che ha sviluppato la varietà, ha affermato che cercherà l’approvazione di altri mercati prima di commercializzarla”, leggiamo ancora su SWB. A noi questa storia convince poco. Del resto, basta fare due più due: da una parte una società che ‘sperimenta’ una varietà di grano OGM su 55 mila ettari di terreno (per la cronaca, un ettaro equivale a 10 mila metri quadrati); dall’altra parte un grande Paese – il Brasile – che ha dato il via all’importazione di farina prodotta con grano OGM. Vero è che c’è l’opposizione dei mugnai brasiliani, ma è anche vero che il Brasile, oltre ad essere il quarto Paese produttore di cereali al mondo, è anche il primo Paese al mondo per l’esportazione di carne bovina. Ora – sempre con la logica del due più due – da una parte ci sono i cambiamenti climatici che con la siccità stanno travolgendo, per ora solo in alcune importanti aree del mondo, l’agricoltura e, segnatamente, la cerealicoltura; dall’altra parte spunta una varietà di grano geneticamente modificata che – ma guarda un po’ che combinazione – resiste alla siccità (con una ‘piccola’ aggiunta di un erbicida che alle industrie che operano nella chimica in agricoltura non dispiace mai). E dove finisce ‘sto grano? In un Paese che, con l’agricoltura, deve sostenere anche la zootecnia.

Anche la Cina apre agli OGM 

Sempre su SWB leggiamo un’altra ‘bella’ notizia: la Cina he si comincia a muovere nel mondo degli OGM. Il Ministero dell’Agricoltura cinese si sta occupando di questo argomento. Si parla di una bozza di documento dove sono contenuti una serie di emendamenti ai regolamenti attuali di questo Paese in materia di colture geneticamente modificate. “La mossa – leggiamo su SWB – è vista come un passo fondamentale verso la commercializzazione del mais OGM”. Non è una novità che il mais sia geneticamente modificato. Il problema è sempre lo stesso: i Paesi possono dire no ai vegetali geneticamente modificati, ma on è facile capire se gli stessi cereali geneticamente modificati – in questo caso il mais – poi viene utilizzato nell’alimentazione del bestiame. Può succedere, insomma, che un Paese che dice no agli OGM poi importa carni che provengono da animali che vengono nutriti con vegetali geneticamente modificati. Anche in questo caso, se riflettiamo sul fatto che i cosiddetti insilati di mais sono molto diffusi, basta fare due più due… Ci potrebbero essere problemi per l’Italia? Spriamo di no. L’importante è conoscere l’origine del grano con il quale vengono preparati pasta, pane, pizze e via continuando. E conoscere l’origine della carne bovina.

Foto tratta da GreenBiz.it

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