Il CGA mette fine alla bella vita di Sicilacque spa, una delle invenzioni più assurde imposte alla Sicilia dal regime liberista-europeista

16 luglio 2021
  • Ancora una volta deve essere la Magistratura a intervenire in sostituzione della politica, a difesa dei cittadini 
  • La presa di posizione di Federconsumatori Sicilia che punta a predisporre eventuali azioni legali al fine di estendere i rimborsi a tutti gli utenti del Servizio Idrico Integrato, in tutto il territorio siciliano.
  • L’intervento del Forum siciliano dei movimenti per l’Acqua e i Beni Comuni
  • Dov’erano i difensori dell’acqua pubblica in Sicilia nei nove anni in cui la Regione è stata governata dal centrosinistra? E cos’hanno fatto i grillini siciliani dal 2012 ad oggi? 

Ancora una volta deve essere la Magistratura a intervenire in sostituzione della politica, a difesa dei cittadini 

Era l’Ottobre del 2019 quando, riprendendo un post di Arcangelo Mazza, sintetizzavamo in poche righe il ruolo di Sicilacque spa in Sicilia, una società mista classificata come “imprese pubblica”, costituita dal 75% da privati e dal 25% dalla Regione siciliana, che nel 2004 ha sostituito l’EAS, l’Ente Acquedotti Siciliani nella gestione del servizio di captazione, accumulo, potabilizzazione e adduzione dell’acqua del cosiddetto sovrambito (grandi condotte, dighe, potabilizzatori): “L’acqua costa 7 cent, Sicilacque compra a 70 cent e a noi la rivende a 360 cent. Semplicemente busuness”. Sulla pelle dei cittadini siciliani. In pratica, nel nome del liberismo sfrenato imposto da un’Unione europea di massoni, predoni e banditi, nel 2014, ai tempi del Governo regionale di Totò Cuffaro, la Regione siciliana ha ceduto il sovrambito a una società controllata per il 75% dai privati che vende ai siciliani l’acqua che è già dei siciliani. Geniale! Ora, però, a quanto pare, questo babbio che va avanti dal 2014, come racconta un comunicato della Federconsumatori Sicilia finiu: “Il Consiglio di Giustizia Amministrativa (CGA), con sentenza pubblicata in data 8 Luglio 2021, ha annullato le due delibere della Regione con le quali venivano aggiornate le tariffe del Servizio Idrico Integrato per il periodo 2016-2019 di Siciliacque spa. La sentenza conferma quanto  Federconsumatori Sicilia e Forum siciliano dei movimenti per l’Acqua e i Beni Comuni ripetono da anni: va soppresso il ‘sovrambito’, meccanismo tramite cui Siciliacque spa vende l’acqua all’ingrosso. La sentenza conferma anche che la tariffa applicata in base alla Convenzione con la Regione siciliana era troppo alta”.

La presa di posizione di Federconsumatori Sicilia che punta a predisporre eventuali azioni legali al fine di estendere i rimborsi a tutti gli utenti del Servizio Idrico Integrato, in tutto il territorio siciliano.

Così, proprio perché non siamo giuristi, ma semplici cittadini: se la Regione siciliana detiene il 25% di Sicilacque spa a che titolo aggiornava le tariffe? “Secondo il CGA, poi – leggiamo sempre nel comunicato di Federconsumatori Sicilia – le tariffe devono essere stabilite dagli Ambiti Territoriali Ottimali (ora Assemblee Territoriali Idriche – ATI) e non dalla Regione siciliana. Quindi le tariffe
idriche dell’acqua all’ingrosso non possono essere decise né da una Convenzione, né dal governo regionale, ma dalle ATI e dall’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA)”. Aggiunge il presidente di Federconsumatori Sicilia: “La nostra organizzazione  monitorerà le ATI dei territori interessati dagli effetti della sentenza affinché si attivino nel più breve tempo possibile per richiedere le maggiori somme versate a Siciliacque dal 2016 al 2019”. La Consulta Giuridica Regionale di Federconsumatori Sicilia, inoltre, sta studiando la possibilità di predisporre eventuali azioni legali al fine di estendere i rimborsi a tutti gli utenti del Servizio Idrico Integrato, in tutto il territorio siciliano.

L’intervento del Forum siciliano dei movimenti per l’Acqua e i Beni Comuni

C’è anche un comunicato del  Forum siciliano dei movimenti per l’Acqua e i Beni Comuni: “La sentenza del Consiglio di Giustizia Amministrativa (CGA) dell’8 Luglio 2021 conferma appieno quella già emessa dal Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) nel 2020. Siciliacque e la Regione non hanno alcun titolo in materia di tariffa idrica. Illegittime le delibere della Regione che hanno aggiornato le tariffe di Siciliacque dal 2016 al 2019, illegittimo che la società, partecipata per il 25% dalla Regione e per il 75% dalla multinazionale francese Veolia che gestisce il cosiddetto sovrambito voluto da Cuffaro nel 2004, continui a gestire reti, impianti ed infrastrutture che le leggi nazionali e regionale attribuiscono invece ai gestori d’Ambito provinciale”. Prendersela solo con l’ex presidente Cuffaro è troppo facile e comodo. DPer nove anni la Regione siciliana è stata amministrata dal centrosinistra che non ha mosso un dito per porre fine all’assurdità di Sicilacque spa, soluzione che è stata imposta alla Sicilia da una logica liberista e coloniale dell’Unione europea. “Da molti anni il Forum siciliano dei movimenti per l’Acqua e i Beni Comuni sostiene che la legge va applicata, che il contratto di gestione di Siciliacque va verificato e risolto perché in contrasto con la normativa nazionale, D. Lgs. 152/2006 ~Testo Unico Ambiente~ e con la legge 19/2015 vigente che al comma 5 dell’articolo 3 recita che la gestione delle infrastrutture, servizi, sistemi acquedottistici relativi al servizio idrico integrato (opere di captazione, accumulo, potabilizzazione e adduzione) è affidata alle nove ATI. Nella legge la gestione del sovrambito è citata soltanto all’art. 6 laddove impegna il Presidente della Regione sulla valutazione della sussistenza dei presupposti per la risoluzione anticipata del contratto con Siciliacque”.

Dov’erano i difensori dell’acqua pubblica in Sicilia nei nove anni in cui la Regione è stata governata dal centrosinistra? E cos’hanno fatto i grillini siciliani dal 2012 ad oggi? 

“La sentenza del CGA – prosegue la nota del Forum siciliano dei movimenti per l’Acqua – conferma e sostanzia dal punto di vista legale e giuridico la richiesta del Forum di risolvere un contratto che ha comportato dal 2004 ad oggi costi abnormi per le casse della Regione e per la collettività. La legge vigente, in ossequio all’esito dei Referendum del 2011, definisce all’art. 1 l’acqua ‘bene comune pubblico non assoggettabile a finalità lucrative’; nell’art.2 che ‘la legge si prefigge l’obiettivo di definire i principi per la tutela, il governo pubblico e partecipativo della gestione delle acque… e disciplina altresì funzioni e compiti per il governo pubblico del ciclo integrato dell’acqua’, mentre l’art.4 afferma che ‘la gestione del SII è realizzata senza finalità lucrative’”. Tutto vero: ma non non ricordiamo imponenti manifestazioni di piazza manifestazioni di piazza del Forum siciliano dei movimenti per l’Acqua e i Beni Comuni ai tempi dei Governi di Raffaele Lombardo e di Rosario Crocetta, entrambi di centrosinistra. Di più: quando nel Novembre del 2012 si è insediato il Governo regionale siciliano di Rosario Crocetta il centrosinistra esprimeva anche la presidenza dell’Assemblea regionale siciliana. Era stato depositato presso il parlamento dell’Isola un disegno di legge d’iniziativa popolare per recepire il risultato del referendum sull’acqua pubblica del 2011, per passare, in Sicilia, alla gestione dell’acqua pubblica. Il disegno di legge d’iniziativa popolare è stato affossato dalla vecchia politica siciliana al gran completo, con in testa il centrosinistra allora maggioritario. Né ricordiamo una battaglia parlamentare da parte dei grillini – entrati all’Ars con 15 deputati poi diventati 14 – per mettere in discussione il disegno di legge sull’acqua pubblica d’iniziativa popolare. La verità è che nella legislatura regionale 2012-2017 non c’era una sola forza politica in Assemblea regionale siciliana interessata alla gestione dell’acqua pubblica. Il resto sono chiacchiere. Anche nell’attuale legislatura, in materia di acqua pubblica, la politica siciliana è latitante. Ad Agrigento è stata la Magistratura a scoperchiare il pentolone di Girgenti Acque, con i politici agrigentini in precipitosa fuga dal pentolone… E oggi, su Sicilacque, è sempre la Magistratura che sta intervenendo, non certo una politica siciliana ascara, affaristica e banditesca.

A dieci anni di distanza torna di moda la volontà popolare nella gestione dell’acqua: meglio tardi che mai…

“Non ci sono più alibi – dicono oggi gli amici del Forum siciliano dei movimenti per l’Acqua – è evidente che la legge 19/15, che ha passato il vaglio della Corte Costituzionale, va applicata e non modificata come più volte annunciato dalla Regione per continuare a favorire gli interessi di una multinazionale che in Sicilia certamente non ha fatto e non farà beneficienza. È del tutto evidente che i privati gestiscono i servizi pubblici locali per fare profitto, è altrettanto evidente che solo le gestioni interamente pubbliche e partecipative possono assicurare un servizio efficace, efficiente ed economico. Il Forum chiederà un nuovo incontro con l’assessore regionale all’Energia e servizi di pubblica utilità, Daniela Baglieri, per affrontare, nel merito del rispetto della legge, tutte le questioni che da anni sollecita a livello territoriale e regionale. L’invito a tutti i Sindaci siciliani riuniti nelle nove ATI è a costituire Aziende speciali consortili, cioè enti di diritto pubblico, quali soggetti gestori d’ambito. Dopo la sentenza del CGA si chiede alla Regione di rispettare la legge e la volontà popolare”. A dieci anni di distanza torna di moda la volontà popolare nella gestione dell’acqua: meglio tardi che mai… Un paio di domande: l’Unione europea ultraliberista consentirà mai alla Sicilia di passare alla gestione pubblica dell’acqua? E i francesi accetteranno di uscire di scena?

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