Fino a 5 mila euro ad ettaro di fondi Agea per il pomodoro da industria. Possibile??

18 febbraio 2021
  • Se le cose stanno così il pomodoro da industria dovrebbe essere conveniente anche in Sicilia
  • Abbiamo la sensazione che ci sfugga qualcosa. Magari apriamo un dibattito

Se le cose stanno così il pomodoro da industria dovrebbe essere conveniente anche in Sicilia

Forse abbiamo capito perché il pomodoro di piano campo, in Italia, resiste ancora nonostante la spietata concorrenza cinese, che lo produce a prezzi stracciati. Una spiegazione arriva da un post su Facebook di Roberto Carchia, pugliese, grande conoscitore dell’agricoltura della sua Regione: “È possibile – scrive – che abbiano dato e continuino a pagare quote Agea fino a 5000 euro per ettaro per il pomodoro da industria che ha sempre prodotto eccedenze che andavano distrutte nei centri Aima a spese dei consumatori; mentre per il grano duro al Sud siamo passati da 1500 euro per ettaro a miseri 300 euro per ettaro? Senza contare che, contrariamente al pomodoro, per il grano duro del Sud hanno imposto, col Set aside (obbligo di non coltivazione), per decenni, il divieto di coltivazione del grano duro nelle aree vocate del Mezzogiorno, per poi importare grano duro tossico e contaminato da Paesi come il Canada? Roba da pazzi!”.

Abbiamo la sensazione che ci sfugga qualcosa. Magari apriamo un dibattito

La storia del Set aside noi la conosciamo bene e la conoscono anche e i nostri lettori: l’Unione europea che paga gli agricoltori del Sud Italia e della Sicilia per impedirgli di coltivare il grano, per far arrivare dalle nostre parti il grano estero, canadese in primo luogo (Regione e UE: soldi agli agricoltori siciliani per non coltivare il grano. E così arriva il grano canadese!). In più, Roberto Carchia ci dà una notizia che non conoscevamo: Agea – l’Agenzia per l’erogazione dei fondi all’agricoltura – retribuisce chi coltiva il pomodoro da industria – che si coltiva in pieno campo – con interventi fino a 5 mila euro ad ettaro! Ci chiediamo, a questo punto, se gli agricoltori siciliani sono a conoscenza di un contributo così ricco. Noi, vedendo arrivare il pomodoro dalla Cina e dal Nord Africa a prezzi stracciati, beh, pensavamo che il pomodoro di pieno campo, in Sicilia, non avesse più futuro. Ma con un’integrazione comunitaria così ricca ci dobbiamo ricredere. Ma le cose stanno proprio così? Forse ci sfugge qualcosa, magari la mancanza, in Sicilia, di grandi industrie per la lavorazione del pomodoro? Magari apriamo un dibattito con gli agricoltori siciliani.

 

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