Otto navi cariche di grano estero in Puglia (in prevalenza canadese), crolla il prezzo del grano duro

5 giugno 2021
  • Passano gli anni, ma lo spettacolo è sempre lo stesso: al momento della raccolta del grano duro arrivano le navi cariche di grano duro estero per fare crollare il prezzo del grano duro del Sud Italia  
  • Su un milione e mezzo di quintali di grano duro arrivato con le navi in Puglia negli ultimi giorni, un milione di quintali è grano canadese
  • La denuncia della CIA pugliese
  • E se gli agricoltori di Puglia e Sicilia decideranno di non vendere il grano di quest’anno, aspettando la crescita del prezzo che dovrebbe materializzarsi il prossimo Inverno? 

Passano gli anni, ma lo spettacolo è sempre lo stesso: al momento della raccolta del grano duro arrivano le navi cariche di grano duro estero per fare crollare il prezzo del grano duro del Sud Italia  

Nel mercato internazionale il prezzo del grano – tenero e duro – è in ascesa. E siccome è iniziata la mieti-trebbiatura oplà!, come per magico incanto ecco che arrivano le ‘famigerate’ navi cariche di grano estero. A denunciarlo sono GranoSalus (associazione che raccoglie produttori di grano duro del Sud e della Sicilia e consumatori) e la Confederazione Italiana Agricoltori (CIA) della Puglia. Scrive sul proprio sito GranoSalus: “Negli ultimi dieci giorni nei porti pugliesi sono arrivate otto navi cariche di grano straniero prevalentemente canadese: sette a Bari, una a Barletta. In totale quasi 1,5 milioni di quintali. E’ la strategia usata ogni anno in prossimità della trebbiatura per far precipitare i prezzi del grano italiano nei listini. È speculazione. Solo la Commissione unica nazionale-Cun potrà attenuare queste manovre”. Il problema è che la Cun – istituita sulla carta con una legge nazionale nel 2016 – è rimasta, per l’appunto, sulla carta. Per l’approvazione della legge GranoSalus ha condotto una lunga battaglia. Il Movimento 5 Stelle – che nel 2016 era all’opposizione – è riuscito a far approvare la legge. Due anni dopo i grillini sono andati al Governo dell’Italia, ma la Cun è rimasta sempre sulla carta. “Il Ministero delle Politiche agricole fa capo alla Lega”, si diceva nel 2018. E la Lega era il tempo del primo Governo di Giuseppe Conte – non ha fatto nulla. Poi è arrivato il secondo Governo Conte. “Il Ministero delle Politiche agricole fa capo alla Lega”, si diceva durante il Governo Conte bis. E la Cun è rimasta sulla carta. Poi è arrivato il Governo di Mario Draghi – e siamo ai giorni nostri – con il grillini Stefano Patuanelli Ministro delle Politiche agricole. E la Cun? Esiste sempre sulla carta: e le speculazioni ai danni del grano duro del Sud e della Sicilia continuano. Anzi, il ministro grillino vorrebbe ‘alleggerire’ le agricolture delle regioni del Sud Italia di circa 2 miliardi di euro, altro che Cun! Grandiosi i grillini al Governo dell’Italia per Sud e Sicilia, no?

Su un milione e mezzo di quintali di grano duro arrivato con le navi in Puglia negli ultimi giorni, un milione di quintali è grano canadese

Intanto le navi estere cariche di grano estero scorrazzano alla grande. In Sicilia sono una costante, sotto gli occhi ‘distratti’ del Governo siciliano che in questo momento si occupa di altro (vedi gli impianti fotovoltaici al posto delle culture agricole!). Non parliamo di quello che succede in Puglia: “Grande affollamento di navi straniere nei porti pugliesi – leggiamo sul sito di GranoSalus -. Sono addirittura sette le imbarcazioni arrivate a Bari, cariche di grani esteri, in prevalenza canadese (oltre 1 milione di quintali), russo, ucraino, e dai porti europei di Francia e Grecia (circa mezzo milione di quintali). Un carico potrebbe creare sospetto: quello proveniente da Panama, dove non si coltiva grano, ma banane, cacao, caffè, canna da zucchero, tabacco e agrumi. Quattro sono ancora nel porto, mentre le altre tre sono ripartite da poco. Un’altra è arrivata a Barletta. Destinatari dei carichi: Casillo, Divella, Agrivieste, Lomagri ed altri due importatori: Cofco Srl e Amber Srl. Alcune associazioni di categoria si sono concentrate nei giorni scorsi su altri arrivi a Manfredonia, ma il grosso arriva a Bari” (nell’articolo di GranoSalus sono riportati anche i nomi delle navi cariche di grano arrivate nei porti pugliesi).

La denuncia della CIA pugliese

Di quello che sta succedendo nel porto pugliese di Manfredonia ha parlato la CIA pugliese per bocca di Michele Ferrandino, presidente di CIA Capitanata: “Appare evidente come in prossimità delle trebbiature, e quindi dell’immissione sul mercato del nuovo prodotto, si siano attivate le manovre speculative dei commercianti del grano attraverso la ripresa massiccia delle importazioni dall’estero”. Scrive FOGGIA TODAY: “Il problema riguarda tutta la Puglia, ed è messo in evidenza dal listino delle quotazioni cerealicole di Altamura, Bari e Foggia. Nel capoluogo dauno, rispetto ai valori del 17 Febbraio 2021, il grano duro ha perso complessivamente 10 euro alla tonnellata di valore: il 26 Maggio, il fino è stato quotato a 290-295 euro per tonnellata. Non va meglio a Bari, dove nelle ultime settimane il cereale di punta dell’agricoltura pugliese ha perso 8 euro sui minimi e 10 sui massimi rispetto alla miglior quotazione raggiunta la scorsa estate, attestandosi alla quota attuale di 288-291 euro per tonnellata. Stessa quotazione anche ad Altamura”. Tutto sommato, il prezzo del grano duro pugliese si è mantenuto intorno 28-29 euro al quintale; in Sicilia, dove la speculazione ribasso è più precisa, il prezzo del grano duro è bloccato intorno a 25 euro al quintale.  Sempre da FOGGIA TODAY riprendiamo una dichiarazione di Raffaele Carrabba, presidente di CIA Puglia: “C’è una questione centrale nell’agricoltura italiana ed è quella dello squilibrio tra il prezzo accordato ai produttori, sempre al di sotto di un livello che garantisca la giusta redditività alle aziende agricole, e i profitti crescenti degli anelli successivi delle filiere, vale a dire commercianti, industrie di trasformazione, Grande Distribuzione Organizzata. Il problema, infatti, non riguarda soltanto il grano ma tutte le produzioni. In questi giorni abbiamo messo in evidenza il meccanismo perverso che porta le nostre ciliegie a essere vendute fino a 16 euro al chilo nei supermercati del Nord, mentre ai produttori quelle stesse ciliegie sono pagate anche 10 volte di meno”. Ancora Carrabba: “Il mercato è libero e globalizzato, occorre tuttavia tutelare il futuro di una filiera strategica che troppo spesso è penalizzata dalle massicce importazioni dall’estero, con grano duro straniero che, per una serie di ragioni molto concrete, presenta diverse incognite dal punto di vista della qualità e della salubrità. Per limitare la tentazione di manovre speculative bisognerebbe valutare bene la possibilità di sospendere temporaneamente le importazioni in determinati periodi dell’anno”.

E se gli agricoltori di Puglia e Sicilia decideranno di non vendere il grano di quest’anno, aspettando la crescita del prezzo che dovrebbe materializzarsi il prossimo Inverno? 

Che dire? Che il tempo passa, ma non cambia nulla. In Sicilia governa il centrodestra di Nello Musumeci: il grano estero arriva e non gliene frega niente a nessuno. In Puglia governa il centrosinistra di Michele Emiliano: ma non leggiamo di interventi di questo esecutivo regionale in ordine alle navi cariche di grano che arrivano in Puglia. E allora? Per quello che sappiamo noi, il prezzo del grano, a livello internazionale, è in crescita perché la produzione mondiale è in calo. Ciò significa che le navi cariche di grano arrivate in questi giorni – come del resto segnalano GranoSalus e la CIA pugliese – servono esclusivamente a far abbassare il prezzo del grano. E se i produttori di grano duro pugliesi e siciliani decidessero di non vendere la produzione di grano duro di quest’anno, aspettando che il prezzo cresca? Potrebbe essere un’idea…

 

 

 

 

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