Continua la sceneggiata delle multinazionali sulla pandemia: dopo il ‘vaccino’ arrivano le ‘cure’…/ SERALE

26 marzo 2021
  • Mentre milioni di persone si stanno ancora vaccinando, perché “l’unica cura contro il Covid è il vaccino”, una multinazionale annuncia un farmaco contro il virus. Ma se il vaccino funziona che bisogno c’è dei farmaci?
  • Quando Idrossiclorochina e Tocilizumab andavano bene 
  • Poi sono arrivate le multinazionali con i vaccini…
  • L’inibitore della proteasi
  • Mario Draghi: un Decreto con sanzioni per i medici che non si vaccinano. E se dovesse succedergli qualcosa chi pagherà?

Mentre milioni di persone si stanno ancora vaccinando, perché “l’unica cura contro il Covid è il vaccino”, una multinazionale annuncia un farmaco contro il virus. Ma se il vaccino funziona che bisogno c’è dei farmaci?

Il virus SARS-COV-2 ha provocato la pandemia, su questo non ci piove. Ma su questa pandemia sono in corso speculazioni e mistificazioni. Una delle più grandi mistificazioni – e cioè che il vaccino sia l’unico rimedio contro il Covid-19 – viene smentito proprio da una multinazionale protagonista di uno dei tanti vaccini anti-Covid: la Pfizer. Che adesso si accinge a mettere a punto un nuovo farmaco anti-virale. Insomma, la retorica del “vaccino unico rimedio contro il Covid” è destinata a durare ancora qualche mese: il tempo di completare il giro di vaccinazioni in tutto il mondo. Già il vaccino contro un coronavirus è un fatto assai singolare; se, però, aggiungiamo le mutazioni del virus e gli effetti che potrebbero provocare gli attuali vaccini, ovvero la selezione di ceppi più virulenti, come ha spiegato bene il dottore Marco Lo Dico (vaccini anti-Covid che, lo ricordiamo, non bloccano il diffondersi dell’infezione e la libera circolazione del virus, ma dovrebbero limitarsi ad impedire al virus di sviluppare la malattia), la ‘frittata’ dovrebbe essere pronta tra qualche mese…

Quando Idrossiclorochina e Tocilizumab andavano bene 

Così i nostri amici delle multinazionali farmaceutiche, dopo essersi fatti in classici ‘bagni’ in Borsa, dopo aver venduto vaccini anti-Covid in tutto il mondo (con contratti segreti nell’Unione europea: una vergogna!), passano alla seconda fase: i vaccini, certo, servono (e ci mancherebbe: li producono loro!), però… però se c’è anche una cura è meglio. Ma i vaccini non erano “l’unico mezzo per combattere il Covid”, come ripetono a pappagallo sulla rete quelli che, addirittura!, hanno anche pensato all’obbligatorietà dei vaccini? A quanto pare, no. Quando lo diceva lo scienziato francese Didier Raoult (che, detto, per inciso, è uno dei più noti microbiologi del mondo, facente parte – chi ha studiato Biologia queste cose le sa – di una delle più grandi scuole di Microbiologia del mondo: quella francese) non andava bene. Quando Raoult, agli esordi della pandemia, ha tirato fuori l’Idrossiclorochina come cura del Covid-19 preso nelle prime fasi, tutto il mondo gli è andato dietro. In tutto il mondo, nei primi quattro-cinque mesi della pandemia, l’Idrossiclorochina veniva utilizzata ovunque, dando ovunque risultati eccezionali (come potete leggere qui). Nei casi gravi, quando la malattia era in stato avanzato, è stata utilizzata la ‘cura Ascierto’, dal nome del grande medico campano, Paolo Ascierto: cura a base di Tocilizumab. 

Poi sono arrivate le multinazionali con i vaccini…

Poi sono arrivate le multinazionali. La cura Ascierto? Il Covid non si cura: si previene con i vaccini. L’Idrossiclorochina? Fa male alla salute. Sì, dopo aver salvato milioni di persone gli ‘scienziati’ hanno stabilito che l’Idrossicolochina fa male alla salute. Una rivista scientifica prima ha detto che non andava bene, poi ha ritrattato. E che dire dell’Italia? Prima l’Idrossiclorochina è stata vietata, poi il Consiglio di Stato, su ricorso presentato da un  gruppo di medici, ha bloccato chi voleva bloccare questo farmaco: “La perdurante incertezza circa l’efficacia terapeutica dell’Idrossiclorochina, ammessa dalla stessa AIFA a giustificazione dell’ulteriore valutazione in studi clinici randomizzati – scrivono i giudici del Consiglio di Stato – non è ragione sufficiente sul piano giuridico a giustificare l’irragionevole sospensione del suo utilizzo sul territorio nazionale da parte dei medici curanti… La scelta se utilizzare o meno il farmaco, in una situazione di dubbio e di contrasto nella comunità scientifica, sulla base di dati clinici non univoci, circa la sua efficacia nel solo stadio iniziale della malattia, deve essere dunque rimessa all’autonomia decisionale e alla responsabilità del singolo medico… in scienza e coscienza” e con l’ovvio consenso informato del singolo paziente.

L’inibitore della proteasi

Insomma, la parola d’ordine era solo una: vaccini. Parola d’ordine delle multinazionali. E siccome l’Idrossiclorochina – che costa pochissimo – bloccava sul nascere gli affari delle multinazionali, non andava bene. Ma adesso sta venendo fuori che sì, il Covid-19 si può curare. Come? Con un farmaco che – udite! udite! – inibisce la proteasi: farmaco che si è rivelato efficace nei test in laboratorio contro il SARS-CoV-2. Insomma, prima c’era solo il vaccino “unica arma contro il Covid”, adesso ammettono che, vabbé, ci possono stare anche i farmaci. Ma i vaccini non erano infallibili? In questo momento non ci sono milioni di persone che si stanno vaccinando? Sul piano della logica – ammesso con con le multinazionali si possa parlare di logica – se ci sono i vaccini e vanno bene, se i vaccini sono “efficaci” a cosa servono i farmaci anti-Covid? Di più: il farmaco che è allo studio della Pfizer è un inibitore della proteasi che impedisce al virus di replicarsi nelle cellule. Quindi interviene quando il virus è già dentro le cellule. Mentre l’Idrossiclorochina impedisce al virus di entrare nelle cellule! Pensate un po’ che stranezza: la nuova cura delle multinazionali in preparazione interviene quando il virus è già dentro le cellule: e va tutto bene; mentre l’Idrossiclorochina che, se somministrata ai primi sintomi, impedisce al virus di entrare nelle cellule invece non va bene. Ancora: l’inibitore della proteasi, che non è proprio una passeggiata per chi lo assume, va bene; mentre l’Idrossiclorochina, farmaco sperimentato da decenni, improvvisamente fa male… La verità è che la mistificazione sulla pandemia continua.

Mario Draghi: un Decreto con sanzioni per i medici che non si vaccinano. E se dovesse succedergli qualcosa chi pagherà? 

Ah, dimenticavamo: il capo del Governo italiano, il banchiere Mario Draghi diventato politico, ha detto che preparerà un Decreto legge che prevede sanzioni per i medici che no vax. Non sappiamo se Draghi, tra i no vax, includa anche chi è allergico ai vaccini: supponiamo di no. A parte che questo Decreto scatenerà una dura polemica – anche perché nessuno può negare la correlazione temporale tra somministrazione del vaccino ed effetti in rari casi anche mortali – ci piacerebbe capire una cosa. In questo momento, per chi si fa il vaccino, c’è il consenso informato. I medici e gli infermieri che verranno costretti a vaccinarsi contro il Covid, pena sanzioni, dovranno firmare il consenso informato? Non solo: se dovesse succedergli qualcosa chi pagherà? Forse il numero di sanitari che non ne vuole sapere di questi ‘vaccini’ delle multinazionali sta crescendo? Tutto questo – lo ribadiamo – mentre la retorica  del “vaccino unica cura contro il Covid” sta venendo meno. La verità è che, fino ad ora, i Governi italiani hanno sbagliato quasi tutto, non a caso la situazione – sanitaria ed economica – invece di migliorare, peggiora. E siccome non sanno manco loro quello che sta succedendo e che cosa debbono fare, pensano di inseguire le varianti del virus con i vaccini…

Foto tratta da News Medical

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