Agricoltura

I prezzi del grano duro sono in crescita: e tra un po’ arriveranno a 40 euro al quintale. Parla Mario Pagliaro

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  • I fatti stanno confermando su tutta la linea le previsioni sui prezzi del grano formulate dal chimico del Cnr e appassionato di climatologia
  • Nelle enormi pianure del Nord America la produzione di grano è in calo
  • “Chi può deve vendere il grano non adesso, ma nel prosieguo dell’anno”
  • “Il pastazzo di agrumi verrà presto utilizzato per produrre pectina e cellulosa” 

I fatti stanno confermando su tutta la linea le previsioni sui prezzi del grano formulate dal chimico del Cnr e appassionato di climatologia

Siamo tornati ad intervistare Mario Pagliaro. Il chimico del Cnr appassionato di climatologia, due anni fa, mentre stampa e tv parlavano di crollo dei prezzi del grano, è stato fra i primi a prevedere un forte aumento dei prezzi di questo cereale. Tesi controcorrente che ha ribadito nel Gennaio del 2020. Nel Maggio di quest’anno i fatti gli hanno dato ragione, fatti legati a previsioni esatte sull’andamento climatico. Il 4 Luglio scorso è iniziata la crescita sostenuta del prezzo del grano. Oggi torniamo con lui a fare il punto della situazione.

Siamo quasi alla fine del raccolto. Come va con i prezzi del frumento?

“Il prezzo del grano duro ha già raggiunto a Foggia il 15 Luglio la soglia dei 330 euro a tonnellata (qui un approfondimento). E 337 a Napoli, ovvero in Campania dove sorgono i migliori pastificio italiani e un’enorme industria molitoria. In Puglia, la produzione è in forte calo. L’unica regione in Europa Occidentale a non registrare quest’anno un calo produttivo è la Sicilia, dove la produzione potrebbe avvicinarsi a 1 milione di tonnellate”.

Nelle enormi pianure del Nord America la produzione di grano è in calo

In pratica, vengono smentite tutte le previsioni di un calo dei prezzi?

“I prezzi non faranno che crescere, settimana dopo settimana, man mano che emerge come la produzione nella piccola Europa occidentale e nelle enormi pianure del Nordamerica sia di molto inferiore alle attese”.

Siamo alle soglie di Agosto. Lei ha previsto che il prezzo del grano supererà i 400 euro a tonnellata, ovvero 40 al quintale. Sarà davvero così?

“Ieri il prezzo a Foggia ha già toccato i 350 euro (https://agronotizie.imagelinenetwork.com/agricoltura-economia-politica/2021/07/22/grano-duro-a-350-euro-alla-tonnellata-sui-massimi/71211). Foggia è di gran lunga la piazza del mercato nazionale più importante. Se i prezzi sono così elevati a fine Luglio, con la massima disponibilità di grano appena raccolto, quando gli agricoltori hanno l’esigenza di vendere per remunerare il proprio lavoro di un anno, è facile capire cosa accadrà ai prezzi fra qualche mese quando la disponibilità di grano, specialmente di grano duro di qualità, sarà rapidamente calata”.

Un secco aumento del prezzo.

“Praticamente sì”.

“Chi può deve vendere il grano non adesso, ma nel prosieguo dell’anno”

Senta, lei grazie alle sue previsioni rese pubbliche attraverso i social è diventato un benemerito fra gli agricoltori siciliani. Cosa devono fare i cerealicoltori della nostra Isola?

“Chi può deve vendere il grano non adesso, ma nel prosieguo dell’anno. Poi, i maggiori produttori dovrebbero consorziarsi come hanno fatto i produttori di mele in Trentino, per evitare che alcuni, spinti dal bisogno, possano vendere ad un prezzo più basso di quello che potrebbero conseguire uniti. Già adesso, in ogni caso, gli agricoltori siciliani stanno conoscendo grandi soddisfazioni”.

Qual è la situazione a livello internazionale?

“È semplice. Persino la Russia, maggiore produttore mondiale, ha imposto una quota alle esportazioni, sottoponendo a dazi la quota autorizzata per l’export. Dall’Algeria all’Egitto i Paesi del Nordafrica, ricchissimi di gas naturale e petrolio, stanno pagando il grano acquistato nelle aste internazionali a prezzi mai raggiunti negli ultimi 15 anni”.

Lei ha spiegato le sue previsioni basandole sulle piogge e il freddo che avrebbero reso difficile la coltivazione del grano in buona parte dei Paesi cosiddetti sviluppati. Cosa accadrà adesso in Sicilia?

“In Sicilia ogni metro quadro di terreno agricolo è diventato cruciale per il fabbisogno agricolo italiano. Vale per il grano, ma anche per l’olio di oliva, l’uva, gli agrumi e persino molti frutti come il ficodindia ormai consumato in tutta Italia. Non c’è e non ci sarà alcuno spazio per il fotovoltaico sui campi agricoli. I prezzi delle derrate agricole di qualità coltivati nella nostra Isola, tracciabili, sono tutti in forte aumento. E questo ha fatto aumentare drasticamente il valore dei terreni. Molti terreni fino a pochi anni fa abbandonati per mancanza di redditività vengono oggi ripresi e preparati nuovamente per la semina. In breve, l’agricoltura è e sempre più sarà l’asse principale dell’intera economia siciliana”.

“Il pastazzo di agrumi verrà presto utilizzato per produrre pectina e cellulosa” 

Quindi lei consiglierebbe ai giovani di dedicarsi all’agricoltura senza temere che poi il crollo dei prezzi dovuto alle importazioni indiscriminate li colpisca?

“L’arrivo di ortofrutta di qualità discutibile dall’universo mondo  un problema. Ma la realtà sta mutando. I consumatori si vanno orientando sulla qualità. Il fatto che la qualità della frutta sia diventato uno degli argomenti più trattati dai mezzi d’informazione che si occupano specificatamente di frutticoltura deve fare riflettere. Per la frutta di qualità non solo non ci sarà più alcun calo dei prezzi, ma i giovani agricoltori siciliani venderanno anche i sottoprodotti delle loro colture. So che non ci crederà, ma l’intera produzione annuale di pastazzo di agrumi sarà presto usata per produrre pectina e cellulosa. Pectina che si produrrà anche dagli scarti del ficodindia insieme alla betanina, un prezioso colorante rosso solubile in acqua. Come gli antociani dalle vinacce. Molte delle tecnologie le abbiamo sviluppate noi in Italia, fra Sicilia e Toscana, dove fioriscono formidabili settori agricoli e agroforestali”.

Foto tratta da Sicilia Fan

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