80 Comuni siciliani in dissesto, altri 83 Comuni in pre-dissesto, quasi tutti senza bilanci 2021. Chi dovrebbe pagare gli ASU?

9 giugno 2021
  • In questo marasma finanziario che travolge i Comuni dell’Isola l’Ars ha pensato bene di far pagare agli stessi Comuni isolani la stabilizzazione dei precari ASU. E i soldi dove sono? 
  • Paolo Amenta, ANCI Sicilia: “La Regione vuole stabilizzare gli ASU? Lo faccia con le proprie risorse finanziarie, non con le risorse dei Comuni”
  • Al sistema degli Enti locali siciliani mancano 2 miliardi di euro

In questo marasma finanziario che travolge i Comuni dell’Isola l’Ars ha pensato bene di far pagare agli stessi Comuni isolani la stabilizzazione dei precari ASU. E i soldi dove sono? 

Tutti a Roma, politici e sindacalisti siciliani, per difendere la stabilizzazione degli oltre 4 mila precari ASU. Tutti tranne chi – dopo la stabilizzazione – dovrebbe pagare gli stipendi per intero a questo personale: i Comuni della nostra Isola. Sì, avete letto bene: i Comuni siciliani, in questo momento senza soldi, dovrebbero pagare i soldi in più che spetterebbero ai precari ASU dopo la stabilizzazione. Infatti, è dal Fondo regionale per le autonomie locali (cioè i fondi dei Comuni siciliani) che dovrebbero arrivare i 20 milioni di euro per i precari ASU. Peccato che, in questo momento, 80 Comuni siciliani hanno già dichiarato il dissesto finanziario, 83 Comuni siciliani sono in pre-dissesto e quasi tutti i Comuni non hanno ancora approvato il bilancio 2021. I politici e i sindacalisti siciliani che stanno andando a Roma per perorare la causa della stabilizzazione dei precari ASU queste cose le sanno? Lo sanno che, dei 340 milioni di euro stanziati dalla Regione siciliana per finanziare il Fondo regionale per le autonomie locali (il riferimento è alla legge regionale di stabilità di quest’anno), fino ad oggi nelle ‘casse’ dei Comuni dell’Isola, non è arrivato nemmeno un euro? E siamo al 9 Giugno! Ammettiamo che la stabilizzazione dei precari ASU non venga impugnata dal Governo nazionale: dove sono i 20 milioni di euro per pagarli? 

Paolo Amenta, ANCI Sicilia: “La Regione vuole stabilizzare gli ASU? Lo faccia con le proprie risorse finanziarie, non con le risorse dei Comuni”

Altra domanda ai politici e ai sindacalisti: per quale motivo i soldi per pagare la stabilizzazione dei precari ASU debbono essere tolti alle risorse che servono ai Comuni per pagare i servizi ai cittadini? “Questa è la vera assurdità della legge regionale che ha stabilizzato i precari ASU – ci dice Paolo Amenta, vice presidente dell’ANCI Sicilia con delega alla questioni finanziarie dei Comuni -. Nulla da dire sui lavoratori ASU, soprattutto in un momento difficile come quello attuale. Incomprensibile, invece, è l’atteggiamento dell’Assemblea regionale siciliana che legifera, stabilizza il personale e lo mette economicamente a carico dei Comuni. La Regione si deve assumere le proprie responsabilità: vuole stabilizzare il personale precari ASU? Bene, ma lo faccia con le proprie risorse finanziarie, non con le risorse dei Comuni”. Per la cronaca, il Parlamento siciliano non ha deciso soltanto di far pagare ai Comuni i 20 milioni di euro per i precari ASU, ha assunto – sempre con legge – altri impegni di spesa mettendoli a carico del solito Fondo regionale per le autonomie locali (come abbiamo raccontato in questo articolo). Fatti quattro conti, di 340 milioni di euro destinati dall’Ars ai Comuni, per gli stesso Comuni ne rimarranno circa 240 (quando arriveranno, ovviamente).

Al sistema degli Enti locali siciliani mancano 2 miliardi di euro

Nelle scorse settimane abbiamo ricostruito la complessa situazione finanziarie dei Comuni siciliani proprio con Amenta:

Allora, Amenta, vogliamo illustrare come stanno le cose? Come si arriva al ‘buco’ di 2 miliardi di euro?

“Cominciamo dal 2020. Ebbene, nel 2020, nei conti dei Comuni siciliani mancano 115 milioni di euro per il pagamento delle rate dei mutui, 300 milioni di euro del Fondo perequativo legato alla pandemia e circa 100 milioni di euro del Fondo per le Autonomia Locali”.

I 74 milioni di euro erogati in questi giorni dal Governo regionale fanno parte del Fondo per le Autonomia locali?
“Questo devo ancora approfondirlo. Ma non è certo questa somma che risolverà i problemi. Per l’anno in corso – e siamo già a Maggio – mancano 115 milioni di euro per le rate dei mutui, 150 milioni di euro del Fondo per le Autonomia locali, 45 milioni di euro per gli ex articolisti stabilizzati. In più dal Fondo di solidarietà dello Stato non è arrivato a un euro. Se a questo si aggiunge il crollo della riscossione dei tributi da parte dei Comuni – IMU, rifiuti, acqua, suolo pubblico – il disastro finanziario è dietro l’angolo”.
Quanto vale il crollo del 50% della riscossione dei tributi da parte dei Comuni siciliani?

“Circa un miliardo di euro. Se gli aggiungiamo le risorse 2020 e 2021 che mancano si arriva a circa 2 miliardi di euro. Questi sono i soldi che mancano al sistema degli Enti Locali siciliano al Maggio 2021. Il resto sono chiacchiere”.

Perché questo crollo nella riscossione dei tributi?

“Perché è aumentata spaventosamente la povertà. Ci sono, è vero, anche i furbi. Ma chi vive nei territori, a contatto con la gente – ed è il caso di sindaci e amministratori comunali – sa che oggi, in Sicilia, c’è un preoccupante aumento della povertà”.

Scusi, ma come fanno i Comuni della nostra Isola ad andare avanti? 

“Indebitandosi con le banche con sempre più onerose scoperture di tesoreria. Fino a due anni fa i Comuni siciliani pagavano ogni anno circa 30 milioni di interessi. Non abbiamo ancora i dati ufficiali, ma abbiamo la sensazione che la cifra possa essere raddoppiata”.
(con Amenta abbiamo parlato spesso degli interessi pagati dai Comuni alle banche)

Ci saranno problemi, per i Comuni, ad approvare i Bilanci di previsione?

“Altro che! In tanti Comuni ci saranno anche problemi per chiudere il consuntivo 2020”.

Lei ha posto spesso il problema del costo dell’energia elettrica a carico dei Comuni. Ci spiega che sta succedendo, se è vero che pare ci sia il dubbio che alcuni Comuni stiano provando a risparmiare sull’illuminazione?

“La storia della fornitura di energia elettrica ai Comuni è incresciosa. E ho fatto più volte presente alla politica siciliana di intervenire a tutela dei cittadini. Lo scenario è il seguente. Già paghiamo l’energia elettrica maggiorata del 30%. Se un Comune non paga le bollette nei termini prestabiliti – e purtroppo succede spesso, perché i Comuni sono in molti casi in grande difficoltà – vengono trasferiti nel cosiddetto mercato di salvaguardia, con una maggiorazione dei costi del 40%. Se il Comune non paga il credito viene venduto alle società private di riscossione. Così cominciano le trattative, le sanzioni, gli interessi da far pagare agli ignari cittadini. Ti fanno una cortesia a non spegnere paesi e città. Ma bisogna pagare. E’ un sistema folle. Mentre a Roma discutono di ripartenza con il Recovery plan, nei territori Comuni vengono strozzati”.

Per pagare questi interessi si tagliano i servizi ai cittadini?

“Praticamente è così”.

Tutto queste cose le ha già dette a chi di dovere?

“Certo. Ne ho parlato all’ANCI e con i governanti della Sicilia”.

Reazioni?

“Fino ad oggi nessuna”.

Che previsioni fa?

“Brutte. La situazione finanziaria nei Comuni siciliani si aggrava. Mi auguro che la politica capisca”.

La politica ha capito? In Sicilia no, visto che politici e sindacalisti sostengono la stabilizzazione dei precari ASU facendo finta di non sapere chi dovrebbe pagarli. A Roma la vice Ministra dell’Economia, la grillina Laura Castelli, si sta interessando della questione. In genere, quando i grillini affrontano le vicende siciliane lo fanno con grande successo…

 

 

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