Dati Covid, l’inchiesta di Palermo e l’economia che non può più tollerare chiusure e zone rosse varie!

31 marzo 2021
  • Partiamo da un dato oggettivo: in un anno di pandemia le chiusure non hanno migliorato la condizione sanitaria e hanno penalizzato l’economia 
  • Il vero problema della gestione della pandemia sta nei tagli alla sanità pubblica degli ultimi anni
  • Bisogna riaprire tutte le attività economiche imparando a convivere con il virus
  • L’analisi di Italexit 
  • La situazione sanitaria? Potrebbe peggiorare. Ma bisogna riaprire lo stesso le attività economiche
  • … se non ripartirà il sistema delle imprese cominceranno ed esserci problemi per pagare i dipendenti pubblici e le pensioni… 

Partiamo da un dato oggettivo: in un anno di pandemia le chiusure non hanno migliorato la condizione sanitaria e hanno penalizzato l’economia 

Ma davvero, Palermo, il 19 Marzo, sarebbe dovuta finire in zona rossa? Così grave era la situazione? Nulla da dire sull’inchiesta della Magistratura trapanese che farà il proprio corso. Noi, in questa storia, abbiamo scritto e torniamo a scrivere non per il fatto in sé, ma per gli effetti che questa vicenda potrebbe produrre. Il discorso è molto semplice: noi non condividiamo le iniziative adottate dal passato Governo nazionale di Giuseppe Conte in materia di lotta alla pandemia; non condividiamo i provvedimenti adottati e, soprattutto, i provvedimenti che l’attuale Governo nazionale vorrebbe adottare in materia di pandemia; e non condividiamo i provvedimenti adottati dal Governo siciliano di Nello Musumeci in materia di pandemia. A nostro modesto avviso, i provvedimenti apri & chiusi adottati dai Governi Conte e Musumeci non hanno prodotto risultati utili né sul piano sanitario, né sul piano economico. Mentre i provvedimenti che il Governo di Mario Draghi si accinge ad adottare in materia di lotta alla pandemia non sono solo sbagliati, ma pericolosi e anti-democratici.

Il vero problema della gestione della pandemia sta nei tagli alla sanità pubblica degli ultimi anni

Fatta questa premessa andiamo alla Sicilia. O meglio, a Palermo, dove i dati sulla diffusione della pandemia sarebbero stati alterati. Prima considerazione: se Palermo sarebbe dovuta finire in zona rossa il 19 Marzo, da allora ad oggi la situazione si sarebbe dovuta aggravare. Ma non abbiamo visto immagini di ambulanze fuori dagli ospedali cittadini. A nostro modesto avviso è sbagliata la zona arancione, figuriamoci la zona rossa! Cosa stiamo cercando di dire? Che non è pensabile, dopo un anno di pandemia, pensare di andare avanti bloccando le attività economiche. Per vent’anni l’Italia è stata costretta al cosiddettoAvanzo primario‘ (spendere meno di quanto lo Stato incassa con imposte e tasse), per vent’anni sono stati effettuati tagli alla sanità pubblica perché “ce lo chiedeva l’Europa” e adesso, dopo un anno di pandemia, siccome gli ospedali italiani sono carenti di medici, di infermieri, di posti letto e di terapie intensive continuiamo a bloccare le attività economiche?

Bisogna riaprire tutte le attività economiche imparando a convivere con il virus

Nei primi mesi della pandemia il blocco delle attività economiche (con riferimento soprattutto a turismo, attività commerciali, palestre) e culturali (cinema, teatri, concerti) ha avuto un senso. Dopo un anno non ha senso: è solo follia. Anche perché l’attuale Governo non sta aiutando le imprese in difficoltà, se è vero che il 60% di aiuti alle aziende è, in realtà, il 5%: praticamente nulla. Pensare ancora di andare avanti come vorrebbe fare l’attuale Governo nazionale bloccando le imprese per tutto il mese di Aprile è folle e incomprensibile. Ora proveremo a illustrare perché in uno scenario sanitario difficile – che potrebbe anche complicarsi – è sempre meglio eliminare le tre zone e affidarsi al buon senso delle persone. Alternative non ce ne sono perché ci sono intere categorie sociali ed economiche alla fame. E se il Governo Draghi non lo capirà, saranno i fatti a farglielo capire. Nella pagina Facebook di Italexit con Paragone Non Europa per l’Italia leggiamo un post che noi condividiamo quasi per intero (nutriamo qualche dubbio solo per le indicazioni che si danno sulle scuole):

L’analisi di Italexit 

“RIAPRIAMO L’ITALIA! L’UNIONE EUROPEA HA FALLITO!
NON HANNO PROTETTO LA POPOLAZIONE, HANNO MASSACRATO L’ECONOMIA!
1 Non c’era un piano pandemico: è mancato l’essenziale! Così le persone sono morte non soltanto di Covid ma anche per il Covid, poiché sono stati bloccati interventi e controlli anche per patologie molto gravi.
2 Il Sistema Sanitario Nazionale è stato svuotato di posti letto, medici, infermieri, tecnici. Alla sanità pubblica in dieci anni sono stati 37 miliardi di euro!
3 Hanno trasformato gli ospedali in aziende e la salute in merce. Lo hanno fatto in ossequio alle direttive dell’Unione Europea, ai dogmi dell’austerità.
4 Hanno frammentato le competenze fra Stato e Regioni, prima causando litigi e poi nascondendosi dietro alle inefficienze.
5 Hanno imposto chiusure e coprifuoco risultati inutili, hanno secretato i dati e invece di informare hanno terrorizzato i cittadini.
6 Le chiusure hanno colpito i settori già indeboliti dalla globalizzazione e dal processo di integrazione europea. Chi è stato chiuso non è stato risarcito adeguatamente né per quantità né per tempi.
7 Hanno chiuso le scuole: l’ultima cosa da fare! Un Paese che rinuncia all’istruzione è un Paese che rinuncia al proprio futuro!
8 L’assoluta continuità fra il governicchio di Conte e la grande ammucchiata di Draghi è l’ennesima prova dello svuotamento sostanziale della nostra democrazia: cambiano i Governi ma non le politiche.
9 L’Unione Europea ha dimostrato tutta la sua inettitudine: la Commissione ha segretato fin da principio i contratti stipulati con le multinazionali del farmaco, accettando così di subire passivamente qualsiasi ritardo e qualsiasi inadempienza. Alcuni paesi europei hanno fatto da soli e vantano numeri di gran lunga migliori, lo stesso avremmo potuto e dovuto fare noi.
10 Italexit si oppone fermamente a ogni forma di obbligatorietà vaccinale, ma chi vuole deve potersi vaccinare subito ed in tutta sicurezza.
11 A fronte dei morti, delle sofferenze, dei danni sociali ed economici dell’epidemia, Big Pharma si arricchisce: più 160 miliardi di valore in Borsa, più 40% di ricavi per il 2021 e raddoppio dei profitti! Eppure molte ricerche sono state finanziate dal pubblico: nessuno dovrebbe arricchirsi sulla salute pubblica!
Apriamo in sicurezza!
Le nostre parole d’ordine sono: cure domiciliari, sanità territoriale, rispetto dei protocolli, chiusure mirate e circoscritte ai focolai”.

La situazione sanitaria? Potrebbe peggiorare. Ma bisogna riaprire lo stesso le attività economiche

Noi siamo certi che la situazione sanitaria migliorerà? Ce lo auguriamo, ma dobbiamo mettere nel conto anche il peggio. Il peggio è una certezza matematica? No: è una probabilità che non dobbiamo ignorare. E’ una certezza matematica che le varianti del virus renderanno più grave la pandemia? No: è una probabilità che non dobbiamo ignorare. E’ una certezza matematica che gli attuali vaccini – che non eliminano l’infezione, eliminano o riducono gli effetti della malattia e continuano a far circolare il virus – selezioneranno ceppi dello stesso virus più virulenti? No: è una probabilità che non dobbiamo ignorare. Riassumendo: non possiamo ignorare che la situazione sanitaria possa peggiorare, ma non possiamo pensare di continuare a bloccare le attività economiche. Hanno ragione gli amici di Italexit: si deve aprire tutto e cambiare ‘filosofia’. Chi si vuole vaccinare si vaccini pure, ma vanno potenziate le cure domiciliari, la sanità territoriale, il rispetto dei protocolli, ricorrendo solo a chiusure mirate e circoscritte ai focolai d’infezione.

… se non ripartirà il sistema delle imprese cominceranno ed esserci problemi per pagare i dipendenti pubblici e le pensioni… 

Tornando alla vicenda di Palermo, il nostro timore è che l’inchiesta – assolutamente giusta – possa far passare l’idea che la città abbia bisogno di nuove chiusure e di nuove restrizioni. Palermo ha bisogno, invece, dell’esatto contrario: basta con le chiusure, basta con le restrizioni e rilancio di tutte le attività economiche. Anche perché, se non si rilanciano le attività economiche, se non ripartono le imprese, se non il popolo delle partite IVA non è messo nelle condizioni di tornare ad operare – possibilmente con più tutele rispetto al passato – ci saranno problemi. Ricordiamoci che l’Italia non è un paese libero, ma è un Paese finito nel ‘lager economico’ chiamato Eurozona dove la moneta viene distribuita secondo regole dello ‘strozzinaggio’ legalizzato. In poco più di un anno il debito pubblico italiano è aumentato di quasi 200 miliardi di euro (solo 140 miliardi di ‘scostamenti’ di Bilancio). Tutti soldi a credito che faranno lievitare gli interessi annui. Per essere chiari: se non ripartirà il sistema delle imprese cominceranno ed esserci problemi per pagare i dipendenti pubblici e le pensioni…

Foto tratta da Qds 

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