Inchiesta Girgenti Acque: tutti i Comuni dell’Agrigentino si costituiranno parte civile al processo?

26 giugno 2021
  • L’inchiesta della Procura di Agrigento ha toccato tutti i punti nevralgici di una società nata male e cresciuta peggio
  • E’ stato soprattutto il PD renziano ad affossare la possibilità di un ritorno alla gestione pubblica dell’acqua in Sicilia
  • In verità il presidente Crocetta non era contrario alla gestione pubblica dell’acqua. Ma…
  • Quanto il Governo Lombardo mandò i commissari nei Comuni ‘ribelli’ dell’Agrigentino
  • La parola adesso passa ai Comuni della provincia di Agrigento. Che dovranno giocare a carte scoperte

L’inchiesta della Procura di Agrigento ha toccato tutti i punti nevralgici di una società nata male e cresciuta peggio

Sul ‘Circo equestre’ di Girgenti Acque’ la politica regionale al gran completo, nessuna forza politica esclusa, è riuscita a dare il peggio del peggio. Sarà interessante capire cosa faranno le amministrazioni comunali di questa provincia quando toccherà a loro. Per chi, come noi, scrive di Girgenti Acque dal lontano 2011, l’inchiesta della Procura della Repubblica di Agrigento non può che essere salutata positivamente. Da quanto abbiamo letto qua e là, il procuratore della Repubblica, Luigi Patronaggio, e i pubblici ministeri hanno lavorato quattro anni a una vicenda che definire tormentata è un eufemismo. Noi non ci occupiamo quasi mai di cronaca giudiziaria: al massimo, ci limitiamo a commentare gli eventi e quello che leggiamo qua e là. E siccome un po’ la storia di Girgenti Acque la conosciamo, avendo raccolto, negli anni, le lamentele di tanti cittadini e avendo raccontato – sempre negli anni – tante storie di questa società-assumificio al servizio permanente ed effettivo della politica, non possiamo non segnalare la precisione di un’inchiesta giudiziaria che ha toccato tutti i punti nevralgici senza guardare in faccia nessuno. In un Paese dove la verità viene spesso tirata di qua e di là, prendere atto che la Giustizia va al cuore di una vicenda in modo preciso è messaggio di grande serenità.

E’ stato soprattutto il PD renziano ad affossare la possibilità di un ritorno alla gestione pubblica dell’acqua in Sicilia

Gli aspetti nevralgici di questa società sono tanti. Il principale è legato a una legge ispirata dall’Unione europea dell’euro – legge sbagliata come tutte degenerazioni liberiste – che ha imposto la gestione privata dell’acqua. Impostazione sovvertita dal referendum sull’acqua pubblica del 2011 – vinto dai sì alla gestione pubblica dell’acqua – che avrebbe dovuto ‘cassare’ la gestione privata. Noi ricordiamo benissimo cosa avvenne dopo le elezioni regionali siciliane del 2012. Il Movimento 5 Stelle entrò in Assemblea regionale siciliana con 15 deputati (subito passati a 14). Noi ci aspettavamo, proprio dai grillini, un’accelerazione per il ritorno all’acqua pubblica. Ma questa accelerazione non c’è stata. E’ stato questo il primo segnale che qualcosa, nel Movimento 5 Stelle siciliano, non funzionava. I Comitati per l’acqua pubblica presentarono un disegno di legge d’iniziativa popolare. Ma il centrosinistra – che allora esprimeva il presidente della Regione, Rosario Crocetta, e la maggioranza nel Parlamento dell’Isola – ha di fatto insabbiato il disegno di legge di iniziativa popolare. Noi non ricordiamo manifestazioni di piazza dei protagonisti dell’acqua pubblica contro il Governo regionale guidato dal PD e contro una presidenza dell’Ars che non ha mai messo in discussione il disegno di legge sull’acqua pubblica d’iniziativa popolare. Queste è storia e non può essere smentita.

In verità il presidente Crocetta non era contrario alla gestione pubblica dell’acqua. Ma…

In verità, il presidente Crocetta non era contro il ritorno alla gestione pubblica dell’acqua: ma il suo partito – il PD – era per il mantenimento della gestione privata dell’acqua. Tendenza che si è accentuata quando alla segretaria nazionale del Pd è arrivato Matteo Renzi. Noi, allora, eravamo in rete con Link Sicilia. Abbiamo condotto una battaglia per l’acqua pubblica. In effetti il presidente Crocetta è riuscito a far approvare dal Parlamento siciliano un testo in verità un po’ confuso; ed era una confusione creata ad arte per dare modo al Governo nazionale di impugnare la legge siciliana e lasciare l’acqua nelle mani dei privati (peraltro, non ricordiamo una battaglia in Corte Costituzionale). Noi, questi fatti, li abbiamo raccontati dal punto di vista politico e parlamentare; Live Sicilia – prendendo spunto dall’inchiesta della Procura di Agrigento – li racconta scendendo nei particolari, con nomi e cognomi dei dirigenti del PD. Raccontiamo questi fatti per ricordare a certi dirigenti del PD siciliano, che oggi si stracciano le vesti perché dicono di essere favorevoli alla gestione pubblica dell’acqua, che sono stati loro, negli anni del Governo Crocetta, a bloccare il ritorno alla gestione pubblica dell’acqua in Sicilia. 

Quanto il Governo Lombardo mandò i commissari nei Comuni ‘ribelli’ dell’Agrigentino

Ebbene, la vicenda di Girgenti Acque si snoda dentro una battaglia politica perduta dai fautori dell’acqua pubblica in Sicilia. Proprio nella provincia di Agrigento lo scontro è stato durissimo. Ricordiamo che non tutti i Comuni di questa provincia si sono rassegnati a cedere gli impianti idrici a Girgenti Acque. Se non ricordiamo male, il Governo siciliano di centrosinistra di Raffaele Lombardo mandò addirittura i commissari in questi Comuni ribelli dell’Agrigentino che si rifiutavano di consegnare gli impianti a Girgenti Acque; per tutta risposta, sindaci e cittadini ‘cacciarono’ via i commissari del Governo Lombardo (qui trovare un nostro articolo). Noi ricordiamo quei giorni perché in questa battaglia c’era – e non poteva mancare visto che eravamo nell’Agrigentino – un tocco pirandelliano: ovvero politici che, ad Agrigento, chiedevano ‘posti’ ai ‘capi’ di Girgenti Acque; quando poi si recavano nei Comuni ‘ribelli’ dell’Agrigentino salivano sulle barricate contro Girgenti Acque che reclamava gli impianti… 

La parola adesso passa ai Comuni della provincia di Agrigento. Che dovranno giocare a carte scoperte

Siamo arrivati al punto cruciale della storia di Girgenti Acque: i Comuni. Come già ricordato, ci sono stati Comuni dell’Agrigentino che hanno contestato Girgenti Acque e si sono gestiti l’acqua per i fatti propri; mentre i cittadini dei Comuni gestiti da Girgenti Acque hanno lamentato per anni bollette ‘salate’ e disservizi. Bene, siccome ci dovrebbe essere un processo, ci chiediamo e chiediamo: tutti i Comuni dell’Agrigentino si costituiranno parte civile? Ce lo chiediamo anche alla luce del fallimento politico del Movimento 5 Stelle in Sicilia, se è ero che quasi tutti i Comuni di questa provincia, ancora oggi, esprimono sindaci riconducibili alla vecchia politica siciliana: quella vecchia politica dove certi parlamentari – come già ricordato – davano un colpo al cerchio e uno alla botte… L’apertura del processo con le costituzioni di parte civile sarà un momento importante: un momento in cui i tanti ‘giocatori’ del ‘Circo equestre’ Girgenti Acque dovranno cominciare a scoprire le carte.

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