Movimento 5 Stelle verso la scissione dopo la ‘vittoria di Pirro’ dei governisti/ MATTINALE 498

12 febbraio 2021
  • L’addio di Alessandro Di Battista al Movimento 5 Stelle. Che non è l’addio alla politica
  • In attesa del nuovo soggetto politico nascerebbe un nuovo gruppo parlamentare di ex grillini
  • Ora il PD deve ‘ingabbiare’ Giuseppe Conte nel Governo Draghi per evitare che fondi un nuovo partito
  • I grillini ‘governativi’ verso la fusione con il PD con la prospettiva dell’irrilevanza politica

L’addio di Alessandro Di Battista al Movimento 5 Stelle. Che non è l’addio alla politica

C’è un passaggio, nel video che ieri sera Alessandro Di Battista ha postato su Facebook, che, per una frazione di secondo, lascia presagire una sua uscita di scena. Prendendo atto della vittoria dei sì degli iscritti al Movimento al Governo di Mario Draghi, dice: “Non parlerò più”. Ma, appunto, è una frazione di secondo, perché la frase completa è: “Non parlerò più a nome del Movimento, anche perché, in questo momento, il Movimento non parla a nome mio”. Insomma, non è, la sua, un’uscita di scena dalla politica, ma un’uscita di scena dal Movimento. E, com’era prevedibile, la sua non sarà l’unica uscita dal Movimento 5 Stelle.

In attesa del nuovo soggetto politico nascerebbe un nuovo gruppo parlamentare di ex grillini

Su Leggo si legge di una probabile scissione. E’ la cronaca di indiscrezioni raccolte ieri pomeriggio: “Gli ‘irriducibili’ che nel Movimento 5 Stelle non intendono appoggiare il governo Draghi stanno pensando, riferisce una fonte parlamentare, ad un gruppo autonomo per posizionarsi all’opposizione. L’obiettivo, viene spiegato, è arrivare ad una nuova formazione. ‘Per ora ne stiamo parlando, poi vedremo’, spiega la stessa fonte. In serata il gruppo ‘no Draghi’ si incontrerà in video conferenza. I nomi sarebbero quelli di Granato, Lezzi, Angrisani, Abate, Cabras, Crucioli, Forciniti, Vallascas, Costanzo, Raduzzi, Volpi, Giuliodori, Maniero, Colletti. Ma il malessere coinvolgerebbe diversi esponenti a palazzo Madama e a Montecitorio. Tra gli altri nomi che si fanno quelli Moronese, Agostinelli, Naturale, La Mura, Mantero e Vanin. Hanno votato no sulla piattaforma ‘Rousseau’ anche esponenti come Toninelli e Lannutti ma diversi malpancisti potrebbero rientrare. Tra questi quei ‘contiani’ che avevano espresso perplessità e chiesto che nel governo entrasse anche il premier uscente. I ‘frondisti’ guardano proprio a Di Battista”.

Ora il PD deve ‘ingabbiare’ Giuseppe Conte nel Governo Draghi per evitare che fondi un nuovo partito

Quella di ieri, alla fine, non è stata solo una battaglia politica per dire sì o no al Governo Draghi, ma una battaglia politica per il controllo del Movimento. Anche se un po’ ‘ammaccati’, Beppe Grillo e i suoi sono riusciti a conservare il controllo del Movimento, ma la strada è tutta in salita per i grillini governativi. Intanto bisognerà capire quanti parlamentari – soprattutto al Senato – lasceranno il Movimento. Poi, dalla parte dei grillini governativi, c’è da disinnescare il progetto di un nuovo partito di Giuseppe Conte, che sarebbe ultra-rovinoso per il PD. Conte, per inesperienza, si è fatto logorare per tre settimane circa dopo il no di Italia Viva. Con molta probabilità, se avesse intuito che i suoi avversari – anche all’interno del Movimento 5 Stelle – avevano già la soluzione pronta per sostituirlo, si sarebbe dimesso subito. Magari annunciando, dopo poche ore, la nascita di un nuovo soggetto politico. Invece è caduto nella rete della vecchia politica, tra ricerca di ‘costruttori’ e chiacchiere varie. Con il sostegno di chi, a parole, gli manifestava solidarietà per poi affondarlo. E adesso, per evitare che fondi un nuovo partito, lo debbono a tutti i costi ‘intruppare’ nel Governo Draghi. Ci riusciranno?

I grillini ‘governativi’ verso la fusione con il PD con la prospettiva dell’irrilevanza politica

L’unica cosa certa, in questo difficile passaggio politico, sembra la nascita per ora di un nuovo gruppo parlamentare di opposizione composto da parlamentari ex grillini. Un passaggio che si dovrebbe completare con la nascita di un nuovo soggetto politico in grado di riprendere i temi del vero Movimento 5 Stelle. Del resto, se lo scorso Ottobre cinque eurodeputati grillini hanno votato contro la PAC (Politica Agricola Europea), e tra questi il siciliano Ignazio Corrao (insieme con Eleonora Evi, Piernicola Pedicini, Rosa D’Amato e Laura Ferrara), qualcosa, nell’aria, circolava già allora. Per ora sembra che le cose vadano bene per i grillini governativi e male per chi ha votato no al Governo Draghi. In realtà, in prospettiva, è l’esatto contrario. Specialmente se il PD riuscirà a ‘ingabbiare’ Conte dentro il nuovo esecutivo, impedendogli di dare vita a un nuovo soggetto politico. Se l’operazione riuscirà, ai grillini governativi non rimarrà che una via: la ‘fusione’ dentro il PD (ipotesi che noi abbiamo messo per iscritto nel Settembre del 2019) e la loro fine politica. Chi dovrebbe rieleggerli? Ciò significa che, sempre in prospettiva, il nuovo gruppo parlamentare di ex grillini è destinato a crescere in poco tempo.

 

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