La riforma dell’agricoltura alla ‘lombarda’: tutto al Nord e le briciole a Sud e Sicilia!/ SERALE

15 febbraio 2021
  • Intelligenti i politici lombardi che si occupano di agricoltura. Troppo intelligenti!
  • I conti a senso unico dell’assessore all’Agricoltura della Lombardia che parla di agricoltura lombarda “green”, dimenticando gli allevamenti intensivi!
  • “Servono più risorse per l’agricoltura lombarda e del Nord”. A spese di chi? Che domanda: del Sud!  
  • La rivisitazione dei ‘criteri’ a senso unico: cioè in favore del Nord
  • Se si attuasse per intero la riforma, Sud e Sicilia ci guadagnerebbero. Ma il Nord vuole solo mezza riforma: quella che gli conviene!

Intelligenti i politici lombardi che si occupano di agricoltura. Troppo intelligenti!

Ma quanto sono intelligenti, da 1 a 10, i politici della Lombardia e, in generale, del Nord Italia che si occupano di agricoltura? Troppo intelligenti, anzi intelligentissimi! E’ anche legittimo che ogni Regione italiana tiri acqua al proprio mulino, diventa meno legittimo se a farne le spese debbano essere altre Regioni, in questo caso – come ora proveremo ad illustrare – le Regioni del Sud e la Sicilia; e diventa quasi offensivo il modo con il quale intendono raggiungere l’obiettivo con un’interpretazione a senso unico delle possibili riforme di leggi e regolamenti che stanno alla base della ripartizione dei fondi agricoli tra le 20 Regioni italiane. Proviamo a illustrare come stanno le cose. Partendo proprio dalle richieste che arrivano non dalle Regioni del Nord Italia, ma da 14 Regioni: quindi Regioni del Nord, Regioni del Centro e persino di qualche Regione del Mezzogiorno.

I conti a senso unico dell’assessore all’Agricoltura della Lombardia che parla di agricoltura lombarda “green”, dimenticando gli allevamenti intensivi!

Cominciamo con una dichiarazione dell’assessore regionale all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi della Regione Lombardia, Fabio Rolfi: “Dal 2015 a oggi – dice Rolfi – abbiamo aperto e chiuso 88 bandi con i fondi del Piano di sviluppo rurale, abbiamo messo a bando il 120% delle risorse, grazie ai trascinamenti di fondi precedenti, e assegnato il 98,5% di quelle disponibili. Ancora una volta la Lombardia si dimostra puntuale nei pagamenti e utilizza tutti i fondi europei. Le aziende agricole che ne hanno beneficiato in questi anni sono state 17.000. Nel 2020 abbiamo dato alle aziende agricole più di 98 milioni di euro, tra i quali 20 in forma urgente per tamponare la crisi dovuta al Covid. Il 60% delle risorse erogate è andato a misure legate alle priorità ambientali, il 40% per misure legate a competitività, innovazione e per le filiere. L’agricoltura lombarda è sempre più green, innovativa, attenta al consumo delle risorse”. E qui arriva la prima considerazione: l’agricoltura lombarda sarà sicuramente “green”, ma abbiamo qualche dubbio che la zootecnia intensiva ella Lombardia sia “green”, se è vero che l’inquinamento provocato dagli allevamenti intensivi non è da sottovalutare: anzi! Argomento che noi abbiamo affrontato in questo articolo. Per non parlare di un contratto agrario – la Soccida – che ha consentito al Nord Italia di concentrare nelle proprie zone la stragrande maggioranza degli allevamenti di carne con effetti pesanti sull’ambiente.

“Servono più risorse per l’agricoltura lombarda e del Nord”. A spese di chi? Che domanda: del Sud!  

Accertato che non tutta l’agricoltura lombarda e, in generale, del Nord Italia è “green”, entriamo, adesso, nello specifico: il modo con il quale l’agricoltura del Nord cerca di ‘sfilare’ risorse alle Regioni del Sud Italia. “Il biennio 21-22 è quello della transizione – dice sempre l’assessore all’Agricoltura della Lombardia Rolfi -. La Lombardia avrà risorse nuove da investire con le regole già in atto. Per la futura Programmazione agricola comunitaria invece la Lombardia si sta battendo in conferenza Stato-Regioni per modificare i criteri storici di riparto tra Regioni, che attualmente penalizzano la Lombardia come molti altri territori. Gli attuali criteri si basano su regolamenti non più esistenti e concentrano il 50% delle risorse su 5 Regioni del Mezzogiorno. In sede di Commissione Politiche agricole si registra una convergenza su nuovi criteri da parte di 14 Regioni, trasversale sia per area geografica che per visione politica. Se vogliamo realizzare gli obiettivi imposti dal green deal europeo abbiamo necessità di avere le risorse adeguate”. Che significa “abbiamo la necessità di avere risorse”? Semplice: toglierle a quattro Regioni del Sud – Basilicata, Puglia, Calabria Campania – e alla Sicilia.

La rivisitazione dei ‘criteri’ a senso unico: cioè in favore del Nord

Quindi – dice l’assessore lombardo – bisogna rivedere i “criteri” che sovraintendono alla ripartizione dei fondi agricoli tra le 20 Regioni italiane. Su questa linea – come ricordato dall’assessore Rolfi – sono già 14 Regioni, tranne le già citate Basilicata, Puglia, Calabria Campania, Sicilia a cui si è aggiunta anche l’Umbria. Se passasse questa riforma, ad esempio, la Sicilia, o meglio, l’agricoltura siciliana perderebbe circa 400 milioni di euro all’anno! Passerà questa riforma? No, perché in Conferenza Stato-Regioni ci vuole l’unanimità. Ma la vera ‘furbata’ della Regione Lombardia e, in generale, delle Regioni che vorrebbero la ‘riforma’ sta nel fatto che la stessa ‘riforma’ che sollecitano dovrebbe valere solo per alcuni parti, mentre non dovrebbe essere la parte che riguarda gli aiuti diretti. Gli aiuti diretti rappresentano uno dei pilastri più importanti degli interventi in agricoltura. E sono imperniati sulle rese. Peccato che le rese vengono calcolate su parametri vecchi, che risalgono agli anni in cui le produzioni delle Regioni del Sud Italia e della Sicilia erano basse!

Se si attuasse per intero la riforma, Sud e Sicilia ci guadagnerebbero. Ma il Nord vuole solo mezza riforma: quella che gli conviene!

Oggi non è più così, ma il Nord fino ad oggi ha impedito di rivedere questi parametri. E il motivo c’è, perché in questo modo le Regioni del Nord prendono aiuti diretti all’Agricoltura pari a 8-10 volte in più degli aiuti diretti che vanno alle Regioni del Sud e alla Sicilia! Per essere ancora più chiari: se si dovessero riformare tutti i pilastri degli interventi in agricoltura la Sicilia perderebbe sì 400 milioni di euro all’anno, ma con la riforma degli aiuti diretti prenderebbe molte più risorse di quante ne perderebbe. Secondo i nostri calcoli, con la riforma complessiva l’agricoltura siciliana prenderebbe non meno di 200 milioni di euro in più. Ma i nostri amici lombardi e, in generale, i nostri amici delle Regioni del Nord non vogliono tutta la riforma degli interventi in agricoltura: ne vogliono mezza, di riforma: solo la parte che conviene a loro. Come si userebbe dire in Sicilia, usando la metafora molto appropriata della frutta, loro, i lombardo e compagnia bella del Nord, si vorrebbero tenere la ‘polpa’, mentre al Sud e alla Sicilia andrebbero i ‘scocci’, cioè le bucce! Ma quanto sono intelligenti, da 1 a 10, i politici della Lombardia e, in generale, del Nord Italia che si occupano di agricoltura? Troppo intelligenti, anzi intelligentissimi…

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