60 mila quintali di grano duro siciliano in Tunisia. E in Sicilia? Grano canadese, ucraino e kazaco…

24 marzo 2021
  • Ai nord Africani il grano duro siciliano, ai siciliani il grano estero di ‘ottima’ qualità…
  • E’ stato messo in piedi un meccanismo infernale che penalizza agricoltori e consumatori siciliani. Costringendo questi ultimi a sorbirsi il grano estero!
  • … alla fine a pagare è l’apparato digerente causa eccesso di glutine 

Ai nord Africani il grano duro siciliano, ai siciliani il grano estero di ‘ottima’ qualità…

Tra oggi e domani dal porto di Termini Imerese dovrebbe partire un carico di 60 mila quintali di grano duro siciliano per la Tunisia. I nostri lettori conoscono la storia: 500 mila quintali di grano duro prodotto nella nostra Isola prenderanno il volo, anzi – per essere precisi – le navi direzione Tunisi. Nulla di strano, per carità: nel Nord Africa, per preparare il cus cus non vogliono nemmeno sentir parlare di grano duro canadese o, comunque, di grano prodotto nei Paesi freddi e umidi dove il grano viene fatto maturare artificialmente con il glifosato. Insomma, in Nord Africa i consumatori e i governanti sono attenti: e infatti acquistano il grano duro siciliano. Noi seguiamo questa vicenda sia perché ci occupiamo spesso di agricoltura, sia perché ci sembra paradossale che la Sicilia venga inondata di grano duro estero (spesso grano duro canadese), mentre il grano duro siciliano – che sotto il profilo della qualità è uno dei migliori del mondo – venga esportato! Ma così vanno le cose dalle nostre parti: noi possiamo raccontare quello che succede, ci auguriamo di cambiare le cose, ma debbono essere i cittadini siciliani a costringere la politica siciliana a fare qualcosa di concreto. Nel 2009 a fare qualcosa di concreto ha provato Cosimo Gioia, allora dirigente generale del Dipartimento agricoltura della Regione siciliana. Ha messo a punto un progetto per un marchio del grano duro di Sicilia. ma è stato subito allontanato dalla politica siciliana di quegli anni, ‘sconvolta’ all’idea che qualcuno avrebbe potuto fare qualcosa di utile per l’agricoltura della nostra Isola.

E’ stato messo in piedi un meccanismo infernale che penalizza agricoltori e consumatori siciliani. Costringendo questi ultimi a sorbirsi il grano estero!

E, concreto per concreto, vi raccontiamo un altro paradosso. Quest’anno il grano duro siciliano è stato venduto a 25-26 euro al quintale. Se parlate con gli agricoltori (per esempio, con il nostro amico Agostino Cascio) che producono grano duro in Sicilia, vi spiegheranno che per produrre un quintale di questo cereale ci vogliono poco più di 30 euro. Quindi il grano duro siciliano viene venduto sotto costo (in Puglia va un po’ meglio e va un po’ meglio in altre regioni del Mezzogiorno d’Italia: il prezzo più basso si registra in Sicilia). In compenso in Sicilia e, in generale, in Italia arriva tanto grano duro canadese (e anche tanto grano tenero canadese). E sapete a quanto viene pagato il grano duro canadese? A non meno di 28 euro al quintale. Perché in Italia arriva questo grande quantitativo di grano duro canadese? Perché contiene tante proteine – cioè glutine – che fa risparmiare un bel po’ di soldi alle industrie della pasta! Se seguite la pubblicità in televisione, ebbene, la pasta è prodotta tutta con “grano duro italiano” (a parte qualche azienda che oggi ammette di acquistare grano americano, per la precisione il Desert Durum: nulla da dire, ottimo grano duro, qualità identica a quella del grano duro siciliano). E allora che fine fa tutto il grano duro canadese che arriva in Italia? Un po’ quello che succede con l’olio d’oliva extra vergine: l’Italia è piana di olio d’oliva tunisino, ma non si capisce che fine faccia! Giochi di prestigio italiani.

… alla fine a pagare è l’apparato digerente causa eccesso di glutine 

Tornando al grano duro, riassumiamo. La Sicilia sta esportando 500 mila quintali di grano duro in Tunisia. In Sicilia arriva grano canadese che costa più del grano duro siciliano. ma arriva anche grano duro dall’Ucraina, che viene pagato a 20-21 euro circa al quintale (meno di quello siciliano); e anche grano duro dal Kazakistan, che viene pagato a 14-16 euro al quintale (sempre meno di quello siciliano). A conti fatti, in Sicilia facciamo ‘scorpacciate’ di grano estero, ma per fortuna non lo sappiamo. Come dice quel proverbio? Occhio che non vede, cuore che non sente. In questo caso, però, lo sente il nostro apparato digerente: ma questo non è un problema. O quasi (qui un articolo per fare chiarezza sui problemi che un certo tipo di glutine può provocare al nostro organismo).

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