Alessandro Di Battista finalmente in campo? Grillo risponde con Conte capo del Movimento. Ma…/ MATTINALE 515

2 marzo 2021
  • … ma la situazione non è semplice, perché il ritorno al capo politico dovrebbe passare dalla piattaforma Rousseau: e potrebbero essere dolori per Beppe Grillo e per i grillini governativi
  • Intanto le voci di corridoio danno Di Battista all’opera per un nuovo Movimento. Ma potrebbe anche essere una mossa con altri obiettivi
  • Il nuovo capo del Governo, Mario Draghi, ha cominciato a smontare l’operato del vecchio Governo
  • Ignazio Corrao mette a nudo le contraddizioni dell’attuale Governo Draghi sulla transizione ecologica

… ma la situazione non è semplice, perché il ritorno al capo politico dovrebbe passare dalla piattaforma Rousseau: e potrebbero essere dolori per Beppe Grillo e per i grillini governativi

Da qualche giorno i media raccontano che Giuseppe Conte, dopo aver presieduto prima il Governo tra grillini e leghisti e poi il Governo tra grillini e PD e dopo essere stato mandato a casa da chi ha costituito un Governo con Lega e PD, ha accettato di andare a guidare il Movimento 5 Stelle. In realtà, la notizia è un’altra. La notizia è che Alessandro Di Battista ha deciso di scendere dall’eremo nel quale fino ad oggi ha vissuto e di entrare nell’agone politico con un proprio Movimento. Questo significa che l’elettorato del Movimento 5 Stelle – che non è un elettorato ‘strutturato’, ma di opinione – tornerà ad avere un proprio riferimento. E questo potrebbe anche significare che i parlamentari grillini che hanno votato contro il Governo di Mario Draghi potrebbero avere un riferimento importante. In realtà, lo scenario è più confuso, perché gli attuali ‘capi’ di quello che resta del Movimento 5 Stelle sono rimasti intrappolati nei cervellotici regolamenti che hanno creato. Le espulsioni, ad esempio, non sono valide perché nel Movimento non c’è più il capo politico che è stato abolito e sostituito da una sorta di direttivo del quale fanno parte cinque soggetti che non si sono mai insediati. Un provvedimento firmato da un giudice ha sancito tale anomalia. Anche la nomina di Giuseppe Conte è a rischio. Proviamo a illustrare il perché.

Intanto le voci di corridoio danno Di Battista all’opera per un nuovo Movimento. Ma potrebbe anche essere una mossa con altri obiettivi

Come già accennato, l’ex capo del Governo dovrebbe diventare il nuovo capo politico dei grillini governativi e “liberali”, per dirla con Luigi Di Maio. Ma per tornare dal direttivo a cinque a un unico capo politico bisognerà passare dalla piattaforma Rousseau. L’ultimo voto di tale piattaforma, è noto, è stato molto contestato. Per vincere Beppe Grillo si è inventato una domanda su un Ministero della transizione ecologica che non si è poi trasformato in quello che in tanti si attendevano. In altre parole, l’eventuale voto sulla piattaforma Rousseau potrebbe risultare una trappola per Conte e Grillo. Provate a immaginare che cosa succederebbe se la base grillina, chiamata al voto, dovesse dire “No” al ritorno alla gestione del Movimento 5 Stelle da un unico capo politico. Sarebbe la sconfitta per Grillo e per lo stesso Conte, che uscirebbe politicamente ‘bruciato’. Insomma, quella di Di Battista e del suo nuovo soggetto politico potrebbe essere una mossa per costringere Grillo alla resa e riprendersi il Movimento 5 Stelle. Che, con Di Battista a capo, passerebbe immediatamente all’opposizione.

Il nuovo capo del Governo, Mario Draghi, ha cominciato a smontare l’operato del vecchio Governo

Lo ribadiamo: la situazione, nel Movimento, è fluida. La verità che nemmeno Grillo, Di Maio e tutti i grillini governativi sanno cosa debbono fare. Tra le ipotesi c’era la confluenza del Movimento nel PD. Ma se Di Battista scende in campo tale ipotesi non funzionerebbe più. Intanto i grillini governativi hanno dovuto ‘ingoiare’ l’ennesimo rospo: il rinvio al 2023 del taglio dei contributi ai giornali. Fine ingloriosa per una battaglia di principio dei grillini. Ennesima sconfitta davanti al proprio elettorato. La situazione, per Grillo, Di Maio e i grillini governativi diventa ogni giorno più difficile. Anche perché, inevitabilmente, il nuovo capo del Governo, Draghi, sta cominciando a smontare, pezzo dopo pezzo, il sistema messo in piedi da Conte nei precedenti Governi. La sostituzione di Domenico Arcuri, il commissario per l’emergenza Covid, sostituito dal generale Francesco Paolo Figliuolo, è un segnale bruttissimo per i protagonisti del vecchio Governo. Difficile dire che cosa verrà fuori da questa mossa.

Ignazio Corrao mette a nudo le contraddizioni dell’attuale Governo Draghi sulla transizione ecologica

E, sempre a proposito della transizione ecologica, vale la pena di leggere un post su Facebook scritto dall’europarlamentare Ignazio Corrao. Eletto a Strasburgo nelle file dei grillini nel collegio Sicilia-Sardegna, tra i fondatori del Movimento, ma ormai fuori dallo stesso Movimento insieme con altri parlamentari europei, Corrao fa il punto della situazione sulla transizione ecologica che in Italia non sembra esserci nei fatti: “Ho letto il post di Beppe Grillo, un post pieno di cose giuste, che lui ha sempre sostenuto, e di critiche ad un certo sistema, di cui i suoi rappresentanti sono però oggi al servizio. Beppe critica giustamente la follia del mercato globale, con l’esempio (calzante) della carne importata dal Sudamerica. Evidentemente nel fare questo esempio Beppe ignora che il governo italiano (di cui il m5s da 3 anni è azionista di maggioranza) è stato firmatario di una richiesta di accelerare l’accordo per eliminare i dazi con l’accordo UE-Mercosur, non creandosi alcun problema per la distruzione del polmone del mondo, la Foresta Amazzonica, o sui danni per le produzioni sostenibili. Accordo che favorisce, in compenso, il nostro export in direzione opposta, fatto anche di pesticidi vietati in Europa che però in Brasile possono tranquillamente avvelenare il cibo che poi importiamo e mettiamo sulle nostre tavole.
Lo dico perché voglio sempre e comunque bene a Beppe, gli sono grato e ritengo abbia acceso la luce dentro tanti di noi. Le parole sono importanti ma i fatti lo sono infinitamente di più. È bello chiamare Ministero della Transizione ecologica il Ministero dell’Ambiente, ma sarebbe infinitamente meglio togliere i sussidi ambientali dannosi, che il governo italiano continua ad elargire per decine di miliardi e di cui non si parla neanche per sbaglio. Va benissimo dichiarare quei bei propositi agli aficionados, ma sarebbe molto più onesto far dichiarare, a quelli che stanno al governo in suo conto e hanno la possibilità di incidere come il ministro degli esteri (che ne ha la competenza e rappresenta 1/3 del parlamento), che l’Italia adesso è contraria e non ratificherà il trattato UE-Mercosur, e che prima erano distratti da altre cose. Ciò che si è appeso in piedi, non si può prendere stando seduti (proverbio africano)”.

Foto tratta da NeXt quotidiano

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