La morte di Giuseppe De Donno, il medico pugliese che ha fatto tremare le multinazionali dei vaccini anti-Covid

28 luglio 2021
  • La tesi ufficiale è il suicidio. Ma non mancano i dubbi 
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  • “Sono stanco, stanco dei troppi attacchi che ho subito, stanco che ancora oggi che sono uscito dall’ospedale continuo a ricevere, anche da parte di colleghi”
  • La testimonianza di Massimo Mazzucco

La tesi ufficiale è il suicidio. Ma non mancano i dubbi 

“La terapia con il plasma costa poco, funziona benissimo, non fa miliardari. E io sono un medico di campagna, non un azionista di Big Pharma”. Oggi questa dichiarazione che Giuseppe De Donno, il medico pugliese di Maglie, in provincia di Lecce, morto in circostanze ancora non molto chiare (si sarebbe tolto la vita, ma non mancano i dubbi) ha rilasciato al quotidiano La Verità il 15 Giugno dello scorso anno gira a pieno ritmo sulla rete. La notizia della morte del medico pneumologo che, per primo, ha sperimentato il plasma iperimmune nella cura contro il Covid-19 è su tanti giornali. E non può che essere così, perché il personaggio era molto noto. Anche se la notorietà che si era guadagnato nel proprio lavoro, forse, cozzava con il carattere di un uomo mite, dedito alla professione di medico che pensa a curare i malati. Troppi e troppo grandi gli interessi che questo medico meridionale trasferitosi in Lombardia ha messo in discussione. Troppo agguerriti i giganti dell’industria farmaceutica che, da quando è esplosa la pandemia, hanno sempre visto come fumo negli occhi chi ha provato, con la forza della scienza, a ostacolare il grandissimo affare dei vaccini anti-Covid. Le multinazionali farmaceutiche, che oggi controllano il mondo (ci sono multinazionali di questo settore i cui bilanci sono pari a quattro-cinque volte i bilanci degli Stati singoli!), hanno deciso che il Covid-19 si ‘deve’ curare con i vaccini. Scelta pesante e radicale da imporre a chi ci sta e a chi non ci sta. L’Italia – Paese senza sovranità monetaria e con una debole sovranità politica (la Ue ormai decide i soggetti che debbono governare l’Italia, a cominciare dal capo del Governo e dal Ministro dell’Economia) – ‘deve’ adottare i vaccini anti-Covid delle multinazionali. Punto. Non a caso, ancora oggi, le cure domiciliari non sono nell’agenda del Governo delle banche di Mario Draghi. Ci sono solo i vaccini.

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La scelta delle multinazionali farmaceutiche ha una logica coerente: le cure, ovvero le terapie, interesserebbero, sì e no, il 5% della popolazione (e anche meno). I vaccini anti-Covid si appioppano a tutti, soprattutto se sostenuti da una robusta campagna mediatica (e magari da un’informazione parziale). I soldi, tanti soldi, sono nei vaccini. E guai a chi osa mettersi di traverso. Giuseppe De Donno, 54 anni appena compiuti, era diventato primario facente funzione delle Pneumologia dell’ospedale Carlo Poma di Mantova nel Settembre del 2018. Lo stesso anno aveva vinto il concorso ed era diventato primario effettivo. Era un uomo molto legato al lavoro, ma anche al sociale. Aveva anche occupato il ruolo di vice sindaco di Curtatone. Si era laureato a Modena a pieno voti. Innamorato del suo lavoro, con la sperimentazione del plasma iperimmune aveva ottenuto una visibilità internazionale. Era aperto alla società di oggi, tant’è vero che per una fase della sua vita professionale ha anche comunicato con i social. A un certo punto si è allontanato dalla rete, forse perché molti dei suoi sostenitori erano no vax.

“Sono stanco, stanco dei troppi attacchi che ho subito, stanco che ancora oggi che sono uscito dall’ospedale continuo a ricevere, anche da parte di colleghi”

La sua affabilità, la sua capacità di illustrare in modo semplice, comprensibile a tutti concetti non certo semplici non lo ha solo reso noto: lo ha reso, anche, molto richiesto dai mezzi d’informazione. Era molto cercato da giornali e televisioni, lui e il suo collega e amico Massimo Franchini, primario del Centro Trasfusionale dell’ospedale Carlo Poma. Non sono mancati gli interventi in televisione. Per affrontare a viso aperto chi contestava l’efficacia del plasma iperimmune. conosciuto e apprezzato in tutta l’Italia, aveva ricevuto tati premi e alcune cittadinanze onorarie. Dei social abbiamo detto: all’inizio molto presente, pronto a rispondere a tutti, poi assente, poi di nuovo presente e infine assente per sempre. Nella battaglia contro il Covid-19 non si è risparmiato. In tanti ricordano che non lavorava meno di 18 ore al giorno e spesso restava in ospedale di notte senza tornare a casa. Forse la stanchezza e l’esposizione mediatica lo hanno stancato. Così aveva deciso di lasciare l’ospedale: da primario ospedaliero a medico di medicina generale a Porto Mantovano. Un lavoro diverso, ma sempre da medico, sempre a contatto con i pazienti. Era un po’ stanco? Scrive La Gazzetta di Mantova: “«Sono stanco – aveva confidato agli amici – stanco dei troppi attacchi che ho subito, stanco che ancora oggi che sono uscito dall’ospedale continuo a ricevere, anche da parte di colleghi»”.

La testimonianza di Massimo Mazzucco

Scrive Massimo Mazzucco, autore di video molto seguiti e molto apprezzati sulla rete: “Prego per questo grande Medico E’ MORTO GIUSEPPE DE DONNO. Avevo parlato con Giuseppe De Donno nel Marzo scorso, mentre completavo il mio video ‘Covid le cure proibite’, perché volevo verificare l’accuratezza di alcune informazioni che mi apprestavo a divulgare. Giuseppe De Donno era un uomo distrutto. Dopo quasi un anno dagli eventi che lo avevano coinvolto, ancora non riusciva a capacitarsi del perché la sua cura non fosse stata promossa e sperimentata in tutto il mondo. ‘Io lo so che funziona – mi diceva – ho visto i pazienti guarire sotto i mei occhi. Eppure sembra che la cosa non interessi a nessuno’. In quella breve telefonata provai in qualche modo a spiegargli che gli interessi economici coinvolti erano troppo forti, e che guarire i malati, in quel momento, non era la priorità di nessuno, ai piani alti del potere. Ma capii che da quell’orecchio non ci sentiva. Ebbi l’impressione di avere di fronte una persona sincera ma profondamente ingenua, totalmente impreparata all’orribile dispetto che gli stava riservando il destino. Credo che il suo gesto di oggi non sia che la presa di coscienza definitiva di una situazione che inizialmente non riusciva ad accettare”. Ma c’è chi non crede alla tesi del “suo gesto di oggi”. Ma, si sa, ormai in Italia qualunque forma di dubbio pre-socratico viene subito etichettato come “complottista”. In Italia predominano le persone dall’intelligenza a senso unico. Soprattutto se giornali e televisione dicono una cosa, quella deve essere e basta! Del resto, è anche grazie alla grande presenza di persone prive di dubbi he l’Italia, oggi, è quella che è…

Foto tratta da Casteddu Online

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