Giallo di Caronia/ Botta e risposta tra il procuratore capo di Patti Angelo Cavallo e il criminologo Carmelo Lavorino

31 marzo 2021
  • Morte di Viviana e Gioele, il procuratore di Patti Angelo Cavallo: “Nuova e sorprendente teoria”
  • Lavorino: “…  si deve ipotizzare tutto quello che è probabile e scartare l’impossibile, il tutto con freddezza e senza pregiudizio!”
  • Le tesi dei consulenti della famiglia Mondello

Morte di Viviana e Gioele, il procuratore di Patti Angelo Cavallo: “Nuova e sorprendente teoria”

La relazione che i consulenti della famiglia Mondello hanno consegnato alla Procura della Repubblica di Patti sulla morte di Viviana Parisi e del piccolo Gioele è oggetto di un batti e ribatti tra il procuratore capo, Angelo Cavallo, e gli stessi consulenti. Di questa relazione abbiamo scritto ieri (come potete leggere qui). I consulenti danno della vicenda una ‘lettura’ diversa da quella della Procura di Patti. Il criminologo Carmelo Lavorino riprende sulla propria pagina Facebook una dichiarazione del procuratore Cavallo: “Se il contenuto della relazione corrisponde fedelmente a quanto riportato dagli articoli di stampa – dice il procuratore – ci troviamo di fronte all’ipotesi che Viviana e il bambino siano caduti in un pozzo. Prendo atto che gli ultimi consulenti nominati dai legali hanno sconfessato platealmente quella che era la tesi finora propugnata e cioè che il bambino fosse stato aggredito ad opera di cani e la signora Parisi eliminata come testimone scomoda. Dopo 8 mesi ci troviamo, quindi, di fronte ad una tesi completamente diversa. Abbiamo ricevuto solo questa mattina la relazione – continua il Procuratore – la leggeremo e valuteremo con attenzione il da farsi, rispetto a questa nuova e sorprendente teoria. Valuteremo, come abbiamo sempre fatto, cosa sia necessario fare, noi non abbiamo mai avuto tesi che seguiamo in modo aprioristico.”

Lavorino: “…  si deve ipotizzare tutto quello che è probabile e scartare l’impossibile, il tutto con freddezza e senza pregiudizio!”

Sempre su Facebook arriva la risposta del crimonologo Lavorino: “Egregio Procuratore Capo, Lei per noi rappresenta la più alta Autorità Investigativa e di conseguenza Le significhiamo il nostro più profondo rispetto per il Suo ruolo e la Sua funzione, per la Sua persona, per la Sua professionalità e per l’intera struttura che Lei coordina. E tale rispetto è esteso ai Suoi Sostituti Procuratori ed a tutti gli Investigatori e Consulenti. Però, leggendo le Sue dichiarazioni in seguito riportate ci rammarichiamo che Lei prima abbia bollato pubblicamente le nostre argomentazioni come “ardite” (addirittura confutando che vi sia stata traslazione del cadavere di Viviana dal luogo della morte sino al traliccio e quindi depistaggio) e ora come ‘sorprendenti’, ricorrendo addirittura a ipotesi obsolete della Difesa della Parte offesa (cani e/o eliminazione di testimone scomoda…), IN QUANTO LEI RAPPRESENTA L’INVESTIGAZIONE TOTALE E OGGETTIVA EFFETTUATA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO PER SCOPI DI GIUSTIZIA E DI VERITÀ. Al limite, noi Consulenti di parte possiamo mettere nelle nostre attività passioni, sentimenti ed emozioni, Voi Investigatori Pubblici no! Del resto si deve ipotizzare tutto quello che è probabile e scartare l’impossibile, il tutto con freddezza e senza pregiudizio! Le ricordiamo che mentre noi siamo stati limitati continuamente nell’acquisizione dei dati info-investigativi, medico legali e antropologici forensi, tecnici, scientifici, criminalistici, criminologici e documentali, giustamente Lei, Voi e la Struttura Investigativa che Lei rappresenta non avete sofferto tali limitazioni. Ecco perché noi – così come Voi – abbiamo dovuto attendere il continuum dell’acquisizione dati”.

Le tesi dei consulenti della famiglia Mondello

“Ora – scrive Lavorino – noi abbiamo enunciato il seguente scenario SICURAMENTE IL PIÙ PLAUSIBILE in attesa che noi si possa accedere nuovamente ai corpi con la nostra strumentazione Laser 3D.
1. Tutto depone, sia in positivo che in negativo, che “La morte di Viviana e Gioele si è verificata in seguito a PRECIPITAZIONE E SUCCESSIVA ASFISSIA all’interno di invaso/i contenitore/i sito/i nel bosco di Caronia con le caratteristiche simili a quelle di un pozzo quali: profondità di 3-4-5 metri; presenza di acqua al massimo mezzo metro; possibilità di morte immediata causa asfissia in acqua; possibilità di recupero da terzi dei corpi tramite strumenti e mani con (A) Viviana tirata fuori la tarda sera del 3 agosto o la mattina del 4 agosto e trasportata con apposito mezzo per la messinscena e il depistaggio e, nel trazionamento, le vengono strappati i capelli, (B) Gioele tirato fuori successivamente (anche dopo molto tempo) e depositato nel tragitto fra la zona piazzola e la zona traliccio, senza escludere che sia stato conservato in un contenitore di plastica e posizionato sul luogo del rinvenimento successivamente: nulla si esclude in tal senso, a prescindere dalle emergenze dei droni e del satelittare i cui dati non sono a nostra conoscenza.
2. Il decesso di Viviana è da ascriversi a morte violenta in seguito a una precipitazione verticale (la frattura femorale sottocapitata, la frattura esplosiva di due vertebre della colonna e il tranciamento del midollo cagionato dal frammento dorsale di frattura vertebrale indicano una circostanza precipitativa con punto di impatto iniziale a carico dell’arto inferiore sinistro e un vettore di scarico dell’energia cinematica lungo lo scheletro assile della colonna vertebrale, a valle di questo “sconvolgimento” lesionale vi sarebbero le fratture dell’articolato costale sinistro lungo la linea emiclaveare sinistra ascellare). Di fatto la donna è precipitata, ha subito il tranciamento del midollo spinale in seguito all’esplosione di due vertebre ed è morta per asfissia nell’acqua presente nell’invaso. Anche Gioele è morto per asfissia assieme alla madre dopo avere sbattuto la parte sinistra del cranio sulla parete dell’invaso.
3. Lo stato dei corpi e le fratture (proprie di precipitazione ma escludendo quelle dal traliccio), i segni sul corpo e sui vestiti di Viviana depone in tal senso ed è elemento di riscontro.
4. Lo stato dei denti dei due depone in tal senso ed è elemento di riscontro. : le colorazioni rosa degli elementi dentari, parziali nei resti di Viviana e complete in quelli di Gioele, sono colorazioni strettamente correlate alle condizioni peri-mortem (durante la morte) dei due precipitati, ovvero a uno stato di asfissia occorso successivo alla precipitazione verticale di Viviana e di Gioele e di permanenza in acqua.
5. L’assenza di ogni traccia che unisca Viviana al traliccio ed alla precipitazione dopo l’arrampicamento depone in tal senso ed è elemento di riscontro depone in tal senso ed è elemento di riscontro. .
6. Depongono in tal senso sono elementi di riscontro: (1) l’impossibilità che Viviana abbia percorso il tragitto dalla piazzola al traliccio; (2) l’impossibilità che si sia arrampicata sul traliccio e successivamente buttata; (3) l’impossibilità che abbia potuto strangolare manualmente o con un mezzo costrittore Gioele facendolo morire per asfissia; (4) l’impossibilità che Gioele si sia procurata la frattura al cranio durante l’incidente.
7. Quindi, nessuna uccisione del piccolo Gioele da parte di Viviana, nessun suicidio e/o lancio dal famoso traliccio di Viviana: trattasi di abile messinscena organizzata da una “combinazione criminale motivata e coinvolta” tramite la traslazione dei cadaveri in zone sensibili proprio per inscenare il suicidio o la disgrazia ed allontanare da sé ogni responsabilità”.

Adesso si attendono le relazioni dei periti nominati dalla Procura, cosa che dovrebbe avvenire nel mese di Aprile.

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