Il Covid, la povertà nel Nord più che al Sud. E il tramonto di Berlusconi nel Meridione e in Sicilia

21 giugno 2021
  • I nostri amici nordisti, invidiosi e rapaci, hanno capito che la Ue dell’euro a ‘trazione’ tedesca sta trasformando il Nord Italia nella periferia della Mitteleruropa. E pensano  di salvarsi scippando fondi a Sud e Sicilia. Ma non si salveranno
  • Gli scippi a Sud e Sicilia programmati dal Nord: Recovery Plan, Autonomia differenziata e FEARS
  • Berlusconi ha preso per i fondelli Sud e Sicilia per un ventennio (facendo anche ‘altre cose’): oggi al suo posto ci sono i partiti che sostengono il Governo Draghi

I nostri amici nordisti, invidiosi e rapaci, hanno capito che la Ue dell’euro a ‘trazione’ tedesca sta trasformando il Nord Italia nella periferia della Mitteleruropa. E pensano  di salvarsi scippando fondi a Sud e Sicilia. Ma non si salveranno

In Lombardia, in Veneto, in Piemonte, in Liguria, in Emilia Romagna hanno scoperto l’acqua calda: e cioè che la pandemia ha creato più povertà nel Nord Italia rispetto al Sud. Non è che ci volessero tre o quattro lauree per capirlo. Però dobbiamo considerare che al Nord non hanno mai avuto grande intuizione per l’economia legata alla realtà. Questi signori hanno cominciato a drenare risorse finanziarie e umane a Sud e Sicilia dai tempi di Cavour e per loro è assodato che debbono stare bene, anche a spese di Sud e Sicilia. Dall’avvio della cosiddetta Seconda Repubblica il divario economico e infrastrutturale tra Nord e Sud – che si era un po’ attenuato negli anni della Prima Repubblica – è tornato a crescere. E continua a crescere. Il Covid – questa è storia nota – ha colpito e continua a colpire di più il Nord che il Sud. Questo avviene per due motivi. In primo luogo, perché il Nord è quasi tutto inquinato: e si è visto che i virus ‘viaggiano’ non soltanto con le persone, ma anche con gli agenti inquinanti presenti nell’atmosfera. In secondo luogo, perché il Sud è già povero e la pandemia ha colpito quel poco di economia che c’è nel Sud ma, in proporzione, ha fatto molti più danni all’economia del Nord Italia, che è molto più sviluppata rispetto all’economia del Sud. Insomma, nel Sud  c’è già la povertà e, di solito, come si usa dire dalle nostre parti, un po’ fari chiù scuru i menzannotti, ovvero chi è già povero rimane tale e quale. Mentre al Nord, dove sono sempre stati bene, la ‘botta’ è stata ed è ancora forte. In più al Nord stanno cominciando a capire di essere diventati la periferia della Mitteleuropa. E pensano – e forse non sbagliano – che la Ue dell’euro a ‘trazione’ tedesca farà fare al Nord la fine che il Nord ha fatto fare al Sud Italia.

Gli scippi a Sud e Sicilia programmati dal Nord: Recovery Plan, Autonomia differenziata e FEARS

Il Nord si sta già ‘industriando’ per recuperare con tre iniziative a spese di Sud e Sicilia. 1) Con la complicità del Governo Draghi e dei partiti che appoggiano lo stesso esecutivo ha messo in cantiere lo scippo a Sud e Sicilia di 70 miliardi di euro di Recovery Plan. 2) Ha già di fatto approvato lo scippo di un bel po’ di fondi agricoli (leggere FEARS). 3) Sta riproponendo con la Ministra di Forza Italia Maria Stella Gelmini l’Autonomia differenziata per drenare alle Regioni del Sud altri 70 miliardi di euro all’anno. La cosa incredibile è che tutto questo sta avvenendo con la complicità dei Governi delle Regioni del Sud, amministrate dai partiti politici nazionali (Lega, PD, Movimento 5 Stelle, Forza Italia, Italia Viva di Renzi e Liberi e Uguali) che vogliono continuare a prendere voti nel Sud e in Sicilia massacrando i cittadini di Sud e Sicilia. Nella testa dei nostri amici del Nord, il Sud e la Sicilia sono il ‘bancomat’ dello stesso Nord. Il Covid ha creato problemi al Nord? Scippiamo risorse a Sud e Sicilia per ‘riequilibrare’. E a cosa servono gli attuali governanti delle Regioni del Sud e della Sicilia? A consegnare le risorse del Sud e della Sicilia al Nord. Per carità: nulla di nuovo: è stato così subito dopo la ‘presunta’ unità d’Italia: è stato così ai tempi di Crispi: è stato così ai tempi di Giolitti: è stato così ai tempi del fascismo. La tendenza si è un po’ invertita – come abbiamo già ricordato – nella Prima Repubblica. Ma a partire dal 1993 – anno in cui il Sud e la Sicilia si ‘consegnano’ a Berlusconi – la situazione, per Sud e Sicilia, è tornata a peggiorare.

Berlusconi ha preso per i fondelli Sud e Sicilia per un ventennio (facendo anche ‘altre cose’): oggi al suo posto ci sono i partiti che sostengono il Governo Draghi

Nei tanti processi che noi non seguiamo, se non da semplici lettori, si accapigliano sul ruolo di Forza Italia nel nostro Paese negli anni subito successivi alle stragi del 1992. Noi non entriamo nel merito dei processi penali, ma un fatto politico, per noi che siamo osservatori politici di lungo corso, è nelle cose: il ruolo di Forza Italia nel Sud e in Sicilia, a partire dal 1993, è stato centrale. Se non ricordiamo male, negli anni ’90 tanti personaggi della DC e del Psi sono finiti con Berlusconi. Dagli anni di Francesco Crispi al 1992 non sono stati solo angeli a gestire Sud e Sicilia… Per un ventennio Berlusconi, con grandissima abilità, è riuscito a prendere i voti – tanti voti – di meridionali e siciliani penalizzando il Meridione e la Sicilia. Berlusconi non ha inventato nulla: ha fatto quello che hanno fatto prima di lui Crispi, Giolitti e, per certi versi, anche il regime fascista: utilizzare i politici del Sud e della Sicilia per portare acqua al Nord, penalizzando Sud e Sicilia. Oggi Forza Italia sta scomparendo insieme con il suo leader. Ma lo schema non è mutato: i citati Lega, PD, Movimento 5 Stelle, ciò che resta di Forza Italia, Italia Viva di Renzi e Liberi e Uguali stanno utilizzando i voti che hanno nel Sud e in Sicilia per penalizzare Sud e Sicilia.

Però, rispetto al passato, nel Sud e in Sicilia  ci sono alcune novità culturali e, si spera, anche politiche

Rispetto a uno schema che si ripete con variazioni sul tema dalla fine dell’800 ci sono, però, alcune novità. La più importante è la nascita del Movimento 24 Agosto per l’Equità territoriale di Pino Aprile. Poi la nascita di vari movimenti in tutto il Sud, dalla Campania alla Sicilia. Per ora è un insieme di soggetti politici magmatici che, piano piano, si vanno evolvendo. Aiutati dalla voglia di tanti cittadini del Sud di conoscere la propria storia a partire dalla disgraziata unità d’Italia del 1860-1861. Se, ad esempio, fino a qualche tempo fa la parola ‘Neoborbonici’ era qualcosa a metà strada tra l’ironia e lo scherno, oggi questa parola suscita curiosità tra la gente del Sud e della Sicilia in tutte le fasce d’età. Carlo Alianello, Nicola Zitara – per citare solo due esempi di intellettuali e scrittori che hanno raccontato la contro-storia del Risorgimento nel Sud e in Sicilia – cominciano ad entrare nell’immaginario di tanti meridionali e di tanti siciliani. In Sicilia l’Autonomia, fino a qualche anno fa denigrata anche da chi non ne conosceva la storia, oggi comincia ad essere oggetto di attenzione e di studio. La realtà, nel Sud e in Sicilia, sta cambiando. Libri come Terroni di Pino Aprile sono finiti nelle mani di milioni di cittadini del Sud e della Sicilia. Che si sono posti, increduli, due semplici domande: “Ma è vero quello che si racconta in questo libro?”. E poi: “Ma cosa ci hanno raccontato fino ad oggi?”. Sì, anche se lentamente, la realtà di Sud e Sicilia sta cambiando. Cresce – ribadiamo: lentamente – la consapevolezza che quando nel Sud e in Sicilia si parlava di letteratura, di poesia e di filosofia, in certe zone del Nord si occupavano delle mucche e del latte…

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