La ‘Transizione ecologica’ del Governo Draghi fatta di trivelle e, adesso, anche dal ritorno all’energia nucleare!/ MATTINALE 486

25 maggio 2021
  • Lo possiamo dire: il Governo di Mario Draghi sta diventando un incubo. Non solo il ritorno delle trivelle petrolifere in mare e in terra, ma adesso anche la fusione nucleare! 
  • Ma da dove arriva il Ministro della ‘Transizione ecologica’, Stefano Cingolani? Veramente gli italiani, dopo aver ‘bocciato’ qualche decennio fa il nucleare, si debbono adesso ‘sciroppare’ l’atomo?
  • E sullo sfondo c’è la follia dei 18 milioni di metri quadrati di mare, al lago delle Egadi, regalate a privati che realizzerebbe uno dei più estesi campi eolici marini d’Europa!
  • La dimostrazione che i siciliani non debbono più votare per i partiti politici nazionali   

Lo possiamo dire: il Governo di Mario Draghi sta diventando un incubo. Non solo il ritorno delle trivelle petrolifere in mare e in terra, ma adesso anche la fusione nucleare! 

Ma davvero l’Italia del Governo di Mario Draghi ci deve riportare al nucleare che il nostro Paese ha respinto, qualche decennio fa, con un referendum? Sembra incredibile, ma è quello che potrebbe succedere. Da quando al Ministero dell’Ambiente – frettolosamente e retoricamente ribattezzato Ministero della Transizione ecologica – è arrivato il fisico Stefano Cingolani con il plauso dei grillini ne stanno succedendo di tutti i colori. Le trivelle dei petrolieri sono tornare ad invadere l’Adriatico e, per ora, in minima parte anche nel Mediterraneo. Per ora, dalle nostre parti, cioè in Sicilia, parliamo di minimo ritorno delle trivelle. Ma ad Agosto si teme che il Governo nazionale dia il via alle trivelle in mare e in terra di Sicilia. Insomma, siamo messi proprio male! E dire che i grillini, per entrare a far parte del Governo Draghi hanno chiamato al voto i propri iscritti che, per il 60% hanno votato sì alla presenza nel Governo, con l’impegno che lo stesso Governo si sarebbe impegnato nella ‘Transizione ecologica’. Ma fino ad oggi di ‘Transizione ecologica’ se n’è vista veramente poca e adesso, oltre alle trivelle, c’è anche il rischio di un ritorno all’energia nucleare!

Ma da dove arriva il Ministro della ‘Transizione ecologica’, Stefano Cingolani? Veramente gli italiani, dopo aver ‘bocciato’ qualche decennio fa il nucleare, si debbono adesso ‘sciroppare’ l’atomo?

Leggiamo su LA NOTIZIAIORNALE.IT: “Fin dalla sua prima audizione in Parlamento, Cingolani ha battuto su quello che lui definisce il mini-nucleare. Tanto che il Movimento 5 Stelle ha ora dichiarato che mai si tornerà a produrre energia dall’atomo fino a che i 5S saranno al governo. Gli ambientalisti pensavano a un’Italia carbon neutral, con relativa cancellazione dei sussidi ambientalmente dannosi, premiando chi tutela l’ambiente e colpendo, partendo dalle tasche, chi inquina. Anziché parlare di fotovoltaico, eolico e auto elettriche, il ministro insiste invece sull’atomo, sostenendo che ‘idrogeno verde e fusione nucleare’ sono gli ‘obiettivi del futuro’. Da raggiungere, per lui, già grazie alle risorse europee per la ripartenza”. Dire che siamo basiti è poco! Leggere di un Ministro della Repubblica italiana che, nel 2021 parla di energia nucleare è veramente incredibile! Il Ministro Cingolani insiste sulla fusione nucleare, che definisce l’energia “rinnovabile delle rinnovabili”. Sarebbe interessante capire cosa pensano delle idee di questo Ministro non soltanto gli iscritti del Movimento 5 Stelle che hanno votato sì al Governo in cambio della ‘Transizione ecologica’, ma anche gli elettori dei partiti che sostengono l’attuale Governo: gli elettori del PD, gli elettori di Forza Italia, gli elettori della Lega, gli elettori di Italia Viva di Renzi, gli elettori di Liberi e Uguali. La nostra sensazione è che il Governo Draghi, che risponde all’Unione europea, su questo come su altre questioni, si stia muovendo in contrasto con la volontà degli elettori.

E sullo sfondo c’è la follia dei 18 milioni di metri quadrati di mare, al lago delle Egadi, regalate a privati che realizzerebbe uno dei più estesi campi eolici marini d’Europa!

Anche sulle trivelle, con l’attuale Governo, c’è poco da scherzare. Come già ricordato, l’Adriatico è di nuovo in gran fermento. Di fatto, i petrolieri sono tornati in azione. E, adesso, si teme per la Sicilia. Noi ci auguriamo di sbagliare, ma abbiamo la sensazione che, ad Agosto il Governo Draghi e il suo Ministro Cingolani potrebbero tirare qualche brutto scherzo anche alla nostra Isola. Peraltro, sulla Sicilia – sul mare delle Egadi – incombe un’altra follia: la privatizzazione di 18 milioni di metri quadrati di mare per realizzare uno dei campi eolici marini più estesi d’Europa. La cosa incredibile di questa storia è il suo aspetto, come dire?, ideologico: nel nome dell’energia pulita, con il sì degli ambientalisti, si vorrebbe creare un monopolio nella produzione di energia eolica con un impatto micidiale sull’ambiente marino e sulle attività di pesca! Il fatto che l’energia alternativa debba essere diffusa nel territorio, senza impatto ambientale non conta più nulla. In questa vicenda si fondono e si confondono le ragioni economiche del capitalismo liberista, pronto a speculare su tutto pur di accumulare denaro, e le ragioni di un ambientalismo che sembra avere smarrito la sua vera missione, che dovrebbe essere lontana anni luce da un approccio economicistico!

La dimostrazione che i siciliani non debbono più votare per i partiti politici nazionali   

Energia nucleare, trivelle petrolifere in mare e in terra, il campo eolico marino più esteso d’Europa. Per i siciliani ce n’è abbastanza per capire che, oggi, votare Movimento 5 Stelle, PD, Lega, Italia Viva di Renzi e Liberi Uguali significa condannare la nostra Isola alla speculazione economica selvaggia. Siciliani, svegliatevi: questi partiti politici non debbono più essere votati da noi! Il tentativo in atto di scippare 2 miliardi di euro all’agricoltura del Sud Italia (400 milioni di euro solo alla Sicilia), il tentativo del Nord di togliere al Sud e alla Sicilia oltre 70 miliardi di euro di Recovery stanno a dimostrare che il Sud e la Sicilia hanno bisogno di un’altra rappresentanza politica. Per la Sicilia serve un partito sul modello catalano.

Foto tratta da IlSussudiario.net 

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