Paolo Amenta, ANCI Sicilia: “Al sistema degli Enti Locali siciliani mancano circa 2 miliardi di euro. A rischio i servizi”. Il ‘caso’ energia elettrica

28 aprile 2021
  • “Ma quale boccata di ossigeni ai Comuni. La situazione finanziaria è grave”
  • Il crollo nella riscossione dei tributi nei Comuni vale un ‘buco’ di un miliardo di euro 
  • “In tanti Comuni ci saranno anche problemi a chiudere il consuntivo 2020” 

“Ma quale boccata di ossigeno ai Comuni. La situazione finanziaria è grave”

“Ma quale boccata di ossigeno per i Comuni siciliani! La situazione finanziaria è drammatica. Al sistema degli enti locali della nostra Isola mancano circa 2 miliardi di euro e parlano di boccata di ossigeno. Insomma!”. Avendo letto sui giornali una dichiarazione forse un po’ troppo trionfalistiche degli assessori regionali all’Economia (Gaetano Armao) e alla Funzione pubblica (Marco Zambuto), circa l’erogazione di poco più di 74 milioni di euro ai Comuni siciliani, abbiamo posto alcune domande a Paolo Amenta, che all’ANCI Sicilia (Associazione Nazionale Comuni Italiani) si occupa da anni di questioni finanziarie.

Allora, Amenta, vogliamo illustrare come stanno le cose? Come si arriva al ‘buco’ di 2 miliardi di euro?

“Cominciamo dal 2020. Ebbene, nel 2020, nei conti dei Comuni siciliani mancano 115 milioni di euro per il pagamento delle rate dei mutui, 300 milioni di euro del Fondo perequativo legato alla pandemia e circa 100 milioni di euro del Fondo per le Autonomia Locali”.

I 74 milioni di euro erogati in questi giorni dal Governo regionale fanno parte del Fondo per le Autonomia locali?

“Questo devo ancora approfondirlo. Ma non è certo questa somma che risolverà i problemi. Per l’anno in corso – e siamo già a Maggio – mancano 115 milioni di euro per le rate dei mutui, 150 milioni di euro del Fondo per le Autonomia locali, 45 milioni di euro per gli ex articolisti stabilizzati. In più dal Fondo di solidarietà dello Stato non è arrivato a un euro. Se a questo si aggiunge il crollo della riscossione dei tributi da arte dei Comuni – IMU, rifiuti, acqua, suolo pubblico – il disastro finanziario è dietro l’angolo”.

Il crollo nella riscossione dei tributi nei Comuni vale un ‘buco’ di un miliardo di euro 

Quanto vale il crollo del 50% della riscossione dei tributi da parte dei Comuni siciliani?

“Circa un miliardo di euro. Se gli aggiungiamo le risorse 2020 e 2021 che mancano si arriva a circa 2 miliardi di euro. Questi sono i soldi che mancano al sistema degli Enti Locali siciliano al Maggio 2021. Il resto sono chiacchiere”.

Perché questo crollo nella riscossione dei tributi?

“Perché è aumentata spaventosamente la povertà. Ci sono, è vero, anche i furbi. Ma chi vive nei territori, a contatto con la gente – ed è il caso di sindaci e amministratori comunali – sa che oggi, in Sicilia, c’è un preoccupante aumento della povertà”.

Scusi, ma come fanno i Comuni della nostra Isola ad andare avanti? 

“Indebitandosi con le banche con sempre più onerose scoperture di tesoreria. Fino a due anni fa i Comuni siciliani pagavano ogni anno circa 30 milioni di interessi. Non abbiamo ancora i dati ufficiali, ma abbiamo la sensazione che la cifra possa essere raddoppiata”.
(con Amenta abbiamo parlato spesso degli interessi pagati dai Comuni alle banche)

“In tanti Comuni ci saranno anche problemi a chiudere il consuntivo 2020” 

Ci saranno problemi, per i Comuni, ad approvare i Bilanci di previsione?

“Altro che! In tanti Comuni ci saranno anche problemi per chiudere il consuntivo 2020”.

Lei ha posto spesso il problema del costo dell’energia elettrica a carico dei Comuni. Ci spiega che sta succedendo, se è vero che pare ci sia il dubbio che alcuni Comuni stiano provando a risparmiare sull’illuminazione?

“La storia della fornitura di energia elettrica ai Comuni è incresciosa. E ho fatto più volte presente alla politica siciliana di intervenire a tutela dei cittadini. Lo scenario è il seguente. Già paghiamo l’energia elettrica maggiorata del 30%. Se un Comune non paga le bollette nei termini prestabiliti – e purtroppo succede spesso, perché i Comuni sono in molti casi in grande difficoltà – vengono trasferiti nel cosiddetto mercato di salvaguardia, con una maggiorazione dei costi del 40%. Se il Comune non paga il credito viene venduto alle società private di riscossione. Così cominciano le trattative, le sanzioni, gli interessi da far pagare agli ignari cittadini. Ti fanno una cortesia a non spegnere paesi e città. Ma bisogna pagare. E’ un sistema folle. Mentre a Roma discutono di ripartenza con il Recovery plan, nei territori Comuni vengono strozzati”.

Per pagare questi interessi si tagliano i servizi ai cittadini?

“Praticamente è così”.

Tutto queste cose le ha già dette a chi di dovere?

“Certo. Ne ho parlato all’ANCI e con i governanti della Sicilia”.

Reazioni?

“Fino ad oggi nessuna”.

Che previsioni fa?

“Brutte. La situazione finanziaria nei Comuni siciliani si aggrava. Mi auguro che la politica capisca”.

Foto tratta da Oltre Siracusa

 

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