I mercenari ungheresi pagati dagli Inglesi che, per conto di Garibaldi, scannavano siciliani e meridionali

24 maggio 2021
  • Una delle grandi vergogne in parte nascosta, in parte mistificata dalla storia ufficiale è la presenza, tra i Mille di Garibaldi, di mercenari-criminali pagati dagli inglesi per trucidare siciliani e meridionali. Tra questi spiccavano gli ungheresi
  • La Legione Ungherese usata contro la Sicilia e contro il Sud. La strage di Auletta
  • Come i cosiddetti “scrittori salariati” (la definizione è di Antonio Gramsci a proposito di certi ‘storici’) hanno stravolto il racconto dei fatti nascondendo le verità scomode 

Una delle grandi vergogne in parte nascosta, in parte mistificata dalla storia ufficiale è la presenza, tra i Mille di Garibaldi, di mercenari-criminali pagati dagli inglesi per trucidare siciliani e meridionali. Tra questi spiccavano gli ungheresi

Una delle più grandi vergogne sapientemente nascoste dagli “scrittori salariati ” che hanno raccontato agiograficamente l’impresa di Garibaldi in Sicilia e poi nel Sud Italia è rappresentata dal ricorso ai mercenari pagati dagli inglesi (i piemontesi, che in quegli anni, al massimo, allevavano mucche, erano troppo pezzenti per permettersi di pagare i mercenari). Benché presente solo per raccontare la storia del Mille a uso e consumo di Garibaldi, Cesare Abba, il cantore ufficiale del generale in Sicilia, ogni tanto qualche cosa deve dirla: «Essa (l’Ungheria) – racconta Giuseppe Scianò nel volume E nel mese di Maggio del 1860 la Sicilia diventò Colonia! – ha qui due rappresentanti degni, Tükory e Türr, oltre a due gregari; quel selvaggio che vidi a bordo è il sergente Goldberg della mia compagnia, soldato vecchio, taciturno, ombroso, ma cuore ardito e saldo. Lo vedemmo a Calatafimi”. E così anche nell’agiografia di Garibaldi e della sua cricca in Sicilia compaiono i nomi dei mercenari ungheresi. “Anche questa – scrive Scianò – è un’operazione d’immagine… cogliamo l’occasione per compiere alcuni approfondimenti. A parte il Türr e pochi altri ungheresi che avrebbero fatto carriera nell’Esercito Italiano, gli Ungheresi erano stati, da diversi anni, inquadrati in una Legione di mercenari, veri professionisti della guerra, spietati ed efficienti. Tutti al servizio del Regno Sabaudo”.

La Legione Ungherese usata contro la Sicilia e contro il Sud. La strage di Auletta

La Legione era sì Ungherese ma, scrive sempre Scianò, “era però sostanzialmente gestita dall’Inghilterra che la utilizzava come, quando e dove le era più utile. Dopo l’impresa dei Mille, la Legione Ungherese sarà utilizzata prevalentemente e con regolare contratto nell’Italia Meridionale per imporre l’asservimento del Sud al nuovo Regno d’Italia. Questa volta, sempre con l’input degli Inglesi, al servizio diretto ed esclusivo di quello che sarà il Regno di Vittorio Emanuele II. Un bel progresso! Ed è, questa, un’altra pagina oscura e segreta della storia d’Italia, della quale vergognarsi”. Avete presente la Conquista del Sud Italia ad opera di Garibaldi. Nella risalita dalle Calabrie fino in Campania la legione ungherese sarà sempre a fianco di Garibaldi. Ovviamente, la storia viene capovolta dai pennivendoli: “L’Abba – scrive ancora Scianò – presentando gli Ungheresi come singoli cavalieri senza macchia e senza paura, che rappresentano l’amore della nazione ungherese verso l’Italia, riesce a tacere sapientemente sul valore, sul ruolo, sul peso della Legione Ungherese. La figura di avere al proprio servizio mercenari stranieri rimane, invece, appioppata all’Esercito delle Due Sicilie. E non soltanto da parte degli esponenti della storiografia ufficiale italiana”. E’ importante ricordare e sottolineare che i mercenari assoldati dagli inglesi hanno seminato morte e disperazione non soltanto in Sicilia, ma anche in altre zone del Sud Italia. Noi ci limitiamo a ricordare quanto avvenuto ad Auletta, in provincia di Salerno, dove gli abitanti si rifiutavano di sottomettersi a Garibaldi. A ‘sistemare le cose’ pensarono i mercenari ungheresi scannando e ammazzando la popolazione inerme.

Come i cosiddetti “scrittori salariati” (la definizione è di Antonio Gramsci a proposito di certi ‘storici’) hanno stravolto il racconto dei fatti nascondendo le verità scomode 

Quindi, gli inglesi pagano i mercenari, mettendoli a servizio di Garibaldi e dei suo sgherri; i mercenari scannano siciliani e meridionali a più non posso. Però, nel racconto che arriva sino ai nostri giorni a utilizzare i mercenari era il Regno delle Due Sicilie! Così nasceva l’Italia “una e indivisibile”, un’Italia raccontata al contrario, dove i delinquenti e mercenari diventavano “valorosi soldati”, mentre chi cercava di resistere a un’invasione voluta dagli inglesi veniva fatto passare per “brigante”. Questa è l’Italia, che è rimasta tale e quale. “Insomma: non si guarda in casa propria – scrive sempre Scianò, che ci regala qualche pagina di controstoria -. Della Legione Ungherese così parla il giornalista-scrittore Salvatore Scarpino (una delle pochissime eccezioni alla regola del silenzio assoluto in materia): «Nella prima metà degli anni Sessanta (secolo XIX, n.d.A.) fu impiegata nel Sud la Legione Ungherese… corpo mercenario proveniente dall’Armata Garibaldina, che si distinse per particolare durezza». Parlando del Risorgimento italiano sarebbe obbligatorio parlare della galassia di mercenari stranieri messi a disposizione sia dell’Armata Garibaldina, sia del Regno d’Italia e del suo Re, Vittorio Emanuele. Ed i cattivi Ungheresi, per la verità, nonostante la loro ferocia, non furono i peggiori fra i mercenari stranieri che contribuirono a fare l’Unità d’Italia.
Ma su tutto ciò si preferisce sorvolare”.

Foto tratta da Pintarest

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