Zone Franco Montane della Sicilia: perché i 133 sindaci non chiamano in causa i parlamentari nazionali eletti in Sicilia?

10 marzo 2021
  • Bene Geraci Siculo Borgo dei Borghi. Ma ci vogliono anche le Zone Franche Montane con la fiscalità di vantaggio
  • Se la Sicilia avesse applicato lo Statuto non avrebbe avuto bisogno del ‘permesso’ di Roma 
  • Perché i parlamentari nazionali eletti in Sicilia – di tutti i partiti – non si in testano questa battaglia?

Bene Geraci Siculo Borgo dei Borghi. Ma ci vogliono anche le Zone Franche Montane con la fiscalità di vantaggio

“Bisogna votare per Geraci Siculo ‘Borgo dei Borghi 2021’ ma senza una fiscalità di sviluppo non si potrà mai parlare di ripopolamento nei Comuni montani”. Così leggiamo in un comunicato delle Zone Franche Montane (ZFM) della Sicilia, Sono 133 Comuni della nostra Isola che si battono per ottenere dal Governo nazionale ciò che spetta alle Zone Montane. I rappresentanti del comitato Zone Franche Montane Sicilia, in presidio allo svincolo di Irosa da 90 giorni “accoglie positivamente – leggiamo sempre nel comunicato – la notizia della candidatura del paese madonita all’ottava edizione del concorso ‘Borgo dei Borghi 2021’, ideato dalla trasmissione “Kilimangiaro, il grande viaggio”, in onda su Rai 3. Il concetto è semplice: «Non possono esistere borghi più belli di altri – spiegano dal camper di Irosa – se nei centri storici mancano le attività imprenditoriali che chiudono a causa dello spopolamento. In tal senso dobbiamo lottare per l’istituzione della legge sulle zone franche montane con l’obiettivo di rivitalizzare quei centri storici penalizzati»”.

Se la Sicilia avesse applicato lo Statuto non avrebbe avuto bisogno del ‘permesso’ di Roma 

Come già accennato, tutto dipende dal Governo nazionale. “L’iter della norma, in questi anni, ha avuto tempi piuttosto lenti – leggiamo ancora nel comunicato -. Nei prossimi giorni, in seduta plenaria, si riunirà la commissione Finanze e Tesoro del Senato per proseguire la discussione della legge e votare gli emendamenti, subito dopo il testo approderà in Aula per il voto finale”. Il Parlamento siciliano, nel Dicembre del 2019, ha approvato una legge-voto che è stata trasmessa al Parlamento nazionale. Questo perché sulle agevolazioni fiscali la competenza è dello Stato. Non dovrebbe essere così se la Sicilia avesse applicato lo Statuto autonomistico. Ma questo è un altro tema.

Perché i parlamentari nazionali eletti in Sicilia – di tutti i partiti – non si in testano questa battaglia?

Oggi quello che conta è che Roma non perda altro tempo, dal momento che i 133 Comuni montani della Sicilia aspettano questa legge da un anno e tre mesi. Il teso si trova adesso presso gli uffici del Senato, come ricorda Vincenzo Lapunzina, coordinatore del Comitato. “Siamo consapevoli – prosegue Lapunzina – che le ZFM non siano la priorità nell’agenda politica nazionale. Tuttavia lo sono per tutti gli operatori economici che resistono nei Comuni montani, ormai allo stremo, dell’Isola”. La legge, si sa, le approva il Parlamento: quindi Senato e Camera dei deputati. Ma se non ci sarà il sì del Governo nazionale non se ne farà nulla. Bisogna fare presto, aggiunge Lapunzina, “anche perché giorno dopo giorno tra gli abitanti di questi luoghi monta la sfiducia a causa dei ritardi della politica” . La parola passa ai partiti che sostengono l’attuale Governo: e dovrebbero essere i sindaci dei 133 Comuni montani della Sicilia a chiamare in causa i parlamentari nazionali eletti in Sicilia. A chi aspettano a coinvolgerli?

Foto tratta da Castelbuono.Org

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