Sul Titanic

Dentro Forza Italia di Sicilia Miccichè e i suoi amici hanno scoperto di contare a Roma quanto il due di coppe con la briscola a denari…

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  • Ogni tanti i politici siciliani scoprono che la Sicilia è una colonia italiana e che loro, nei rispettivi partiti, negli equilibri nazionali, contano zero
  • Le dichiarazioni del capogruppo dei berlusconiani all’Ars, Tommaso Calderone
  • Gianfranco Miccichè, il principe del trasformismo politico siciliano: ‘Imperatore’ in Sicilia, snobbato a Roma

Ogni tanti i politici siciliani scoprono che la Sicilia è una colonia italiana e che loro, nei rispettivi partiti, negli equilibri nazionali, contano zero

Ogni tanto i politici siciliani scoprono che la Sicilia è una colonia italiana e che loro, nei rispettivi partiti, a livello nazionale, non contano niente. E’ quello che sta succedendo in Forza Italia, dove i vertici nazionali di questo partito stanno letteralmente umiliando la dirigenza siciliana. Questi ultimi sostengono di avere tanti voti, in realtà non hanno tutti questi voti, se è vero che alle ultime elezioni europee sono andati male, ma hanno – questo sì – tanti amministratori locali, in parte eletti, in parte arrivati da altre formazione politiche. Sono radicati nel territorio, su questo non ci piove. Nonostante questa forza, gli azzurri siciliani sono riusciti in un’impresa ‘epica’: non hanno acciuffato nemmeno un rappresentante nel Governo di Mario Draghi: né un Ministro, né un vice Ministro, né un Sottosegretario. Insomma, sono buoni per portare i voti a Roma, ma i posti importanti li prendono Regioni dove Forza Italia o ha ancora una forza media (Lombardia), o conta poco o nulla. Il primo a porre la questione è stato il parlamentare regionale, Michele Mancuso. Ora viene allo scoperto anche il capogruppo di Forza Italia in Assemblea regionale siciliana, Tommaso Calderone. 

Le dichiarazioni del capogruppo dei berlusconiani all’Ars, Tommaso Calderone

“Quanto accaduto con le nomine di ministri, viceministri e sottosegretari del Governo Draghi – dice Calderone – è un’offesa al grande lavoro di Forza Italia in Sicilia, i cui benefici però sono goduti anche a livello nazionale. Condivido le parole del nostro coordinatore regionale, Gianfranco Miccichè, anche se devo correggerlo. In Sicilia infatti non sono 700 gli amministratori locali aderenti a Forza Italia bensì – dopo una riunione di questa mattina nella mia segreteria – 712, un numero enorme. Per bissare tali dati al Nord, occorre sommare i risultati elettorali di Forza Italia in Emilia Romagna, Toscana, Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Per questo a gran voce diciamo basta. Non siamo più disposti a lasciarci umiliare. L’intera classe dirigente siciliana è mortificata da un siffatto modo di procedere. Noi ci mettiamo la faccia per il bene della nostra gente, per ritrovarsi poi, a livello nazionale, con un pugno di mosche. Ricordo che in politica la memoria è corta, e la tenuta del partito nelle altre Regioni non è la stessa che in Sicilia. Noi siamo il cuore pulsante di Forza Italia; chi ha orecchie per intendere, intenda”.

Gianfranco Miccichè, il principe del trasformismo politico siciliano: ‘Imperatore’ in Sicilia, snobbato a Roma

Ricordiamo che in Sicilia c’è già stata una scissione capeggiata da Gianfranco Miccichè. I motivi erano altri: era il 2008 e Micciché prima si voleva candidare alla presidenza della Regione; gli andò male, ma dopo le elezioni si alleò con il Governo del ribaltone di Raffaele Lombardo che, eletto nel centrodestra, nel 2009, si sbarazzò dei suoi alleati e diede vita a un Governo di centrosinistra con il PD di Antonello Cracolici e Giuseppe Lumia, ‘frattaglie varie’ e, soprattutto, con Confindustria Sicilia di Antonello Montante. E con questi si alleò Gianfranco Miccichè, seguito da un gruppo di parlamentari azzurri. Si cementa nel Governo Lombardo l’alleanza politica di Miccichè con alcuni settori del PD che lo hanno aiutato nella sua elezione a presidente dell’Ars. Siccome Miccichè, in Sicilia, con Forza Italia, ha sempre fatto i propri comodi, è rientrato dentro questo partito e, pur avendo avuto rapporti politici con il PD, con Confindustria di Montante e via continuando, non solo è rientrato dentro Forza Italia, ma ha anche ripreso il controllo del partito. E se poteva contare su assessori nel Governo di centrosinistra di Lombardo – con Confindustria Sicilia di Antonello Montante – oggi conta assessori nel Governo di centrodestra di Nello Musumeci. Miccichè è la dimostrazione ‘matematica’ che, in Sicilia, centrodestra e centrosinistra sono la stessa cosa: trasformismo politico allo stato puro! Però, a quanto pare, a Roma, Miccichè e compagni, dentro Forza Italia, contano con il due di coppe con la briscola a denari.

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