Riusciranno gli ‘amici’ del Nord a scippare il Recovery Fund al Sud e alla Sicilia? Stavolta gli verrà dura…

29 marzo 2021
  • Il Recovery Fund e il Ponte sullo Stretto farà capire se la Ministra forzista campana, Mara Carfagna, fa gli interessi del Sud 
  • Il Recovery è stato assegnato all’Italia grazie al Sud e alla Sicilia
  • 500 sindaci del Sud e della Sicilia pronti a scendere in piazza per non farsi scippare le risorse dal Nord

Il Recovery Fund e il Ponte sullo Stretto farà capire se la Ministra forzista campana, Mara Carfagna, fa gli interessi del Sud 

Non sappiamo se i fondi del Recovery Fund o Plain si materializzeranno. Già sono stati ridotti e, a parte Italexit, non ne parla nessuno. Si sa già che non se ne parlerà prima di Luglio (se andrà bene). Però, in ogni caso, va a merito del Movimento 24 Agosto per l’Equità Territoriale di Pino Aprile di aver messo già in anticipo i puntini sulle “i” in ordine alla possibilità che il Nord, come fa ininterrottamente dal 1860 ad oggi, scippi anche questa volta le risorse al Sud e alla Sicilia. Interessante è un comunicato del Movimento di Pino Aprile: “In merito all’affermazione del ministro Mara Carfagna sulla impossibilità di realizzare il Ponte per la scadenza temporale del PRRN al 2026, rilasciata nella due giorni promossa dal Ministero per il Sud, noi del M24A-ET, Movimento per l’Equità Territoriale, riteniamo che lo stesso ministro debba assumere un’iniziativa istituzionale con l’UE finalizzata a far sì che venga consentito, in deroga ai princìpi del Next Generation EU, la Realizzazione del Ponte. Ciò è possibile attraverso una traslazione temporale (dal 2026 al 2030) per realizzare una sola opera strategica per Paese membro ma utile all’intera l’Unione Europea (come in questo caso per la realizzazione e completamento del Corridoio Scandinavo-Mediterraneo). Pertanto chiediamo che tale azione istituzionale vada immediatamente intrapresa affinché lo stesso Ministro dia un segnale forte, da parte del Dicastero che guida, al Mezzogiorno che, insieme, per la prima volta (Presidenti di Regione e Sindaci) hanno messo ‘il collegamento stabile tra la Calabria e la Sicilia’ come prioritario nelle opere da realizzare con la dotazione finanziaria per le infrastrutture del Next Generation EU. Opera fondamentale per colmare il gap infrastrutturale tra il Mezzogiorno ed il resto del Paese, obiettivo in linea con i princípi ispiratori dello stesso Piano Europeo”.

Il Recovery è stato assegnato all’Italia grazie al Sud e alla Sicilia

Mara Carfagna, esponente di Forza Italia, è, per la cronaca la Ministra per il Sud. E’ una meridionale ma, in quanto esponente di un partito politico nazionale, non sappiamo quanto sia disponibile a sostenere le Ragioni del Sud. Perché Forza Italia, per definizione, è un partito che ha sempre affossato il Sud e la Sicilia, al di là delle chiacchiere. Torniamo al comunicato di Equità Territoriale. “Ricordiamo che i criteri applicati dall’Unione europea:
Direttamente proporzionale alla Popolazione;
Inversamente proporzionale al livello del Reddito pro-capite;
Direttamente proporzionale al tasso di disoccupazione medio degli ultimi 5 anni;
nella ripartizione degli oltre 700 miliardi di Euro da distribuire ai Paesi dell’UE, dei quali più di 200 destinati all’Italia, rappresentano la volontà e l’interesse dell’Europa a risollevare le sorti dei territori europei più poveri, e il Mezzogiorno d’Italia ha il triste record di essere il più povero nell’area Euro. Una disoccupazione tripla e un Pil pro-capite pari alla metà di quello del Nord. Sono i parametri che hanno indotto l’Unione Europea ad assegnare i 209 miliardi all’Italia, concessi per ridurre il divario territoriale, nel rispetto delle indicazioni di transizione ecologica e digitale”. In parole semplici, se la Ue, almeno sulla carta, ha assegnato all’Italia 209 miliardi di euro (che in realtà sono già diventati 191,5 miliardi), ebbene, questo lo si deve alla presenza, in Italia, di un’area in grande difficoltà economica, con riferimento a Sud e Sicilia. Sarebbe veramente singolare se i fondi del Recovery, che dovrebbero arrivare in Italia grazie a Sud e Sicilia, dovessero finire quasi tutti al Nord Italia! A rigore di logica economica e perequativa, il 70% delle risorse del Recovery, come sottolineano gli esponenti di Equità Territoriale, deve andare al Sud e alla Sicilia!

 

500 sindaci del Sud e della Sicilia pronti a scendere in piazza per non farsi scippare le risorse dal Nord 

Da leggere anche un articolo di Pino Aprile a proposito della mobilitazione che Movimento per l’Equità Territoriale ha creato nel Sud e in Sicilia tra i sindaci, sempre per scongiurare lo scippo del Recovery da parte del Nord: “Eran 300, dopo appena una settimana, non tutti giovani e comunque forti; due giorni dopo sono già più di 500: il fenomeno dei sindaci del Sud che si aggregano in massa, per non farsi scippare le risorse del Recovery Fund è il fatto politico e sociale più rilevante degli ultimi decenni. I ‘prenditori seriali’ della rapina nota come ‘spesa storica’ fanno finta di niente, sperando nell’aiuto degli ascari del Sud che (persino in Parlamento) parlano ancora di 34 per cento degli investimenti del RF nel Mezzogiorno, come se l’Unione europea non avesse dettato altri criteri che portano a più alte percentuali. E questo ciclone arriva dopo che per la prima volta, in mezzo secolo di esistenza delle Regioni, tutti i rappresentanti di quelle meridionali hanno avviato un’azione comune sui criteri di ripartizione dei soldi del RF, con un documento inviato all’allora capo del governo, Giuseppe Conte (toccherà replicare con Draghi) e alla presidenza della Conferenza Stato-Regioni, da sempre filo-padana. Il tono, in sintesi e tradotto dal politichese, era: non provate a fregarci (i presidenti meridionali, in realtà, “ci starebbero” al 50 per cento vero di RF, cui si aggiungerebbero altri fondi già stanziati). Quello che sta accadendo ha fatto rimettere in moto (piano, purtroppo molto piano) l’intergruppo parlamentare per il Mezzogiorno, senatori e deputati, che poco efficiente già prima, si è fermato per la fine del passato governo e prova a ripartire (piano, purtroppo molto piano) con il nuovo. Ma intanto esiste e non era mai esistito prima (QUI L’ARTICOLO PER ESTESO).

Al coinvolgimento dei sindaci siciliani nella battaglia per non farsi scippare i fondi dal Nord lavora con passione il coordinatore di Equità Territoriale in Sicilia, Franco Calderone (nella foto a sinistra con Pino Aprile).

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