Siciliani Liberi si schiera con Terra E’ Vita contro il Nord che sta scippando risorse all’agricoltura di Sicilia e Sud. Attenti anche alla Ue

18 aprile 2021
  • Ottima la scelta di campo di Siciliani Liberi. Dovrebbero fare la stessa cosa anche gli altri Movimenti autonomisti, sicilianisti e indipendentisti 
  • ” L’agricoltura è la spina dorsale della nostra economia e non possiamo permettere che sia messa in discussione la sopravvivenza degli agricoltori”
  • Perché è necessaria un’alleanza tra autonomisti, sicilianisti, indipendentisti e Italexit. Sì, anche Italexit, perché nella Ue la Sicilia e l’agricoltura siciliana non hanno futuro  
  • Un progetto politico siciliano per rappresentare anche le esigenze degli agricoltori e del  mondo della ristorazione della nostra Isola  

Ottima la scelta di campo di Siciliani Liberi. Dovrebbero fare la stessa cosa anche gli altri Movimenti autonomisti, sicilianisti e indipendentisti 

“Siciliani Liberi denuncia come gravissima la distrazione verso il Nord dei Fondi Europei destinati allo sviluppo rurale del Sud e sottoscrive pienamente la richiesta dell’associazione ‘Terra È Vita’ di dimissioni immediate del Ministro Patuanelli”. Si apre così il comunicato del Movimento Siciliani Liberi che prende posizione contro il Ministro grillini delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, che, da buon nordista triestino, ha deciso che è giusto scippare 2 miliardi di euro alle agricolture delle Regioni del Sud Italia (400 milioni di euro in meno solo all’agricoltura siciliana!). Per essere chiari: sono soldi che verranno meno agli agricoltori di Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata e Campania. Una vergogna senza fine, perché – come abbiamo più volte illustrato in più articoli – il Governo Draghi sostenuto da Lega, PD, Movimento 5 Stelle, Italia Viva di Renzi e Liberi e Uguali – non sta intervenendo per riformare gli interventi in agricoltura: al contrario, sta cambiando solo una parte del sistema di ripartizione dei fondi per scippare 2 miliardi di euro alle Regioni del Sud, mentre si guarda bene dal riformare la parte del sistema (il cosiddetto I pilastro) che consente, da oltre un ventennio, alle Regioni del Nord Italia, di incassare fondi pari a dieci volte in più rispetto a quelli erogati alle Regioni meridionali. Vergogne su vergogne su vergogne su vergogne.

“L’agricoltura è la spina dorsale della nostra economia e non possiamo permettere che sia messa in discussione la sopravvivenza degli agricoltori”

“La responsabilità di questa vicenda – leggiamo nel comunicato del Movimento Siciliani Liberi – uguale purtroppo a tantissime altre di un Paese mai unito, è certamente del Movimento 5 Stelle, ma il silenzio o la complicità di tutti i partiti italiani dimostra come il Sud e le Isole siano sempre state considerate nient’altro che alla stregua di colonie interne. L’unica soluzione per i ‘sudditi’ di queste colonie e di recidere ogni legame politico con i partiti italiani, e – per quanto riguarda la Sicilia – affidarsi unicamente ad una nostra rappresentanza politica nazionale. Siciliani Liberi è al fianco degli agricoltori siciliani e sostiene i giusti diritti delle Regioni italiane meridionali sottoposte al medesimo sfruttamento coloniale, ormai intollerabile. L’agricoltura è la spina dorsale della nostra economia e non possiamo permettere che sia messa in discussione la sopravvivenza degli agricoltori. L’Italia oggi, più che mai, è nemica del Sud e soprattutto della Sicilia. Questo oggi va denunciato a voce alta, perché nessuno potrà mai difenderci se non noi stessi”.

Perché è necessaria un’alleanza tra autonomisti, sicilianisti, indipendentisti e Italexit. Sì, anche Italexit, perché nella Ue la Sicilia e l’agricoltura siciliana non hanno futuro  

Noi facciamo nostre le considerazioni del Movimento Siciliano Liberi. E andiamo oltre. Serve a poco manifestare solidarietà agli agricoltori siciliani se, poi, non si offre agli stessi agricoltori un’alternativa politica ed elettorale alla Lega, al PD, al Movimento 5 Stelle, ai renziani e alla finta sinistra di Liberi e Uguali. Noi riteniamo molto importante la presenza di Siciliani Liberi. E, al contempo, riteniamo altrettanto importante il recente accordo politico tra Equità Territoriale e Movimento Identità Siciliana. Così come riteniamo importante la presenza del Movimento Unità Siciliana Le Api; così come riteniamo importante la presenza di altri movimenti autonomisti, sicilianisti e indipendentisti. Così come riteniamo importante la presenza di Italexit di Gianluigi Paragone. Sì, anche di Italexit, perché nell’attuale Unione europea per l’agricoltura siciliana e, in generale, per la Sicilia non c’è futuro. E’ necessario cominciare ad essere consapevoli che non si più essere autonomisti, sicilianisti e indipendentisti dentro il ‘lager’ dell’Eurozona a ‘trazione’ tedesca. Gli stessi agricoltori siciliani sono troppo intelligenti per non capire che è l’Unione europea che consente ad alcuni Paesi europei di produrre il vino con lo zucchero di bietola, con la possibilità di non indicare nell’etichetta delle bottiglie che i vini sono stati prodotti con zucchero di bietola, consentendo così di ingannare i consumatori; gli agricoltori siciliani sono troppo intelligenti per non sapere che è stata l’Unione europea ad innalzare i limiti di di glifosato e di micotossine presenti nei grani duri e teneri per consentire di far arrivare in Europa – e segnatamente nei porti pugliesi e siciliani – montagne di grano duro canadese! E la stessa cosa avviene con il grano tenero canadese, varietà Manitoba, che ha letteralmente invaso l’Italia senza che i tanti pasticceri da televisione abbiano mai proferito parola!

Un progetto politico siciliano per rappresentare anche le esigenze degli agricoltori e del  mondo della ristorazione della nostra Isola  

Qualcuno obietterà: Italexit di Paragone è un partito nazionale. Vero. Ma nessuno impedisce a Italexit Sicilia di dare un’impronta sicilianista al movimento. Non potrà che essere così: dovrà essere così. Invitiamo gli amici autonomisti, sicilianisti e indipendentisti, oggi ancora divisi, a ragionale sul fatto che l’Unione europea dell’euro ha piazzato Mario Draghi a Palazzo Chigi non per difendere l’Italia, ma per tenere l’Italia al giogo dell’ormai moribonda Europa finto-unita; la stessa Ue ha piazzato Enrico Letta alla segretaria del PD, perché gli ‘europeisti’ hanno scelto questo partito per farsi rappresentare, perché le altre forze politiche da poter potenzialmente utilizzare per continuare a penalizzare gli italiani o stanno scomparendo, come Forza Italia, o sono scomparse, o sono in parte inaffidabili per una Ue controllata dalla Germania che deve completare il ‘saccheggio’ di quello che resta dell’Italia: il riferimento, in quest’ultimo caso, è alla Lega che gli ‘europeisti’ vorrebbero affidata nelle mani di Giancarlo Giorgetti, possibilmente dopo aver eliminato per via giudiziaria Matteo Salvini che a Bruxelles viene visto con sospetto. Detto questo, a noi siciliani dei leghisti non ce ne può fregare di meno. Noi, torniamo a ribadirlo, auspichiamo una grande alleanza tra autonomisti, sicilianisti, indipendentisti, Italexit e i settori produttivi – gli agricoltori siciliani, ma non soltanto gli agricoltori siciliani – che hanno chiaro in mente che l’Italia tratta Sud e Sicilia come colonie interne e che la Ue non ha fatto nulla per il Sud e per la Sicilia e, segnatamente, per l’agricoltura del Sud e della Sicilia e, anche, per la ristorazione. Ha ragione il coordinatore di Equità Territoriale Sicilia, Franco Calderone, quando dice che l’obiettivo del capitalismo liberista, oggi, è quello di utilizzare l’emergenza legata alla pandemia per sostituire la ristorazione con le catene internazionali del Food. Ormai il gioco è chiaro: aprono e chiudono per fare morire lentamente il mondo della ristorazione. Anzi le aperture a tempo sono fondamentali per riabituare le persone a non pranzare e cenare sempre in casa: con le prossime chiusure saranno più propensi a farsi portare in casa pranzi e cene dalle catene internazionali del Food. E, magari, per farsi portare in casa la colazione del mattino ed eliminare i bar. Bisogna combattere questa deriva in vista delle elezioni regionali siciliane del prossimo anno. Non sarà facile, perché i partiti nazionali e gli ascari siciliani che gli vanno dietro partono avvantaggiati dal fatto che non debbono raccogliere le firme per le candidature: e sappiamo tutti, in tempo di pandemia, quanto sarà difficile raccogliere le firme. Diamoci una mossa, allora!

Foto tratta da Normanno.com     

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