Regno Unito e Italia: solo certezze sulla vaccinazione anti-Covid. Tocca ai bambini? Dubbi aboliti? Intanto in Israele…/ MATTINALE 539

29 luglio 2021
  • L’olimpica certezza di Regno Unito e Italia: il vaccino anti-Covid funziona. Non sarebbe meglio aspettare Autunno e Inverno prima di mollarsi con dichiarazioni impegnative? 
  • E ora vorrebbero vaccinare anche i bambini. Per tutelare gli stessi bambini? Per tutelare i grandi? Per tutelare grandi e bambini?
  • La doccia fredda che arriva da Israele: contro la variante Delta i non vaccinati se la passano meglio dei vaccinati!

L’olimpica certezza di Regno Unito e Italia: il vaccino anti-Covid funziona. Non sarebbe meglio aspettare Autunno e Inverno prima di mollarsi con dichiarazioni impegnative? 

Tanti italiani non sono convinti del vaccino anti-Covid: non l’hanno fatto e, nonostante le forzature, non crediamo che lo faranno. Alla base c’è, in primo luogo, la scarsa credibilità dell’attuale Governo nazionale di Mario Draghi. La campagna di vaccinazione è iniziata a Gennaio di quest’anno e a gestirla – in modo pessimo – è stato, appunto, l’attuale esecutivo, che ha creato non poca confusione. Basti pensare alla gestione del vaccino AstraZeneca, dove si scopre che tante polemiche potevano essere evitate. E la situazione, adesso, si fa sempre più confusa, anche per le notizie che arrivano dal mondo. Nel Regno Unito, ad esempio, sono convinti che la campagna vaccinale è riuscita: mettono nel conto un grande aumento del numero dei contagi, ma sono convinti che i ricoveri non cresceranno. Sarebbe opportuno dare a questo strano vaccino almeno un anno di osservazioni, per studiare come si comporta in tutt’e quattro le stagioni. Ma nel Regno Unito sono conviti che in Autunno e in Inverno lo scenario non peggiorerà. Anche il Italia il vaccino vene considerato vincente: proprio ieri il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha detto che vaccinarsi contro il Covid “è un dovere morale e civico”. Che dire? Noi – soprattutto quando c’è di mezzo la scienza – coltiviamo il dubbio. Trattandosi di un virus che colpisce le alte vie respiratorie – virus di solito molto sensibili alle temperature – prima di pronunciarci vogliamo capire cosa succederà in Autunno e in Inverno. Tra le fine di Dicembre e i primi giorni di Gennaio si capirà veramente se il vaccino funziona e se questo strumento è in grado di affrontare le varianti.  Questa è la nostra posizione.

E ora vorrebbero vaccinare anche i bambini. Per tutelare gli stessi bambini? Per tutelare i grandi? Per tutelare grandi e bambini?

Intanto i fautori del vaccino anti-Covid rilanciano: non contenti di aver vaccinato gli adulti e i giovani, adesso puntano sui bambini. Anche in questo caso, non senza un po’ di confusione. Sul quotidiano Il Tempo Massimo Galli, direttore di Malattie infettive all’ospedale Sacco di Milano, è piuttosto categorico: “Una volta che gli studi avranno garantito la sicurezza per la somministrazione del vaccino anti-Covid anche agli under 12 sarà inevitabile passare all’immunizzazione dei più piccoli. Perché se in tutto il mondo lasceremo che il virus circoli tra i bambini, senza nessuna forma di contenimento, non lo fermiamo più. Vaccinare tutti è l’unico modo per fermarlo”. E i possibili effetti collaterali? All’Adnkronos Galli ricorda che, a tutte le età, “le osservazioni scientifiche suggeriscono che la cosa migliore, viste le sue caratteristiche, sia non incontrare questo virus”. A suo parere, “i vaccini disponibili sono stati utilizzati su decine di milioni di persone in tutto il mondo. E hanno dimostrato un margine di sicurezza altissimo, probabilmente superiore a quello dei vaccini utilizzati in precedenza per altre patologie”. E ancora: “Personalmente – conclude Galli – tra i rischi ipotetici legati alla vaccinazione e i rischi reali legati alla malattia scelgo la vaccinazione”. Vaccinare i bambini per evitare che il virus continui a diffondersi? Sempre all’Adnkronos così si esprime Annamaria Staiano, presidente della Società italiana di pediatria: “Abbiamo una sola certezza, e come Società italiana di pediatria vogliamo ripeterlo all’infinito: l’unica arma contro questa pandemia è la vaccinazione. Lo testimonia purtroppo anche il caso della bambina morta di Covid a Palermo. Dobbiamo insistere sull’importanza delle vaccinazioni, dobbiamo rendere partecipi i genitori del rischio di continuare ad avere i propri figli come serbatoio di circolazione del virus”. Anche in questo caso, come si può notare, grande fiducia nella vaccinazione: nessun dubbio, funziona e basta. E le possibili cure alternative ai vaccini? Non se ne deve parlare. Del resto, la strana morte del dottor Giuseppe De Donno, il medico che ha messo a punto una terapia contro il Covid (il plasma iperimmune) al quale hanno fatto vedere le stelle parla da sola.

La doccia fredda che arriva da Israele: contro la variante Delta i non vaccinati se la passano meglio dei vaccinati!

Poi, però, da Israele – Paese all’avanguardia nel mondo per numero di cittadini vaccinati contro il Covid – arrivano notizie contrastanti. Intanto il numero delle persone infettate è in crescita e non mancano i ricoveri: e siccome lì la maggioranza della popolazione è vaccinata, se ci sono infettati e ricoverati, ebbene, questi non possono che essere, in buona parte, persone vaccinate. Ma la vera novità che arriva da Israele non è questa. La vera notizia è un’altra, come leggiamo sul giornale on line Renovatio 21: “Contro la variante Delta l’immunità naturale migliore del 700% rispetto al vaccino“. Insomma, contro la variante Delta del virus SARS-COV-2 – per ora la più ‘gettonata’ – i non vaccinati se la passano meglio dei vaccinati. In Israele, insomma, si sta smentendo quella che fino ad oggi è stata la tesi ufficiale in tutto il mondo: e cioè che l’immunità indotta dal vaccino sarebbe maggiore dell’immunità naturale. Invece – almeno in Israele è così – sarebbe l’esatto contrario. “I dati presentati al Ministero della Sanità israeliano il 13 Luglio 2021 – leggiamo su Renovatio 21 – hanno rivelato che, degli oltre 7.700 casi di COVID-19 segnalati da Maggio 2021, solo 72 si sono verificati in persone che avevano precedentemente contratto SARS-Cov-2, ovvero un tasso inferiore all’1% . Al contrario, più di 3.000 casi – circa il 40% – si sono verificati in persone che avevano ricevuto un vaccino COVID-19″. Dai dati osservati in Israele, i soggetti vaccinati hanno quasi il 700% in più di probabilità di sviluppare la malattia rispetto ai soggetti con immunità naturale (l’immunità che si acquisisce dopo essere stati infettati). E questo vale soprattutto in risposta alla cosiddetta variante Delta, oggi predominante. Se è così in Israele sarà cos anche nel resto del mondo, Italia compresa? Non è un domanda secondaria: anzi!

Foto tratta da Italian Healthcare World Journal

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