Salvini contestato da ristoratori in rivolta: “Ricordati che sei al Governo”. La demagogia leghista non paga!

24 febbraio 2021
  • Matteo Salvini “uno a trino” non fa più presa sul malessere sociale
  • La Lega alle prese con le contraddizioni: proprio come i grillini 
  • La nostra previsione: la Lega nel Governo Draghi perderà una caterva di voti

Matteo Salvini “uno a trino” non fa più presa sul malessere sociale

Tutto ci aspettavamo, ma non che il leader della Lega, Matteo Salvini, cominciasse a mescolare la politica con la teologia spicciola, cimentandosi nel ruolo di “uno e trino”. In queste ore – questa volta però con scarso successo – si presenta come il leader di un partito di Governo e, contemporaneamente, come leader di un partito di opposizione. La contraddizione è stata notata da un gruppo di ristoratori di Roma, scesi in piazza per contestare il Governo che non li fa lavorare e non li ristora. Quando Salvini si è presentato per difendere le ragioni dei ristoratori gli hanno detto papale papale: “Onorevole, non per cosa, ma guardi che lei fa parte del Governo contro il quale noi stiamo protestando. Le è chiaro o no?”. E’ chiaro a Salvini che la Lega fa parte del Governo ‘europeista’ di Mario Draghi, quello dell’euro “irreversibile”, con quattro Ministri e, tra qualche giorno, con un nugolo di Sottosegretari? No, forse questo il ‘capo’ leghista non l’ha ancora capito. Così Salvini fa l’uno e trino: un po’ va dai Ministri del suo partito e un po’ va da chi protesta contro il Governo del quale fanno parte i Ministri del suo partito.

La Lega alle prese con le contraddizioni: proprio come i grillini

Adesso noi facciamo una previsione. Non per cosa, ma le nostre previsioni politiche spesso di avverano. Nel 2014 – allora eravamo in rete con LinkSicilia – osservando l’allora Ministro e leader del Nuovo centrodestra, Angelino Alfano, che ‘armeggiava’ con i migranti, mentre i sondaggi benevoli lo davano al 15%, noi ipotizzavamo la sua scomparsa. Alle elezioni europee di quell’anno Alfano e il suo partito presero Iddio sa come poco più del 4% (i voti giusti oltre la soglia di sbarramento), per poi scomparire alle elezioni politiche del 2018. Nel Luglio del 2019 abbiamo ipotizzato una fine ‘alfaniana’ per il Movimento 5 Stelle di Luigi Di Maio e Giuseppe Conte. Il secondo non è più al Governo e il primo si gode gli ultimi scampoli della politica parlamentare. Nel Settembre del 2019 abbiamo ipotizzato un patto di ferro tra Beppe Grillo e il PD: e i fatti ci hanno dato ragione. Adesso anche la Lega di Salvini viene travolta dalle proprie contraddizioni politiche.

La nostra previsione: la Lega nel Governo Draghi perderà una caterva di voti

Ora è tempo di fare una previsione per la Lega di Salvini. Già emergono le contraddizioni, come dimostra la contestazione dei ristoratori. Pessima la figura che sta facendo con la questione migranti. Quand’era al Governo ha bloccato i migranti con forzature fuori luogo. E ora che ci sono le mutazioni e che fare sbarcare migranti è pericoloso tace. E se dovesse esprimere dissenso gli rinfaccerebbero – com’è acceduto con i ristoratori – che la Lega fa parte del Governo che sta facendo sbarcare i migranti in piena pandemia. Lombardia e Veneto – due Regioni leghiste per antonomasia – hanno ‘intrappolato’ Salvini nel Governo Draghi con l’obiettivo di arraffare i soldi del Recovery Fund, magari per toglierli al Sud e alla Sicilia. La Lega non scomparirà – questa la nostra previsione – perché nel Nord è ancora molto forte. Ma continuando a stare nel Governo Draghi se gli andrà bene conserverà i voti del Nord. S’ e no tornerà al 17-18%. Addio 30% e rotti!

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