Giallo di Caronia, il procuratore Cavallo al Corriere della Sera: “Viviana Parisi aveva problemi psichici, fobie continue… vedeva il male ovunque”

8 marzo 2021
  • Il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Patti racconta alcuni retroscena sulle morti di Viviana Parisi e del piccolo Gioele 
  • Di fatto è una contro-replica ai consulenti della famiglia Mondello 
  • I “WhatsApp registrati in cui il marito di Viviana le urla di curarsi perché «stai rovinando una famiglia»”
  • Il pragmatismo scientifico del biologo molecolare Salvatore Spitaleri

di Teresa Frusteri

Il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Patti racconta alcuni retroscena sulle morti di Viviana Parisi e del piccolo Gioele 

“Viviana Parisi era una donna che aveva problemi psichici, fobie continue e vedeva il male ovunque”: comincia così la dichiarazione-choc del procuratore capo della Repubblica presso il Tribunale di Patti, Vittorio Angelo Cavallo. Una replica secca dopo un botta, risposta, replica e controreplica, che ormai va avanti da due giorni, ai consulenti della famiglia Mondello. La prima botta è arrivata con le dichiarazioni del criminologo Carmelo Lavorino e dal medico legale, Antonio Della Valle. “Viviana Parisi e il figlioletto Gioele sono stati uccisi e poi portati sul luogo dove sono stati ritrovati i loro corpi”, hanno detto i citati consulenti della famiglia Mondello (Daniele Mondello, marito di Viviana Parisi e papà del piccolo Gioele). “Tutto conduce ad un evento compatibile con un suicidio, con precipitazione dal traliccio”, risposto il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Patti, Vittorio Angelo Cavallo. replica del criminologo Lavorino e oggi, sul Corriere della Sera, intervista allo stesso Procuratore Cavallo che tira fuori storie in parte note e in parte non note, almeno in alcuni particolari.

Di fatto è una contro-replica ai consulenti della famiglia Mondello 

“Viviana Parisi era una donna che aveva problemi psichici, fobie continue e vedeva il male ovunque. Si sentiva aggredita da Satana e aveva tentato più volte il suicidio ingerendo barbiturici. Anche il giorno dell’incidente, da lei provocato sull’autostrada Messina-Palermo, immaginando che qualcuno la inseguisse con un’auto di grossa cilindrata per farle del male, è scappata nel bosco scavalcando il guard-rail, portandosi dietro il piccolo Gioele. Viviana era una donna malata, con manie di persecuzione, così come hanno documentato le cartelle cliniche, in tempi non sospetti”. Il procuratore di Patti, Cavallo, titolare dell’inchiesta sulla morte di Viviana Parisi e il figlioletto Gioele, replica ai consulenti della famiglia Mondello, “soffermandosi – leggiamo sempre sul Corriere della Sera – sulle patologie della donna, mettendo a tacere le allusioni a «depistaggi» e «scenari criminali», che i consulenti di Daniele Mondello, marito della donna e padre del piccolo, indicano come possibile movente per la morte della deejay e del figlio”.

I “WhatsApp registrati in cui il marito di Viviana le urla di curarsi perché «stai rovinando una famiglia»”

“Nel telefonino di Daniele Mondello – prosegue il procuratore di Patti – abbiamo ascoltato una serie di WhatsApp registrati in cui il marito di Viviana le urla di curarsi perché «stai rovinando una famiglia». Ed ancora: «Il 18 marzo 2020 la dj è stata trovata a terra che si dimenava perché convinta che Satana l’avesse aggredita. Vedeva ovunque il serpente di Satana; un giorno mentre la stavano portando al pronto soccorso è andata in escandescenza perché ha notato sulla parte dell’ambulanza un disegno simile a un serpente. Più volte aveva rifiutato la visita psichiatrica e nel periodo del lockdown un prete l’ha vista recitare la Bibbia in strada». Abbiamo sempre dato parere favorevole alle richieste dei consulenti di parte che ci chiedevano di effettuare nuove analisi sui corpi – precisa il procuratore capo Cavallo -. Se i periti della famiglia ci portano elementi nuovi, che ci convincono della bontà delle loro tesi, saremo lieti di indagare e fare ogni accertamento possibile e utili per arrivare alla verità”.

Il pragmatismo scientifico del biologo molecolare Salvatore Spitaleri

Fino ad ora – questo va precisato – non c’è una verità, ma solo ipotesi. Come dice Salvatore Spitaleri, Biologo molecolare forense, ex RIS CC Messina presso il CIS, il Centro Investigazioni Scientifiche, on alle spalle 25 anni di attività al RIS Carabinieri di Messina, meglio aspettare i dati oggettivi: “Preferisco mantenere i piedi sempre ben saldi in terra. Con il dottore Chianelli e gli avvocati Gentile e Cozza stiamo attendendo gli esiti di tutti gli accertamenti tecnici che la Procura ha delegato al pool di Consulenti Tecnici. Lo studio di tutte le risultanze analitiche incrociato con i dati acquisiti con le investigazioni classiche e con l’esame delle testimonianze mi auguro ci permetterà di avere un quadro più esaustivo della vicenda e quindi di poter formulare una ipotesi che sia fondata su elementi oggettivi o comunque oggettivabili. Formulare tesi suggestive e fantasiose, sebbene talvolta anche intriganti, non fa parte del nostro bagaglio professionale e del nostro modus operandi”.

Foto tratta da Scomunicando

AVVISO AI NOSTRI LETTORI

Se ti è piaciuto questo articolo e ritieni il sito d'informazione InuoviVespri.it interessante, se vuoi puoi anche sostenerlo con una donazione. I InuoviVespri.it è un sito d'informazione indipendente che risponde soltato ai giornalisti che lo gestiscono. La nostra unica forza sta nei lettori che ci seguono e, possibilmente, che ci sostengono con il loro libero contributo.
-La redazione
Effettua una donazione con paypal


Commenti