Persino il TAR Sicilia, che, di solito, dà sempre ragione al Comune di Palermo, questa volta ha dato torto al sindaco del capoluogo della Sicilia, annullando l’ordinanza blocca-movida. Eh sì, il primo cittadino ha provato a mandare a letto presto i ragazzi e i titolari dei locali dove si mangia e beve fino a notte fonda. Leoluca Orlando – che qualche mese fa con un’ordinanza aveva bloccato perfino la vendita del vino nei supermercati dalle 18,00 in poi, avrebbe voluto bloccare la vendita di cibi e bevande a mezzanotte e mezza, imponendo la chiusura delle attività all’una. Ovviamente, i ragazzi – come si usa dire oggi a Palermo – sinni stavanu futtennu e restavano a sbevazzare fino alla mattina, sostenuti dai cibi e dalle bevande messe a disposizione dagli abusivi. Insomma, gli unici a pagare per il regime terapeutico che va tati di moda nel nome del virus, sarebbero stati i titolari dei locali. Che hanno presentato ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) della Sicilia, rappresentanti dagli avvocati Angelo Vassallo, Giuliana Sapienza e Sandro Di Carlo. Questi ultimi debbono essere stati bravi e convincenti, sia perché – ribadiamo – a Palermo, da quasi 40 anni, Leoluca Orando ha ragione a prescindere, sia perché il giudice del TAR, Nicola Maisano, presidente della seconda sezione del TAR – giudice noto per la sua preparazione – ha dato ragione ai ricorrenti.
Sul Giornale di Sicilia on line leggiamo una dichiarazione del giudice Maisano: “Il provvedimento impugnato introduce significative limitazioni allo svolgimento di attività che godono di copertura costituzionale, libertà individuale e libertà di attività economica, e che lo strumento utilizzato dal Comune di Palermo non appare in linea di principio adeguato alla tutela dell’interesse che ha determinato l’adozione del provvedimento impugnato”. Insomma, hanno ragione i titolari dei locali del capoluogo siciliano, che adesso potranno tornare a competere con gli abusivi della notte panormita. E il nuovo regime terapeutico? Via, in estate il virus e le sue varianti ci sono sempre, ma sono anche loro in fase di relax. Come si dice sempre nella lingua siciliana, che sta tornando di moda, ‘nni viremu a arrifriscata e comu finisci si cunta. P’accamora manciari, biviri e divertimenti. E po’ si viri!